Oggi, dopo il tramonto..Catherine Era appena tramontato il sole a a Return e questo poteva voler dire solo una cosa: tutte le creature della notte erano a caccia. Nei pressi della cascata c’era un silenzio inverosimile, solo il rumore dell’acqua che si infrangeva sulla parete rocciosa, per poi finire nel laghetto, produceva un suono che aveva qualcosa di magico ma allo stesso tempo acuiva il silenzio lì attorno. Seduta su un ramo di un salice, che si trovava proprio a ridossi dell’argine del laghetto, sembrava esserci una creatura. Era immobile, le gambe che pendevano dal ramo e i lunghi capelli neri, abboccolati, ricadevano sulla schiena.
http://weheartit.com/entry/14797031/in-set...uliot-catherine Vestita di bianco e con la pelle ancor più chiara, aveva un’espressione assente, come se fosse rapita da quel silenzio fino a perdersi dentro di esso. Qualcosa non quadrava.. forse quella non era la vampira timida e dolce che tutti conoscevano, anche se aveva le sue sembianze. In quei giorni sull’isola tutti i vampiri avevano qualcosa di diverso ma.. non era solo quello. Dentro di lei si nascondeva una predatrice che solo il sangue della regina poteva risvegliare. Era una creatura nata dalla notte e, probabilmente, stava aspettando qualcuno.
CastielNella stessa sera in cui una vampira attendeva la sua prede, un angelo passeggiava lungo le sponde del fiume, nei pressi della cascata. Non era li per nessun motivo particolare, se non quello di trovare conforto nella meraviglia che la natura di quel luogo offriva la notte. L'acqua e la stessa vegetazione era rischiarata dalla luna e a lui quel bagliore magico e quasi ultraterreno era sempre piaciuto.
che ci fosse un'altra creatura nelle sue vicinanze lo sentiva, ma non dava segno di preoccuparsene, soprattutto perchè in quell'isola, d'altronde, non si è mai soli e, sebbene sia spesso guardingo e su chi va la, ultimamente aveva provato a fidarsi anche delle creature meno vicine a un angelo, come ad esempio draghi o vampiri. Chissà che questa notte non si imbatta proprio in una della creature che lui conosce.
CatherineIl vento leggero continuava ad accarezzarle la pelle. Era una sensazione unica come lo stesso profumo che lo stesso vento le portava alle narici. I suoi occhi erano chiusi, adesso, concentrata a non perdersi il minimo movimento che la creatura angelica -che l’altra parte di se aveva già conosciuto- compiva sotto i suoi piedi. Era una sensazione particolare perché se da un lato non vedeva l’ora di assaporare quel sangue tanto particolare, dall’altro sapeva che sarebbe stato molto più divertente.. giocare.
Appoggiò le mani sul ramo e dopo aver aperto gli occhi, che erano di un colorito ambra intenso, inclinò la testa da un lato mentre cantava una melodia che ella stessa aveva scritto, con voce sottile e cristallina. L’angelo l’avrebbe udita e forse anche riconosciuta. Peccato che lei non era più la gracile vampira che aveva conosciuto. Non lo era adesso e.. chissà quando sarebbe tornata tale.
CastielInfatti il fine udito dell'angelo percepisce subito le dolci note del canto della vampira, tanto che si ferma poco lontano dal salice, puntando subito i suoi occhi chiarissimi in direzione delle fronde più nascoste della pianta. Rimane per qualche istante fermo, chiedendosi appunto dove avesse già sentito quella voce.. Poi, ricordandosi della vampira amica di Anthea, si avvicina senza alcun timore al salice, alzando lo sguardo per individuare la figura della vampira poco più in alto.
"Catherine.. Se dico che questa melodia è a dir poco angelica, spero tu non ti offenda.." Magari no, peccato che non è proprio la Catherine che lui si aspetta quella che canta ora.
