| <_Belial> <un demone che sa perfettamente trovarsi nel posto giusto, nel momento altrettanto giusto stasera ha deciso di trovarsi in un luogo inusuale in cui sa che troverà sicuramente qualcosa di interessante. La costa di Return un luogo ricco ed ogni angolo non è mai uguale ad un altro. Spiagge bianche e paradisiache e alti promontori che si affacciano sul mare arrabbiato. Ed è lì che si trova Belial.. Esattamente sulla punta di un promontorio che guarda il mare che sta inghiottendo il sole. Fuma una sigaretta con lo sguardo puntato verso la palla dorata che sta affogando mentre il vento gli scompiglia le ciocche di capelli bicolor che gli escono dal cilindro, muovendo anche la giacca leggera. Sì, la giacca a luglio, signori. Siamo demoni, mica minipony.>
<{Nathaniel_}> <variegata come il suo paesaggio è la popolazione isolana, ma, purtroppo, stasera sembra che la varietà del creato non faccia parte di questo promontorio brullo e solitario. Sulla roccia bianca, tra i depositi di salsedine, la polvere e le lucertole, si trova anche un angelo custode intento ad arrotolarsi una sigaretta fatta di residui di mozziconi che costellano il fondo di una scatola d'argento. Per definizione, questo esemplare dovrebbe trovarsi all'estremo opposto della catena di esseri viventi presenti su questi lidi rispetto al demone, ma per varie circostanze, più o meno volute da entrambi i personaggi in questione, si trova vicino al sopracitato demone, non solo in quanto a latitudine spaziale, ma anche nelle coordinate della propria anima.>
<_Belial> <prende un lungo tiro dalla sigaretta tenendola per qualche istante davanti alle labbra. Il pollice che accarezza distrattamente la punta del polpastrello del medio mentre la sigaretta rilascia volute di fumo che si perdono nel vento.> Secondo il tuo modesto parere.. Dio.. E' triste? <domanda a fior di labbra all'angelo che gli sta poco distante. Non volta mai lo sguardo, solo lo lascia puntato verso l'orizzonte dove ormai il sole non esiste più ed ha lasciato una scia rossa che sembra sangue.>
<{Nathaniel_}> <l'angelo seduto su una roccia vagamente piatta, i piedi scalzi e le ginocchia che spuntano fuori dagli squarci nei jeans sembra particolarmente impegnato ad ignorare la compagnia presente. Dovendo, purtroppo rinunciare, per questione di educazione, alla sua impresa; alza gli occhi al cielo e recita un paio di salmi in religioso silenzio mentre, con le dita annerite dalla cenere, cerca di spingere della polvere bruciacchiata di tabacco dentro una cartina creata con qualcosa che somiglia molto pericolosamente ad una foglia di bambù seccata al sole.> Perché non fai una telefonata al grande capo e non lo chiedi di persona? O hai perso il suo numero da qualche millennio?<domanda aggrottando le sopracciglia mentre cerca, con scarso successo, di far combaciare le due estremità della sigaretta. > Forse hai paura che risponda una qualche segreteria telefonica? Ma sono quasi certo che i call center e i centralini siano invenzioni dei piani bassi. Insomma, hanno un non so che di frustrante e perverso nel loro modo di gestire le comunicazioni.
<_Belial> <inarca un angolo delle labbra in un sorriso di palese divertimento. Da quanto tempo saranno lì? Non ci è dato saperlo, ma quel tanto che basta da essere già passati al sodo, a quanto pare.> Mh.. <storce le labbra e gira il capo verso l'angelo. Estrae dal taschino una scatolina d'argento, nuova di zecca e prende una sigaretta con la punta delle dita. Si dirige verso Nath e gli porge la sigaretta ben curata.> Evita di fumare quella merda improvvisata, amico mio.. ti fa male.. <sibila poi prende un sospiro.> Be', sì, ho perso il numero da diversi millenni e poi credo non mi vorrebbe vedere.. E' un padre molto severo.. Per qualche stupida scaramuccia, che vuoi che sia? Invece tu, a parer mio, lo sai..
