The Return Incidents, Topic di Scrittura

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RebelGrrrl
view post Posted on 10/4/2010, 19:38 by: RebelGrrrl




ALARIEL

Le prime luci dell’alba... La sentii arrivare, ancora prima che i timidi raggi del sole illuminassero il cielo scuro e rischiarassero la stanza buia dando vita a ombre leggere ed evanescenti.
Spostai appena il volto ancora umido dalla spalla del mio angelo e osservai il cielo rimettendomi seduta e rivolgendomi verso la finestra... Faceva appena freddo nella stanza come sempre a quell’ora del mattino, ma non seppi spiegarmi il motivo per cui quella mattina lo sentii di più… o forse si… è piuttosto semplice da capire... Rimasi seduta sul letto diversi secondi prima di decidere di muovermi… Mi voltai un momento verso il mio angelo e mai come quel giorno avrei voluto voltarmi e tornare indietro a dov’ero…
“È ora...” e non dissi nient’altro, semplicemente mi alzai lentamente e senza alcuna fretta, e non perché in un certo senso non ne avessi, recuperai i miei abiti, ben consapevole che lquel disagio nei confronti di ciò che stavo facendo era solo causa di una decisione che io stessa avevo preso.

BELIAL


Osservai fuori dalla finestra, il sole che sorge ad est inondando di luce il cielo che prende colore di sangue versato in un lago. Le lunghe ciglia si aprono nuovamente sulla figura di Alariel, così gracile e al contempo così forte e determinata.
“É ora…” ripetei a rafforzare l’affermazione, poiché ormai non vi era più modo di tornare in tempo. Non vi dovevano essere più titubanze. La decisione era stata presa. Il capo di nuovo rivolto verso quel rivolo di luce che illumina i loro volti.

ALARIEL

Mi fermai solo un momento seguendo il suo sguardo e portandolo verso la finestra, verso quella luce che mai mi era stata così assolutamente sgradita... Non avevo mai ammesso che nessuno, da che ho memoria, mi imponesse qualcosa, non avevo mai potuto sopportare che qualcuno avesse mai deciso per me imponendomi comportamenti che non desidero adottare… Eppure, da quando presi questa decisione non avrei voluto altro che essere fermata, perché sapevo che nonostante tutti quelli che erano i miei principi, se mi avesse chiesto di rimanere sapevo che l’avrei fatto senza alcun ripensamento ne rimpianto… L’avrei fatto e solo per colui che è il mio angelo e ormai tra i pochi veri motivi della mia esistenza in questo luogo. Ancora non mi vestii… c’era tempo, ancora un po’ di tempo... Mi avvicinai alla finestra appoggiando la mano sul vetro freddo e chiusi un momento gli occhi, quasi attendessi qualcosa in quegli attimi lenti, che però sembravano passare troppo velocemente…

BELIAL


Allungai una mano verso il comodino per raccogliere dalla scatolina argentata una sigaretta. La luce baciava la superficie di quest’ultima generando piccole stelle, flebili e minuscoli riflessi della luce del sole che lentamente lasciava spazio ad un’alba particolare, di quelle che non si dimenticano. Avevo nella memoria ancora il giorno della mia partenza per il capo di battaglia e sembrano tutte così.. Uguali. Eppure diverse. La luce che si apriva all’orizzonte che sembrava il baratro che desiderava inghiottirmi. Così credevo si sentisse lei che ora, mentre il fuoco prendeva vita dall’accendino, osservava distante il paesaggio. Non una parola dalle mie labbra, solo lo scricchiolare della sigaretta. Nessuna parola poiché nulla avrebbe potuto far sì che io potessi trattenerla. Non stavolta, convinto che questa potesse essere l’ennesimo scalino verso la sua eterna ascesa.

ALARIEL


Appoggiai la fronte al vetro, accanto alla mano, e chiusi gli occhi, potendo leggere i suoi movimenti solo udendoli… niente, non una parola, non un gesto per fermarmi... e pensai che quello era il gesto più rispettoso in assoluto che avesse potuto dedicarmi… E se un momento me ne sentii forse ferita, mi resi conto che dentro di me, quel mio essere ancora razionale, quella voce che aveva deciso per me della mia partenza, era più che grata di questo comportamento. Sospirai solo un momento prima di voltarmi e inspirai profondamente appena sentii gli occhi pizzicare appena di nuove lacrime che non volevo versare… Solo feci qualche passo di nuovo verso il letto mentre lentamente recuperavo gli abiti leggeri e comodi che avrei indossato sotto l’armatura leggera che utilizzavo quando ancora ricoprivo il mio ruolo nell’underdark…
“Non direte nulla per fermarmi, e non intendo cambiare idea... ma... dite almeno qualcos’altro... intendete osservarmi andarmene così?” lo indicai con un sorriso sul volto e solo un cenno della mano, dopo essermi rivestita.