CatherineRestò sul ramo, consapevole che l’angelo non poteva vederla se nascosta dalle lunghe fronde. Il suo sguardo in quel momento bramava sangue e non poteva mostrarsi così o l’angelo avrebbe capito troppo presto cosa stava per accadere. Sapeva anche che la stava ascoltando e lei continuava a deliziarlo con la sua voce melodiosa, tipica di molti vampiri. Amava quella canzone anche se era conscia del fatto che la vera Catherine l’aveva scritta per un amore perduto, cosa che la vampira di adesso trovava sciocca. L’amore non esisteva.. solo il sangue valeva la pena di provocare sofferenza. Si interruppe, poco dopo le parole dell’angelo e continuando a guardare di fronte a se, gli rispose dopo aver ritirato i canini affilatissimi.
“Perché dovrei offendermi.. è la verità dopotutto. E’ proprio vero che gli angeli non possono mentire..” Lui non poteva cogliere i suoi gesti, era troppo veloce in quello stato. E probabilmente non si sarebbe accorto che lei era arrivata alle sue spalle se non gli avesse sfiorato la schiena con un dito.. quasi come fosse una carezza.
“Ciao Castiel..”CastielAnnuisce alle sue parole, infondo è vero che per natura lui non può mentire, anche se quel complimento a una creatura simile a Chaterine avrebbe potuto dare fastidio. D'altronde, un vampiro è ciò che più lontano possa esserci da un angelo.
"Paragonando la tua voce alla nostra, pensavo di cogliere.. Rammarico.. O stizza, ma così non è stato, quindi, sono contento tu l'abbia recepito come un complimento.." Si gira esattamente quando lei gli sfiora la schiena con un dito, togliendo Catherine dall'impiccio di essere nel bel mezzo dell'ombra ingombrante che nient'altro sono che le sue ali in forma *nascosta*.
"Buonasera a te, Catherine.." Si accorge di qualcosa? Ovviamente, d'alronde sulle sue spalle porta innumerevoli millenni di esperienza. Catherine al momento è una vampira pura, ma lui è un soldato con infiniti combattimenti alle sue spalle. Sa cosa sta succedendo ai vampiri? Probabile anche questo. Ma non sembra momentanemanete abbia intenzione di andarsene da li.
CatherineCerto un vampiro è quanto di più lontano dalla luce possa esistere, ma in quel momento a Catherine interessava altro, piuttosto che una conversazione filosofica su luce ed ombra.
“Rammarico, dici? Oh no.. Castiel, no..” un sorriso si palesò sulle sue labbra, niente di angelico questa volta, anzi.. era tutt’altro.
“Un complimento è pur sempre un complimento.. e forse non sai che noi vampiri adoriamo essere.. adorati.” Una risata questa volta, ruppe il maestoso silenzio. Era la risata di una bambina che aveva tutta l’intenzione di fare la predatrice, dato che l’altra parte di se teneva spesso celato quell’aspetto dell’esser vampiro. Le piaceva il modo in cui l’angelo la guardava. Sapeva che aveva colto quella diversità che si manifestava in lei e ciò non fece altro che accrescere il suo desiderio.
“Io vi piaccio, Castiel? Intendo la mia razza? Perché non mi sembrate per nulla spaventato..” sbatte le ciglia lunghe e nere e si spostò al suo fianco per posargli una mano sulla spalla e quindi sporgersi oltre questa. Voleva ammirare ancora l’ombra di quelle ali maestose che l’angelo celava nell’ombra.
“Perché le nascondete? Ciò che è bello deve sempre essere mostrato..”CastielCastiel coglie ogni sfumatura delle diversità che la vampira presenta, non gli sfugge nulla, ma ancora sembra mostrare una calma assoluta.
"Lo so benissimo, Catherine, eccome se lo so.. Ecco perchè con voi bisogna dosare le parole.. Una in più o una sbagliata potrebbero scatenare l'ira della vampira più docile.." Che sia un'allusione proprio di quello che sta succedendo a lei? Probabile.