<{Nathaniel_}> <si inumidisce le labbra e lecca l'estremità della foglia chiudendo il piccolo cilindro artigianale, alza le spalle con un sospiro risentito e se lo sistema dietro un orecchio prima di accettare la sigaretta offertagli: in fondo, l'elemosina non si rifiuta mai, per principio.> A volte la curiosità mi spinge a chiederti quale laurea di ti dia il diritto di decidere sui perché della mia salute, fisica e mentale. <scuote la testa ed estrae, dalla scatoletta ai suoi piedi, un accendino sepolto dai mozziconi salvati per i momenti di bisogno estremo.> Poi da qualche parte della mia provata scatola cranica un neurone si accende e mi segnala che le vie del capo sono infinite e spesso meno complicate di quelle del tuo cervello: quindi rinuncio. <tira una boccata di fumo e osserva l'acqua tingersi dal carminio al viola, ombre indaco serpeggiare tra le rocce del promontorio, lambire i suoi piedi e risalire sulle sue gambe per avvolgere ogni cosa nella nebbia ovattata del crepuscolo.> Non chiamo i piani alti, l'attico non mi si addice, sono un tipo da piano terra io. Anzi, sono abituato che, se sorge qualche problema, loro sanno il mio numero molto meglio di quanto non lo conosca io. <una voluta di fumo azzurrino gli sfugge dalle labbra mentre studia la cenere della sigarette confondersi con la polvere ai suoi piedi.>
<_Belial> <lui trattiene l'istinto di ridere e si copre le labbra con un pugno chiuso prima di schiarirsi la voce e guardare Nath con gli occhi seminascosti dalla tesa del cilindro.> Vuoi che in tutti questi secoli non mi sia dedicato alla nobile arte della Medicina, Nath? E poi, diciamocelo, in questo caso ti ho solo concesso un piccolo lusso evitandoti di fumare roba di dubbia provenienza, donandoti una sigaretta degna di esser chiamata tale.. <sogghigna e scuote il capo.> Come sospettavo.. Siamo le ultime ruote del carro celeste.. Ma per quanto mi riguarda, a me non dispiace.. Bisogna capire se dispiace o meno a te.. <sospira rigirandosi verso il mare. Dà l'ultimo tiro alla sigaretta ormai al termine e la getta giù dal dirupo.>
<{Nathaniel_}> L'unica cosa di dubbia provenienza da queste parti sei tu, Beliel. <commenta l'altro con la sigaretta stretta tra le labbra, mentre infila i pollici nei buchi della maglia, tirando le maniche sdrucite fino a coprire ogni centimetro di pelle delle sue braccia.> Qualcuno a detto: Beati gli ultimi...<recita raccogliendo la sua scatola, prima di fare un misero tentativo di togliere un po' di polvere dai jeans praticamente bianchi dall'uso.> Forse l'hai anche conosciuto, ma probabilmente l'hai archiviato insieme a tutti gli altri pazzi che andavano in giro per il deserto ad urlare assurdità sulla salvezza del creato. Orribile la vita del profeta prima dell'avvento dei mass media non credi? <fa un lungo tiro di sigaretta, passandosi una mano tra i capelli albini per scrollarsi di dosso un paio di farfalle che sembrano averlo scambiato per la corolla di qualche fiore particolarmente poco profumato e rinsecchito.> Eppure, anche nell'era della comunicazione, sembra che ci sia gente che non voglia capire; forse era meglio quando i profeti venivano lasciati nel deserto, in santa pace, ad urlare al nulla.
<_Belial> Oh, suvvia, solo perché provengo da un luogo in cui piace divertirsi ed è vagamente caotico, ora devo essere etichettato come un poco di buono.. Come se la città in cui vivevi prima fosse tanto diversa? <alza un sopraciglio e si alza il cilindro con due dita scoprendo totalmente il volto e dando una strana piega al copricapo.> Sì, l'ho conosciuto.. Personaggio piuttosto singolare e atipico.. Sai, credo che siano stati proprio i mass media a distorcerne un po' gli insegnamenti.. Insomma, pace e amore.. Certo.. Ma poi gli umani ci hanno preso la mano e hanno vagamente capito che bisogna distruggere i peccatori e cose simili.. <scaccia l'aria con una mano.> E qui torniamo al discorso precedente.. Dio è triste? Io credo che lo sia parecchio.. E non fraintendermi, non provo pena per lui..
