Due sere faHellesAnche stasera sono tornata da sola nella mia camera. Beh, non proprio da sola, sono con mia figlia. Da quando è nata sta prendendo tutte le mie attenzioni per sé, le sto dietro giornate e nottate intere, mi sembra di vivere solo in funzione di lei. Si, è così ormai. Soprattutto ora che è piccola e indifesa e non si rende conto dei pericoli del mondo. Sono felice di farlo, ma mi sembra di non poter avere più una vita privata mia. Mi sento completa insieme a lei, ma a volte mi pare di avere dei rimpianti… No, rimpianti è una parola sbagliata! Ovvio che non ne ho a causa sua, ci mancherebbe, ma il fatto è che a volte mi trovo a pensare che mi manca il tempo di vivere come facevo prima. Non posso fare la “cacciatrice” con una figlia a cui badare, sarebbe rischioso e insano per lei, e io ho delle responsabilità. Dorothea assorbe il mio tempo e tuta me stessa, e va bene così ora, solo che… ogni tanto sento la mancanza di qualcosa… Ecco, diciamo che talora sento dei vuoti che non riesco a colmare, le mie esigenze di donna si fanno sentire, e vorrei solo riuscire a sfogarli… almeno ogni tanto. Dopo tutto è da quando ho concepito questo gioiellino che non tocco uomo. Il massimo è sfiorare gli arti superiori di Balthasar per passarci la bambina. E no, non sto dicendo che mi manca qualcuno accanto, non voglio più storie né relazioni troppo serie. Vorrei solo che quei bisogni di donna potessero trovare soddisfazione ogni tanto. E non col primo che capita, c’è sempre Dorothea e i rischi in quest’isola sono alti. La gente qui è scaltra, furba, subdola e senza scrupoli. A me questo non importa, ma lei è piccola e innocente e non ha nessuna colpa per trovarsi qui.
Le vado vicino e la guardo dall’alto mentre lei sorride sollevando le manine come per toccare i pupazzetti della giostrina che girano intorno al suono del carillon. Ha gli occhietti belli vispi e nessun segno di stanchezza, non ha alcuna voglia di dormire. E’ così bella… Ho deciso: stasera strappo alla regola, la prendo in braccio e la bacio sulle guanciotte paffute, poi le sussurro dolcemente all’orecchio <stasera dormi nel lettone con mamma, ti va?> Non può ancora rispondere, ma continua a sorridere con quegli occhini pieni di vita. Quegli occhi… La sistemo nel letto accanto a me e la guardo giocare coi piedini. Quanta grinta stasera! In un attimo penso “Sono proprio una buona madre! Sto dando importanza solo a lei, mettendo in secondo piano qualsiasi altra cosa, anche le mie esigenze. Chissà, magari la serata con Victor avrebbe potuto avere risvolti interessanti, ma non era il momento.” Mi compiaccio, sono orgogliosa di ciò che sto facendo per lei. Ci credo così tanto che mi immergo completamente in tutto ciò e quasi non mi accorgo che bussano insistentemente alla porta. A quest’ora? Chi diavolo è? Lascio Dorothea nel lettone mentre mi infilo alla svelta la vestaglia per rendermi più presentabile e coprire la sottoveste di raso nero che è fin troppo corta pure per me, ma mi piace così! Ritenendo di essere più decente, apro lentamente la porta per scorgere chi sia… sorpresa! <tu?>
NickolasLe ultime sere c’è stata una svolta nelle temperature. Stiamo andando incontro alla bruta stagione e quella semplice aria fresca serale estiva, tanto agognata dopo un’afosa giornata, si sta tramutando, poco a poco, in brezza fredda talvolta pure fastidiosa. Se non si sta attenti si rischia di prendere un colpo d’aria e anche il raffreddore. Eppure a volte io cerco di fare il contrario, ogni tanto mi vesto di meno quando esco la sera, soprattutto quando ho certi istinti da soddisfare. Talora adoro sentire i brividi salirmi lungo la schiena causati da una ventata d’aria fredda. E ‘una di quelle cose che grazie a questo stupido corpo sono in grado di provare, e che da spirito informe ignoravo completamente. Che strano, chissà perché la gente si copre… Ho sentito il freddo pungente dell’inverno, quello che ti entra dentro fin nelle ossa e ti fa gelar il sangue, come si suol dire. Può essere seccante, ma a volte potrei definirlo quasi emozionante. Mescolare i brividi causati dal freddo con quelli portati dall’eccitazione per l’uccisione di qualcuno, che a sua volta prova brividi di terrore, è una sensazione che fa sentir pieni,vivi. Sento fremere la mia vita in questo corpo, il sangue scorrermi nelle vene, che pulsano frettolose animate da quel liquido rosso irrequieto a causa dell’adrenalina che mi agita.