BELIAL


Le pupille dilatate sull’estremità della sigaretta che bruciava, di nuovo le palpebre si alzarono verso di lei. La mano a mezz’aria che tratteneva la sigaretta, il solo rumore nella stanza lo scricchiolio della carta. Inquietante e solitario. Socchiusi le labbra e aprii le labbra in un vago sorriso.
“Pensate che vi stia solo osservando?”
Il sole, ormai per metà svelato, apriva l’orizzonte come un macabro sorriso di sangue, come se l’avessero costretto con la forza a togliere il velo di serietà e tristezza della dolce notte.

ALARIEL


Sollevai appena le sopracciglia stringendo i nastri del corpetto che indossavo in modo che rimanesse il più possibile stretto contro la pelle, come una piccola e leggera corazza aderente al mio corpo. Sapevo bene che ogni sua parola poteva essere letta in mille modi diversi e spesso il meno ovvio era anche quello più esatto… e sapevo anche che era necessario soppesare ogni sguardo, guardare attraverso ognuna delle sue espressioni e ancora oltre per poter vedere davvero quelli che erano i suoi pensieri. Sorrisi come sempre, come ero, e come sono abituata a fare nel sentire quello sguardo su di me, solo su di me, solo per me.
“Oh... capisco e... volete dunque... illuminarmi su quali particolari mi siano sfuggiti?”
Tornai a sedermi ormai vestita sul bordo del letto, sporgendomi appena verso di lui, il capo piegato di lato e l’espressione più serena di quanto non avrebbe dovuto essere.

BELIAL

“Assolutamente nessun particolare, li avete tutti.. lì.” Sorrisi ed indicai con due dita la sua testa. Sapevo fin troppo bene quanti pensieri aleggiassero come pipistrelli nella notte all’interno del suo cervello; quanto le costasse, quanto si sentisse determinata a cambiare il proprio destino, eppure qualcosa la tenesse inchiodata a questo luogo. I motivi più decisi l’avrebbero altresì riportata al suo luogo di appartenenza. Ne ero fin troppo certo. Erordia, in primo luogo. Alariel non avrebbe mai voluto lasciarla e glielo leggevo in quegli occhi ametista che tanto mi ricordavano i laghi bollenti in alcune lande dell’inferno, quelli che ribollivano di sangue e calore e dolore. Me. L’espressioni limpide come cristallo ne tradivano le vere intenzioni. Ogni suo gesto, uno suo sorriso, quel suo abbassare lo sguardo ed evitare il mio. Eppure, continuavo a fissarla perché volevo che si nutrisse della forza che le stavo trasmettendo. Si, con una sola penetrante occhiata.

ALARIEL

Mantenni lo sguardo basso per un momento quasi a riflettere quelle parole, come se sostenerne lo sguardo potesse distrarmi dalle mie delicate riflessioni. Mi morsi appena il labbro superiore cercando di concentrarmi su qualcosa che al momento ancora mi sfuggiva poi tornai a sollevare gli occhi riportandoli in quelli così limpidi, e così chiari, e così… angelici che sembravano in quel momento illuminarne la figura.
“Intendevo chiedervi... cosa state facendo... oltre ad osservarmi... non mi sembra stiate facendo altro, e allora forse, qualcosa mi è sfuggito no?”
Tornai a sorridere perché era giusto, tornai a sorridere perché era giusto cercare di lasciare di me un’immagine quanto più dignitosa, nel caso non fossi più tornata.
Desiderai solo... sentire qualcosa più di quello sguardo, seppur delicato, seppur speciale, su di me...

BELIAL

Scossa la testa e spensi la sigaretta nel posacenere e mi diressi verso di lei, lentamente, le braccia mordibile lungo il corpo e gli occhi puntati in quelli di lei. Gli occhi che sapevo quanto potere potevano avere su di lei. Occhi donati da una potenza divina che non ha mai conosciuto rivali. Gli occhi, che nonostante il peccato, non sono mai mutati .
“Guardo la mia opera d’arte scivolare via..” un angolo delle labbra sollevate.