<{Nathaniel_}> <volta lo sguardo verso il mare e osserva le ultime vestigia del tramonto, rivoli rosso sangue che si stemperano in una massa ferma, nera e densa.> Probabilmente il capo è davvero agli sgoccioli se l'unico a preoccuparsi del suo benestare è qualcuno che ha smesso di pagargli l'affitto da tempo immemore.<si passa lentamente le dita sudice attorno al collo, tracciando i contorni di una cicatrice che porta le impronte di un caduto e di un arcangelo, lasciando una scia di polvere cinerea sopra di entrambe.> O forse significa che, alla resa dei conti, dopo i titoli di coda, c'è ancora speranza per il figliol prodigo se il padre resta sempre nei suoi pensieri. <la punta incandescente della sigaretta illumina un mezzo sorriso sul volto pallido, le guance scavate dello stesso colore bluastro dei cerchi scuri attorno ai suoi occhi.>
<_Belial> Io mi sono sempre preoccupato per lui.. <sorride affabile. Sciocca la lingua contro il palato.> In fondo, mi ha dato la vita.. E' bene essergli grati, ce lo insegna proprio lui.. Ma in realtà, per quanto possa farti strano, avrei preferito sentire te.. parlare di lui.. <alza entrambe le sopraciglia.> Ma sei così.. Riservato.. <inclina la testa di lato studiando bene i tratti di Nath dalla brace della sigaretta e tace per qualche istante che pare interminabile. Chissà a che pensa..> Spero che tu abbia ancora le tue scorte, Nath..
<{Nathaniel_}> Avevi solo da chiedere se ti serviva la favola della buonanotte, fratello mio. <ribatte studiando la carta che brucia pericolosamente vicina alle sue labbra.> Quale preferisci sentire? Quella di tutte le creature a sua immagine e somiglianza? O, magari sei più per qualcosa di poetico: In principio era il verbo... Che ne dici?<domanda spegnendo deliberatamente il mozzicone contro uno spigolo della scatoletta, prima di riporlo con attenzione all'interno di essa. Aggrotta le sopracciglia e studia sottecchi il caduto, il viso circondato da un alone di lucciole particolarmente invadenti ed inopportune.> Eppure, Beliel, dovresti saperlo: non si può raccontare una storia d'amore in modo imparziale, perché, in fondo, non è nient'altro che questo; ma non troverai nelle mie confessioni di fede la risposta alle tue domande teologiche. <all'ultima domanda del caduto si limita a portare una mano nello scollo sformato della maglia ed allargarlo fino a scoprire la fiala semipiena che riposa sul suo petto, al centro di un livido scuro: un fiore che si spande sulle sue costole tracciandole con petali appuntiti come dita violacee.>
<_Belial> Sono per la storia di un angelo che, seppur abbandonato dal proprio creatore, continua a suo modo a credere in lui.. Mi sarebbe piaciuto ascoltare questa storia e.. Be'.. <si massaggia il mento, le braccia incrociate sul petto.> E mi chiedo quindi: Dio è triste? Non si sentirà immensamente addolorato per ciò che compie nei tuoi confronti? <alza un angolo delle labbra disegnando un sorriso ambiguo. Un misto fra la comprensione e il divertito. Impossibile descrivere una simile espressione, impossibile capire quanto vi sia sincerità in quelle parole.> Una storia d'amore piuttosto triste, dopo tutto.. <solo uno sguardo sfuggente alla fiala sul petto di Nathaniel e a quel fiore che si dipana sul suo petto. Muove alcuni passi verso l'angelo, infine, e si inginocchia davanti a lui. Allunga una mano, la fa passare fra i capelli come una vipera che si insinua in un rovo di spine e lo spinge verso di sé. Posa le labbra sulla fronte dell'angelo.> Così sia, fratello.. Così sia..
<{Nathaniel_}> <al tocco dell'altro chiude gli occhi, le ciglia candide, vagamente umide, sfiorano il viso del demone prima di poggiarsi sugli zigomi dell'angelo custode.> Non sono forse queste le storie che rimangono più impresse? <sussurra a fior di labbra, passando una mano lungo il colletto inamidato del caduto fino a sfiorare i suoi capelli.> Quelle dove un qualche, sadico, narratore, si compiace nel descrivere le mille fatiche di un'anima in pena prima di un qualche, glorioso, lieto fine. <mormora con un sorriso amaro, mentre inspira il familiare profumo d'incenso dei gironi infernali mischiato all'odore di salsedine.> Ma forse è questo che vuoi sentire: è il mio dubbio, il mio tentennare sulla certezza di quei titoli di coda su una scena da manuale..
