The Return Incidents, Topic di Scrittura

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_Ann_
view post Posted on 13/4/2010, 18:32 by: _Ann_




- Tre lettere -



Logan era seduto alla scrivania da più di un’ora. Con la penna tra le labbra e il foglio bianco davanti a sé cercava le parole adatte per comunicare agli amici quanto era avvenuto la notte precedente. Trasse un respiro profondo chiudendo gli occhi arrossati sperando di usare la frase giusta, ma non c’erano parole adatte a descrivere quello che provava, solo un dolore muto nel petto, una voragine nell’anima che gli risucchiava le forze. Aprì gli occhi in fretta, temendo di rivedere il volto di Sirius, con quegli occhi chiusi per sempre. Appoggiò la punta della penna sul foglio e lasciò che le parole, fredde e crudeli, prendessero corpo.

"Ieri notte Yuna ha dato alla luce il nostro secondogenito. Si chiama Rigel. Il suo gemello non ce l’ha fatta. E’ morto nel parto. Lo abbiamo chiamato Sirius. Yuna sta bene, Gabriel le ha dato il mio sangue e quello del mio fratellastro per rigenerarsi ma ha l’animo distrutto. Non sono bravo con le parole, non lo sono mai stato. Forse sarebbe stato più delicato da parte mia riferirtelo di persona più in avanti ma Yuna ha bisogno dell’affetto e della vicinanza di tutte le persone che le sono care. Aether ha preso il bambino con sé."
Logan


Copiò questo messaggio in tre lettere, scrivendo sulla busta i nomi delle destinatarie. Alariel. Psiche. Lilith. Tre donne, tre madri. Si chiese come stavano i loro figli, vedendo qui volti piccoli e grandi nella sua mente. Una visione di gioie e sofferenze, sue come delle altre famiglie. Consegnò le buste al corvo appollaiato vicino alla finestra e lo osservò sparire lontano, oltre le nubi grigie e gonfie di pioggia. Non c’era posto per sole o allegria quel giorno.

E’ morto nel parto.

Perché?


Se lo chiedeva ogni minuto. Aveva sentito Gabriel porsi la stessa domanda. Perché? Cercava una risposta tra le mille colpe che si attribuiva, avrebbe fatto di tutto pure di addossarsi tutte le responsabilità, tutto il dolore e liberare Yuna dal peso che la morte del figlio le aveva gettato addosso. Non era stata colpa di Yuna. Come poteva sua moglie anche solo pensare una cosa del genere? Ma la colpa non era nemmeno sua o di Gabriel o della fragile struttura del bambino. Non c’erano colpevoli da odiare perché Sirius non c’era più. Sentì gli occhi che gli prudevano, bruciavano dal troppo strofinare delle mani per arrestare le lacrime. Ora erano tremendamente secchi come se il muto dolore che lo dilaniava lo avesse prosciugato di tutto.
Quando uscì dal salotto il sole stava tramontando, aveva promesso a Lyra che avrebbe dormito almeno un paio d’ore ma non era riuscito a prendere sonno. Contava ancora le ore da quando aveva dovuto dire addio a suo figlio. Nella notte Aether era apparsa per prendere il corpo del bambino. In quel momento avrebbe voluto urlarle dietro la sua rabbia, il suo dolore e chiedere a lei perché Sirius non c’era più. Con quale angoscia la fissò dritto negli occhi ma restò muto mentre le consegnava Sirius. Il dolore non ha suoni. Lo aveva capito ieri notte.
Tornò in camera da letto a continuare la sua veglia silenziosa al letto di Yuna che dormiva un sonno agitato. Stremata nel corpo e nello spirito. Rigel piangeva tra le braccia di Lyra, sano e pimpante, pronto a cancellare con la sua voglia di vivere la nebbia di tristezza e morte che ricopriva tutta la casa.

Logan
 
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