ALARIEL


Rimasi immobile e seduta sul letto, tenendo gli occhi sempre fissi sul mio angelo, seguendone i movimenti, il modo in qui i raggi del sole mattutino sembravano accentuarne il fisico perfetto, ogni singola sfumatura della pallida pelle d’avorio, quella perfezione che occhio mortale non saprebbe cogliere come riesco a cogliere io, in questo momento, sempre e comunque...
Alzai appena le spalle e al contempo abbassai lo sguardo e mentre parlai mi resi conto che la mia voce era decisamente più bassa, solo un sussurro rispetto al solito.
“Mi state comunque… solo guardando...” tentai di mantenere il sorriso che però sentii spegnersi sul mio volto, come spesso mi capitava ormai, quando ero certa di aspettarmi qualcosa che ben sapevo non sarebbe mai arrivato.
A volte, vorrei potergli cedere il mio dono, vorrei che conoscesse i miei pensieri, poiché si alcune cose non vanno chieste, ma forse, la comprensione di tali necessità potrebbe essere sicuramente utile. Non è semplice, ritrovarsi ad aver certe necessità, e non avere il coraggio di ammettere tali bisogni, ne la possibilità di vederli soddisfatti... È frustrante, ma forse è un sacrificio che posso fare… no?

BELIAL

Due dita che si allungavano verso il volto di lei fino a sfiorarle il mento. Gli occhi che si tuffavano nei suoi e la luce che filtrava fra i nostri visi vicini, un sole appena sorto che già bruciava.
“SOLO guardando, non è esatto.. Vi sto.. Ammirando..” sussurrai quasi per timore di rovinare il momento, di infastidire il sole e farlo fuggire più veloce di quanto già non stesse scappando uccidendo i secondi che avrebbero decretato il nostro arrivederci.

ALARIEL


Chiusi gli occhi, assaporando il contatto della sua mano calda sulla pelle e non emisi nemmeno un suono, per paura di interrompere qualsiasi cosa stesse succedendo, anche fosse solo quel contatto così leggero e delicato. Li riaprii lentamente riportandoli nei suoi, e quello che mi stupì di quel momento fu che non desideravo cambiare idea, nonostante tutto… non lo desideravo... Non lo toccai ancora, per non inoltrarmi nell’intimità dei suoi pensieri, perché non ero certa di volerli conoscere prima dalla sua mente che dalla sua voce… Mi sporsi in avanti per sentire il calore del suo viso sul mio tuttavia senza toccarlo.
“Non vi è nulla da ammirare... ditemi a cosa state pensando Belial... ditemi… cosa c’è dentro di voi…”

BELIAL


“L’orgoglio, Blaenil..” non persi il contatto col suo viso e neppure coi suoi occhi.
“L’orgoglio di vedervi partire e la.. Certezza di vedervi tornare.., gloriosa e vincitrice.” Poiché ne ero certo, sarebbe tornata. Poche creature potevano vantare di possedere una simile perfezione al loro interno e lei ne era un raro quanto unico caso. Possedere la forza e la fragilità al contempo, la consapevolezza di dover compiere ciò che è giusto per potersi elevare, ma lo strazio dell’abbandono del luogo al quale ella aveva donato tutto. Ogni cosa.
“Vi immagino immersa nella battaglia e ne gioisco al solo pensiero…” un lampo di sadico piacere mi lacerò la schiena, le ferite appena aperte e calde.
“Dentro di me arde un fuoco che non potete neppure immaginare.. Vi farebbe piacere sapere che sarà una lunga agonia durante la vostra assenza? Una dolcissima.. Agonia.. Tuttavia.. Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.”

ALARIEL

Avrei voluto poter rispondere qualcosa ma in quel momento nulla uscì dalle mie labbra, se non un silenzioso, triste sospiro. Presi aria per parlare e mentre lo osservavo negli occhi e mi sentivo sempre più piccola, più di quanto non fossi, davanti alla sua figura, mossi le labbra un paio di volte a vuoto prima di riuscire a cavarne un suono definibile tale.
“Se dovessi tornare... poiché sapete che non sono in grado di promettere nulla che non abbia certezza di poter mantenere, sarebbe solo per voi…” e seppi che senza alcuna spiegazione aveva ben compreso che quel voi indicava tanto lui quanto mia figlia Erordia... ormai in fondo, non vi era altro su cui faceva perno la mia intera esistenza...
Quel discorso tra morte e risurrezione, mi riportò alla mente solo un momento la mia triste dipartita da Return...ricordai che ero tra le sue braccia, ricordai che fu l’ultimo viso che vidi prima di morire e che dopotutto non riuscivo a dispiacermene del tutto... Ricordo che quando tornai in vita, se così questa esistenza su quest’isola può essere definita, fu la prima persona da cui tornai... È stranamente ironico come a volte basti guardare appena oltre le apparenze, e le proprie convinzioni, per rendersi conto che c’è molto più di quel che si intende vedere…
Allungai la mano avanti a sfiorare quel viso perfetto e solo allora ogni suo pensieri fu di nuovo visibile ai miei occhi come lo era qualche istante prima, quando stretta contro di lui attendevo l’arrivo del primo sole...
“Se non dovessi tornare... cosa fareste?”