<_Belial> <lascia le labbra a contatto con la pelle liscia della fronte dell'angelo e muove le dita fra i suoi capelli. La serpe che si infiltra sempre di più fra i rami spinosi del cespuglio sino a trovarne riparo sicuro. Un gesto di dolcezza distorta, quasi macabra, ma estremamente gentile se visto dall'esterno.> Buffo come le storie più tristi e drammatiche siano quelle che rimangono più impresse nella memoria e sia allo stesso tempo le più belle, vero? E.. <scuote la testa sospirando leggermente. Uno sbuffo leggero fa spostare una ciocca finissima di capelli dell'angelo.> Non i tuoi dubbi.. Non il tuo tentennare.. Voglio che il tuo dolore e la tua tristezza siano miei.. Che si amalgamino e si aggrappino alla mia anima, che filtrino attraverso le tue vene e arrivino sino al cervello per poi esplodere in scintille di gloria.. Poiché, se ci pensi bene, l'unico che ha cercato di salvarti fin'ora.. Sono stato io.. <allunga la testa verso l'orecchio di Nath proferendo queste parole, quasi fosse un segreto inconfessabile. Le lucciole danzano intorno ai due corpi illuminandoli di una luce tenera e tenue.>
<{Nathaniel_}> <scuote leggermente la testa lasciandosi sfuggire una risata soffocata. Schiude le palpebre e studia per qualche secondo la linea della mandibola del caduto, la pelle pallida, liscia e fredda che svanisce elegantemente tra le pieghe della camicia.> Rinuncerai mai alla tua vanagloria? <domanda senza attendere realmente una qualche risposta. Sposta più in basso la mano sul collo dell'altro, gli afferra il colletto e lo allontana dalla sua fronte con uno strattone fino ad incontrarne lo sguardo tagliente, alla stessa altezza dei propri occhi.> Smettila con la tua campagna elettorale per la mia anima, è sminuente per la tua persona e rischi di risultare noioso come una replica in diferita. <inarca le sopracciglia, e, lasciata la presa, allunga anche l'altra mano lisciandogli il reverse della giacca con una smorfia ironica.> Senza contare che, se smettessi di sibilare i tuoi perversi propositi per qualche secondo, potresti goderti la mia capitolazione in prima serata, senza dover muovere un dito. <stringe i pugni sulla stoffa rigida della giacca, le nocche candide arrossate nella presa, sente il sapore di sale e polvere sulle labbra secche mentre, con un gesto repentino, attira nuovamente a sé il caduto.>
<_Belial> <belial scoppia a ridere. Una risata fragorosa e sonora che spezza il silenzio che poco prima si era creato.> Mai.. <sibila fra i denti, ora con un'espressione di ben poco celata malvagità.> Non ci riesco a non essere irritante, egocentrico e vanaglorioso.. Cosa vuoi farci? <afferma mentre le risate ancora gli muoiono in gola, si lascia strattonare, sì, ma poco dopo è lui che prende per il colletto della maglietta sgualcita l'angelo. Con una mano gli tiene la stoffa logora mentre con l'altra cerca la fiala sul petto ed una volta che l'ha trovata la preme contro la carne di Nath.> E allora non aspetto altro che tu lo faccia, fratello mio.. Zittiscimi con le tue parole e i tuoi racconti.. <gli parla a pochi centimetri dal viso, un sorriso gli si disegna sul volto.> Perché sai una cosa? Lo devo confessare.. Provo immenso dolore per la tua situazione.. Provo quasi rabbia e frustrazione, sai? Io stesso.. La provo ogni volta che ti sfioro, ogni volta che ti sento sotto le mie mani.. E i miei occhi parlano più di mille delle mie parole imbrattate di miele.. Ed ora le frasi che proferiscono ti scorrono dentro ed io ti sento sempre più vicino.. Lo sai questo? <inclina la testa di lato, ha sibilato le parole con un misto di rabbia e un piglio inquietante, tuttavia non ha mai mollato la carezza sul petto dell'angelo. Non ha premuto sino a fargli male, ma solo sfiorato come monito forse più per se stesso che per Nath.>