Questa è una di quelle sere. Sono appena rientrato nel castello soddisfatto dei miei ultimi atti. Ora, a coronamento di questa serata ci vuole una visita a quell’adorabile bambina, che troppo ha atteso per un incontro intimo con me. Devo dir la verità, nonostante il padre è venuto fuori un bell’elemento. Spero di trovarla sola con la madre, e non in mezzo a una marmaglia di persone come l’ultima volta. Mi tocca pure bussare insistentemente, probabilmente dormivano già, ma quando l’angelo apre deve ricredermi: sono belle sveglie, la piccina è sul lettone che gioca e pare non avere alcuna intenzione di appisolarsi.
<buona sera, Helles!> lei tituba quando mi vede, ma mi basta spingere appena per riuscire a entrare e dirigermi dritto verso il letto. <oh tesoro, vieni da papà” salgo in ginocchio sulle lenzuola e prendo in braccio Dorothea.
Helles<oh…eh…> è l’unico suono che mi esce dalla bocca quando entra e si dirige da mia figlia. Lo stato di semi torpore finisce quasi subito. <non sei suo padre, non rivolgerti a lei così!> sentenzio risoluta. No, non mi va che faccia diventar matta mia figlia. Ce n’è già uno di padre ed è sufficiente. Torno verso il letto e mi avvicino a loro mettendomi dal lato opposto. Dorothea non piange tra le braccia di Nickolas, ma lo guarda seriamente. Poi allunga una manina verso la sua cicatrice.
Nickolas<ok ok, non le dirò più così> rispondo un po’ seccato. Permette a quello là di farsi chiamare papà da questo gioiellino...bah! La piccola mi guarda seria, ma non piange. Spalanca gli occhietti che fissano subito la mia grande cicatrice e prova a toccarla. Scuoto la testa in segno di disapprovazione e mantengo uno sguardo serio mentre la fisso negli occhi. Lei mi fissa a sua volta. Rimaniamo così per un po’ mentre la madre ci squadra con espressione perplessa sul volto. Percepisco che vorrebbe intervenire, ma per qualche motivo si trattiene dal farlo. Io e Dorothea continuiamo il nostro gioco a chi cede per primo. Brava piccolina, tenace e caparbia, non ha nessuna intenzione di mollare, io neppure. A un certo punto, con un gesto repentino, allunga la manina verso una ciocca di capelli che mi ricade sugli occhi e dà uno strattone bello forte. Quindi, soddisfatta di avermi fregato, se la ride prendendosi gioco di me e batte le manine. La strangolerei.
HellesPer un po’ non capisco cosa stiano facendo. Quando Nickolas la rimprovera temo quasi che possa mettersi a piangere, invece, con mio grande stupore, gli tiene testa. Dimostra gi di avere un bel caratterino, soprattutto quando gli tira i capelli e poi ride come una matta, consapevole di averlo battuto. <oh, mi dispiace tanto, Nick, lo fa con tutti> mi affretto a scusarla, ma in cuor mio sono orgogliosa di lei e penso “Brava tesoro, fagli vedere chi sei!”.
In ginocchio sul letto divarico le gambe per mantenere l’equilibrio mentre la riprendo fra le braccia, ma per sbaglio con un ginocchio pesto un lembo della vestaglia che, tirata, si apre lasciando intravedere la mia succinta sottoveste in raso nero.
Nickolas<no, non preoccuparti> la tranquillizzo, ma in realtà quella bimba deve imparare un po’ di buone maniere. Ad ogni modo, ha dimostrato di avere coraggio e furbizia… non ha preso da nessuno dei due! Lascio che Helles si riprenda la figlia, e mentre lo fa non posso non guardare ciò che mi si offre davanti, grazie alla sua vestaglia che gentilmente si apre per me. Sembra svestita apposta come se avesse un appuntamento di fuoco con qualcuno. Seguo tutti i suoi movimenti senza distogliere i miei occhi da quel corpo che mai ho sfiorato più del dovuto, e quando si siede sul letto accanto a Dorothea mostra anche ciò che non dovrebbe. <aspettavi qualcuno?>
HellesCoccolo per un po’ la mia piccina tra le braccia prima di posarla nuovamente sul letto in mezzo a noi. Sento lo sguardo di Nickolas addosso, i suoi occhi di ghiaccio stanno penetrando ogni centimetro della mia pelle. Sono praticamente mezza nuda davanti a lui eppure non ho alcuna voglia di coprirmi. E’ tanto che non mi sento così, guardata, desiderata… Non tocco uomo da quando ho concepito Dorothea. Non riesco a contenermi e inizio a fare pensieri scabrosi. Vorrei che mi sfiorasse delicatamente e poi che mi saltasse addosso e mi possedesse con desiderio ardente di farmi sua.