BELIAL


Strinsi le dita sul suo tenero mento e sorrisi traendo nutrimento da quelle espressioni e quelle frasi non dette. Non vi era nulla di più bello ed etereo nel senso di nebulosa sorpresa che si celava dietro i suoi tratti morbidi dipinti del colore brillante dell’ossidiana.
“So molto bene ciò che vi lega a questo luogo…” sorrisi con l’intenzione di tranquillizzarla, anche se dentro di me serbavo il desiderio ardente di vedere un’ultima volta sgorgare dai suoi occhi viola lacrime salate e dolci come mai mi era capitato di assaggiare.
“Se non doveste tornare non vedo più motivo del mio soggiorno qui. Tornerei semplicemente all’Inferno. Nei meandri più oscuri di quelle valli di dolore e sofferenza, attraverserei le lande desolate sino ad arrivare nel luogo in cui la vostra anima potrebbe trovarsi.. E vi accompagnerei a visitare la regione nord dell’Inferno che conosce ancora il fasto al quale l’ho portata.. Dovessi calpestare orde di draghi ed altre immonde creature.. Compreso Azrael..”

ALARIEL


Socchiusi le labbra per parlare e di nuovo rimasi senza parole… Mossi lentamente le dita sul suo viso, sentendo ognuno dei suoi pensieri, sentendo quanto quelle parole erano così sincere, abbastanza da permettermi di esaudire quel suo silenzioso desiderio senza alcuno sforzo, poiché ognuna di quelle parole, ognuno di quei pensieri mi emozionò a tal punto che furono le lacrime stesse senza alcuna intenzione da parte mia, a sgorgare lente e amare sul mio volto. Non ci ho mai trovato nulla di dolce in esse, se non forse il motivo per cui a volte esse arrivavano a palesarsi sul mio volto… Mi spostai appena, un movimento impercettibile ed aggraziato sino a portarmi in ginocchio di fronte a lui... Nonostante la mia natura mi impedisse di ammettere debolezza, paradossalmente ho sempre amato il sentirmi piccola, di fronte a lui... Poter godere di quel senso di protezione che mai avevo ricercato in nessuno, in tutta la mia esistenza… Sollevai anche l’altra mano, portandola dietro il suo collo e la sua schiena, appena sopra quegli squarci che tanta sofferenza portavano alla vista, quanto malsano piacere al tocco, poiché come lui lo sentiva, potevo sentirlo anch’io.
“Non abbandonereste Erordia vero? E… se anche tornassi... vi sembrerà forse sciocco ma... vorrei poter visitare l’inferno... con voi… al vostro fianco...” chissà forse per cancellare tutti i tristi ricordi che avevo legati a quel luogo...

BELIAL

“Come potrei mai abbandonare Erordia? Ho l’incarico di allenarla a prendere coscienza di ciò che è e ciò che sarà.. Non sono uno che lascia scivolare i propri intenti così nel nulla, potete stare tranquilla.. Che non le mancherà nulla.” Ed è vero. Mai avrei potuto lasciare che Erordia crescesse da sola, senza una guida o una madre che fosse.
“E potete anche star certa che è un piacere assecondare le vostre richieste, soprattutto se riguardano ciò che mi avete appena domandato.. Sarebbe un onore e un privilegio per me..” ampliai il sorriso, gli occhi socchiusi in un lampo chiaro che squarcia il cielo nella notte.
“Dopotutto… Voi siete destinata all’Inferno; come l’ossidiana.. Voi in fondo siete un po’ come questa pietra.. scura, lucida e misteriosa.. E nasce nelle profondità dei vulcani, dove il calore è talmente insopportabile che nessun umano sopravviverebbe nemmeno per sbaglio.. Un luogo così simile al luogo da dove provengo io.. Voi siete destinata all’Inferno.. E all’Inferno voi avete trovato la vostra pace.. Non è.. Buffo?” ogni parola scandita, il tono che man mano si fa più flebile. “Quante somiglianze con l’ossidiana…”
Incontrollabile l’impulso di avvicinare il mio viso al suo, gli occhi si socchiusero, e la mia lingua accarezzò la sua guancia raccogliendo le perle disperate che sgorgavano come un torrente di miele.
Poi un sussurro appena pronunciato, parole che scivolano via evaporando nell’aria come il fumo di una sigaretta accesa. “Non è altro che.. Amore affamato che divorerebbe se stesso se non cercasse il proprio nutrimento nelle finzioni celesti...” le sue mani sulle mie ferite che un tempo furono ali ed ora non sono altro che condanna.