<{Nathaniel_}> <si lascia andare ad un sentito sospiro alzando nuovamente gli occhi al cielo, solo per venire abbagliato da una lucciola che si è posata sul suo sopracciglio immacolato.> Non so se inneggiare al miracolo per il tuo ritrovato senso di carità verso il prossimo, o se disperarmi per la perversa interpretazione del concetto che ne dà il tuo cervello. <rabbrividisce sentendo i muscoli dello stomaco contrarsi improvvisamente, chiude gli occhi e inspira, un rivolo di sudore freddo gli scivola lungo la tempia disegnando il suo profilo contorto in un'espressione di dolore. Inconsciamente porta una mano su quella del caduto premendo la fiala contro le sue costole, afferra convulsamente il ciondolo stringendo le dita del caduto mentre sente la morsa allo stomaco affievolirsi, riuscendo finalmente a prendere aria.> Se i tuoi occhi parlassero quanto la tua lingua saresti già diventato cieco da secoli per averli stressati troppo. <ribatte con voce spezzata, il fiato corto mentre riprende il controllo di sé. Poggia una mano sulla roccia e tenta di alzarsi in piedi, barcollando instabile.> Sono lusingato, ma spesso preferirei non viaggiare sulla corsia preferenziale del tuo vangelo apocrifo, soprattutto quando va in streaming nel mio cervello. <strizza gli occhi cercando di capire se i filamenti luminosi che sembrano costellare la sua visione periferica, siano lucciole impazzite o frutto della sua mente; boccheggia nell'aria della sera sentendo la brezza salmastra, improvvisamente gelida, contro la propria pelle. >
<_Belial> <e finalmente il silenzio cala definitivamente quando Belial mette fine alle sue parole. Solo un sorriso mentre trattiene Nath dall'alzarsi e appoggia le labbra sulle sue in un bacio che sa di sbagliato e di profano, ma che mette fine a tutte le parole, tutte le congetture e a tutto il resto... Un bacio che sa d'amore fraterno, ma al contempo profuma d'istinto. Quando si allontana guarda Nath negli occhi con un angolo delle labbra alzate.> Alla prossima puntata, Nathaniel.. <lo aiuta ad alzarsi trattenendolo con un braccio e una volta assicuratosi che il fratello sia in piedi con le sue gambe, abbassa il cilindro a mò di saluto, pronto ad allontanarsi.>
<{Nathaniel_}> <l'angelo vacilla malfermo sulle gambe, sente il sapore del suo sangue sulle labbra secche mentre cerca di soffocare un lamento che non ha niente a che fare con le sue ginocchia che graffiano, dolorosamente, il terreno. Nella sua testa, nelle sue orecchie, regna uno silenzio statico, come una televisione su un canale morto, eppure può sentire l'elettricità attraversare il suo corpo, strisciando nel suo sistema nervoso. Sbatte le palpebre disorientato ritrovandosi, improvvisamente, in piedi da solo; un'oscurità ovattata e silenziosa che lo circonda mentre un fischiare insistente batte nelle sue tempie. Si abbraccia, rabbrividendo, le unghie che grattano i suoi avambracci attraverso la stoffa fine, sente i nervi a fior di pelle, le vene che premono contro la superficie sottile e tirata, quasi traslucida, della propria pelle. Non riesce a distinguere la sagoma del caduto che si allontana nell'oscurità, non riesce a comprendere se il battito ritmato al centro del suo petto è un colibrì isterico, i suoi ventricoli impazziti o la fiala che segna il tempo del suo respiro affannato mentre, alla cieca, barcolla verso l'interno della foresta. Con gli occhi spalancati, le pupille ridotte a due aghi sottili nell'iride, si dirige verso il suo rifugio, verso una custodia lasciata aperta sul pavimento marcio, verso l'unica cosa che la sua mentre riesce a concepire, un bisogno atavico come quello di respirare. Si aggrappa alla corteccia degli alberi lungo il sentiero contando i respiri che passano attraverso le sue labbra gonfie e i passi che lo dividono dalla sua meta, cercando di ignorare le ombre che sembrano trattenerlo, stringerlo e graffiarlo, dietro ad ogni ramo sul suo cammino.>
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