Per gli Inferi! Ma che mi salta in mente? <no, nessuno, io e Dorothea siamo sole anche stasera>. Ma come ho potuto immaginare che… Un brivido caldo mi scuote quando la sua mano si poggia sul mio ginocchio e con tocco lieve comincia a salire lentamente.
NickolasLa mia mano si ferma a metà. Posso sentire la sua candida pelle rabbrividire e il suo corpo tremare, tutto ciò per averla semplicemente sfiorata. Riesco a percepire il suo desiderio accendersi sotto le mie dita. Probabilmente non mi caccerebbe neppure se ci provassi anzi, aprirebbe le gambe senza pensarci due volte. <da quanto tempo non stai con un uomo, Helles?>
Helles<la mia vita privata non è cosa che dovrebbe interessarti. Ho mia figlia a cui pensare, non posso far entrare sconosciuti qui dentro> Ma cosa mi salta in testa di dirgli che non sono affari suoi? E poi lui non è uno sconosciuto! Adesso si che se ne va, se c’erano remote possibilità le ho bruciate tutte… cacchio!
Nickolas<complimenti, ti stai comportando in maniera eccellente con lei!> e questo lo penso sul serio, sta mettendo sua figlia davanti a tutto. Non avrei mai detto che sarebbe stata così tenace. <però non puoi ridurti in questo modo. Hai una vita da vivere e delle esigenze che non puoi ignorare. Io posso darti una mano…> Già, potrei stare con Dorothea mentre tu ti diverti. E finalmente avrei del tempo per stare da solo con la piccola .
Helles<dici davvero?> non lo chiedo per sapere se crede sul serio che sia brava come madre, ma per sapere “come” può aiutarmi. Oh si, resta qui stanotte, per favore… lo so che sarebbe sbagliato, ma ha ragione: ho le mie esigenze che non posso ignorare. <in che senso tu puoi aiutami?> mi protendo verso di lui e parlo con la voce bassa e più sensuale che possa fare. E invece la sua mano si stacca dalla mia coscia quando riprende a parlare.
NickolasLa vedo ardere, sta bruciando di desiderio, è una cosa talmente intensa da poterla quasi palpare. Che peccato, sarò costretto a deluderla. <beh, potrei aiutarti con Dorothea. Potrei tenerla con me quando hai “certe intenzioni”. Insomma, ci sarà sicuramente qualcuno su quest’isola che potrebbe attirare le tue fantasie, non è giusto che tu le reprima per pensare a tua figlia.> La guardo intensamente negli occhi e continuo a parlare piano <voglio il suo bene allo stesso modo di te e so da che deve stare lontano. Posso tenerla io ogni tanto> E’ rapita da me, ma di certo non si aspettava questo.
HellesA dire la verità rimango un po’ delusa. Io speravo che fossero altre le maniere in cui mi proponesse il suo aiuto. Diamine, sono davvero presa così male? Eppure ha ragione, non posso negarlo. Lui ci tiene alla piccola, potrei fidarmi davvero. E poi, ora che Eleonor ha già Hope non posso onerarla anche del mio fagottino. <hai ragione> sospiro…e io che pensavo… <se per te non sarà un peso, sarò lieta di affidarti Dorothea ogni tanto> Non resterà qui stanotte. Tento un ultima volta prima di cedere, scendo dal letto e mi metto in piedi dandogli la schiena. Lascio scivolare giù la vestaglia en modo che possa guardare bene cosa si perde. Lo sento rispondere, ma quando mi volto non c’è più. Mi metto accanto alla bimba, che è ancora sveglia e proviamo a dormire.
NickolasLa vedo spogliasi di fronte a me. Probabilmente se non fosse lei mi sarei già avventato su quel corpo per farlo mio. <io e Dorothea staremo bene assieme> confermo semplicemente prima di sparire. Rimango lì nell’aria a guardarla ancora un po’ finchè non si addormenta. Poi esco e mi dirigo verso altre mete.
Helles-Nickolas
ma che cariniiiii!! La bimba in braccio al papà quanto è cara!!! Lui ha delle belle braccia forti per tenerla, ehsi! *_________*