ALARIEL


Un solo brivido, lungo, infinito a percorrermi la schiena e ogni singola parte del corpo… E ancora quella volta mi resi conto di quanto fosse facile per me difficile agire secondo ragione in sua compagnia.
Ho passato la mia esistenza a calcolare ogni mio movimento, ad agire per il mio solo e unico interesse, ad agire solo per ciò che io desideravo e senza curarmi di nient’altro... Eppure, in quel momento, come sempre, mi resi conto che non c’ero più solo io, mi resi conto che non erano più rivolti al mio esclusivo piacere i miei gesti...
Lasciai le lacrime sgorgare perché era ciò che lui voleva, mentre lentamente allungavo ora entrambe le mani verso quelle ferite che sin dal primo momento mi avevano attirata, quasi quanto la sua stessa persona. Perché ricordo che se ne provai orrore, non riuscii mai a distogliere lo sguardo, nemmeno la prima volta che le vidi. Non mossi il viso, lasciandolo così vicino al suo che potevo sentirne il respiro caldo sulla pelle, provando piacere e dolore al contempo mentre lo sentivo raccogliere quelle lacrime che erano per lui e per nessun’altro. Socchiusi le labbra e aprii appena gli occhi, non volevo si allontanasse da me, non ancora.
“Sono destinata a voi... non all’inferno...” ed era vero, ne ero certa, perché in fondo, mi resi conto che, ogni passo che avevo fatto, l’avevo fatto in quella direzione... “Ditemelo ancora...”

BELIAL


“A me, che sono parte dell’Inferno..” puntualizzai fra una risata trattenuta e subito dopo persa nel nulla. Appoggiai la mia guancia alla sua e mossi il capo fino a lasciare le mie labbra sul suo collo.
“Amore affamato che divorerebbe se stesso… se non cercasse il proprio nutrimento nelle finzioni celesti..” risposi alla richiesta con le esatte parole da me poco prima usate, poiché non trovavo altro modo di esprimere un simile concetto. Sapevo bene cosa ci fosse, sapevo bene come andasse, che cosa si provasse, che cosa volevo, tuttavia le parole sembravano essere così limitanti in frangenti del genere.
“Ed ora..” voltai solo le pupille verso il cielo. Nuvole all’orizzonte che sembrano imbrattate di sangue e ombre inquietanti, come se il sole le colpisse coi suoi raggi lasciandole sanguinanti ed imploranti davanti al proprio splendore. “Il sole ci separerà… Saranno però le tenebre a riunirci di nuovo…”

ALARIEL

Inspirai nuovamente, facendo attenzione a non compiere alcun movimento più del necessario… Mossi le mani allontanandole dalle cicatrici della sua dannazione e le portai verso il suo collo, poi verso il suo viso carezzandolo appena con la punta delle dita. Non sapevo cosa dire perché non vi era altro da dire. E qualunque altra cosa io avessi potuto dire in quel momento non sarebbe stata altro che una palese scusa per perdere altro tempo, tempo, che andava certo esaurendosi e sapevo bene che uscita dalla stanza, mi ci sarebbero voluti diversi minuti per raggiungere la condizione adatta a presentarmi di fronte a Khalan, e non avevo intenzione di ritardare…
Spostai solo il viso, quanto bastava per avvicinare le labbra socchiuse alle sue e perdermi un momento in quel calore che sicuramente avrebbe potuto dire molto più di quanto non sarei riuscita a dire a parole. E nonostante avessi voluto, almeno razionalmente che quel bacio mi trattenesse il meno possibile, non potei fare a meno di stringermi di più a lui.
Tienimi qui… non voglio andarmene… Tienimi qui…

BELIAL


Ricambiai il bacio nel modo più intenso possibile in modo da marchiarlo a fuoco nella testa di Alariel.
“L’ora è giunta. Non vi è più tempo da perdere..” ben sapevo quanto lei avrebbe preferito rimanere, rimangiarsi ogni cosa e rimanere rinchiusa in quell’attimo che forse non avrebbe più rivisto, ma vi erano priorità che non potevano farla aspettare. Le posai le mani sulle spalle e la strinsi appena contro di me, suggellando la promessa che innumerevoli volte le avevo fatto.
“Ci rivedremo ancora.. Non dubitarne mai.”

ALARIEL

Annuii e in quel preciso istante decisi che, sino a quando non l’avessi visto di nuovo, non avrei versato più alcuna lacrima. Era tempo per altro ora e non potevo più permettermi alcuna debolezza, fuori da quella stanza, non ci sarebbe stato più tempo per alcun pensiero del genere… Ricambiai per un momento quell’abbraccio inspirando profondamente il profumo della sua pelle in modo da poterlo ricordare in qualsiasi momento… poi li allontanai, solo qualche centimetro, presi il suo polso e ne baciai la pelle calda proprio dove compariva la runa, e senza dire altro perché so che ogni altro gesto ricevuto mi avrebbe distolta da ciò che realmente dovevo fare, scivolai indietro sino a raggiungere il bordo del letto da cui scesi… Mi misi in piedi e lo osservai solo per un momento, lo osservai davvero come si ammira un capolavoro di inumana perfezione, lo osservai perché volevo ben stampare nella mia mente ciò che oltre ogni ragionevole ragione mi dava davvero la forza e un motivo per tornare indietro, il più presto possibile… Senza dir nulla mi voltai e indossai l’armatura leggera, prendendo con me le due spade e tornai a guardarlo avvicinandomi alla porta e poggiando la mano sulla maniglia.
“Non ho mai dubitato di alcuna delle tue parole…” alzai appena le spalle e ora con gli occhi e il viso asciutto mi permisi di sorridere di quella intima confidenza che nulla toglieva al rispetto reciproco, e che così rara godeva di una bellezza tutta sua, così strana e particolare per me che non poteva far altro che rendermi felice. Era sì il momento, ma non volevo che l’ultima immagine che avesse di me fosse di una donna debole e il lacrime... Sorrisi quindi e il mio voto non mutò. Se potevo lasciare qualcosa, volevo lasciare qualcosa di bello, qualcosa che fosse solo per lui, e i miei sorrisi più sinceri non li ho donati a molti. “Mi mancherai... tornerò prima che tu possa pensare alla battaglia...” e riprendere le parole del suo addio non poteva che essere il modo migliore di lasciarlo dopotutto...

BELIAL


Ricordai fin troppo bene il riferimento di quelle parole. Entrambi eravamo partiti per una battaglia. In fondo, ho sempre creduto, che ogni singola esistenza messa su questa terra da quello che dovrebbe essere Padre dell’umanità, non fosse altro che un’immensa battaglia, una guerra in corso continua poiché ognuno lotta coi propri demoni e coi proprio incubi, i più tremendi. Vi è chi non riesce mai ad abbatterli, vi è chi li abbatte senza sforzo, ma è destinato a ritrovarne altri lungo il loro cammino. Ma sono sempre stato convinto che chi combattesse costantemente e, nonostante le perdite, trovasse il coraggio di rialzarsi o ancora, chi trovasse nella sconfitta una sorta di rinascita, potesse avere in mano i fili sottili della propria esistenza. Questo era lei. Avrebbe sconfitto i suoi antichi demoni, ma una volta tornata ne avrebbe trovati altri e altri ancora. La differenza stava solo nel fatto che sarebbe tornata da me con un ulteriore corazza a renderla.. Perfetta.
La osservai alzarsi senza togliere gli occhi da lei. La luce che proveniva dalla finestra illuminava la corazza e il viso ancora umido di lacrime che si sarebbero asciugate da lì a poco.
"Un giorno vi ho detto guardare l'orizzonte poichè sarei tornato.. Io farò lo stesso.. Vi aspetterò al cespuglio di rose osservando l'orizzonte.. Non tardate troppo.." promisi e così sarebbe stato.
Le regalai un ultimo caldo sorriso mentre appoggiava la mano sulla maniglia e silenziosa usciva… verso la sua guerra personale.

Belial
Alariel

 
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1701 replies since 26/1/2009, 01:11   41233 views
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