"Sono un angelo, Catherine.. Non ripudio nessuna razza senza prima averla conosciuta.. Certo ammetterai che continuare ad attentare alle gole delle più delicate e innocenti creature, non fa di voi i miei beniamini.." Infatti. Osserva ogni suo movimento, rimanendo calmo anche quando la vampira gli si apposta sulla spalla. Le ali, o meglio l'ombra di queste, ha appena un fremito, ma continuano a rimanere tali e a non palesarsi nella loro forma originaria.
"Perchè al momento sono molto più utili in questa forma, non trovi?" Perchè glielo chiede? Perchè ha ovviamente capito le sue intenzioni.
CatherineLei continuava a sembrare una bambina capricciosa, che voleva semplicemente quello che più desiderava al momento. Ma non sembrava esser turbata dalla calma di Castiel. Lui era un angelo del paradiso e non poteva aspettarsi altro.
“Su questo ti sbagli, le parole per noi non hanno molto peso. Piuttosto ci interessa quello che sentiamo provenire da..” tornò davanti a lui posando, con un gesto leggero, ma per certi versi sensuale, il dito pallido e sottile sul cuore dell’angelo.
“da qui. E’ quello che sento provenire da voi.. è una sensazione che non si può descrivere a parole. Vi dico solo che il vostro cuore, è in grado di svegliare anche le vampire più docili..” Lo guardò per un momento seria, con lo sguardo fisso nel suo. Poi una risatina cristallina accompagnò la mano che, dal petto, si spostò fin sulla guancia dell’essere celestiale.
“Uhm.. credo di non capire questo ragionamento. Voglio dire.. a voi è concesso uccidere creature solo perché ve lo ha ordinato qualcun altro.. e noi non possiamo farlo per semplice sopravvivenza? Io se non mi nutro.. non *vivo*..” Cercò di assumere un’espressione dispiaciuta, lasciando allontanare la mano dalla guancia di Castiel. Poi si voltò, dandogli le spalle.
“io continuo a pensare che dovreste mostrarle.. non credo vi sarebbero comunque d’impiccio”CastielGuarda il ditino scivolare sul suo cuore, segue il movimento con il capo, ma ancora una volta sta fermo, anche se ora lo sguardo che punta su Cathy è un po' più serio. Non si capisce se voglia farla arrendere per sfinimento mostrandosi ipercalmo o cosa. Però quando lei fa risalire la mano ha un leggero sussulto, un po' perchè al tocco di una qualsiasi creatura non è abituato, un po' perchè è in parte sulla difensiva ora.
"A noi è concesso uccidere solo se questo è il limite, l'ultimo gradino da scavalcare per raggiungere lo scopo prefisso.. Non per sopravvivere.." La guarda voltarsi,a retrando di un passo e, ancora, con le ali ridotte ad ombra.
CatherineLa vampira non si scompose di fronte a quella calma innaturale. Certo, avrebbe preferito sentire la paura nella sua preda, sentimento che l’avrebbe fatta scattare al suo collo in poco più che un secondo. Ma quella calma le dava il tempo per continuare a parlare con l’angelo, come se il suo obiettivo non fosse lo stesso, ovvero quello di bere quel sangue..
“Quindi mi stai dicendo che è più naturale uccidere perché ve lo ordina qualcuno.. perché è necessario per la lotta tra bene e male, piuttosto che farlo per salvare la propria esistenza? Farlo per scelta propria..” Tornò a guardarlo con aria imbronciata.
“non è proprio il discorso che ci si aspetta da un angelo, consentimelo..” Alzò le spalle e prese a girargli attorno, lentamente, lo stava studiando cercando di non incantarsi a guardare l’ombra di quelle ali ombrose.
Castiel
"Catherine.. stai rigirando le mie parole come più ti piace, te ne accorgi almeno? Ho detto che ci è *concesso*, non ordinato.." che sono due cose ben diverse. Se lui non vuole farlo, non lo fa, nessuno lo obbliga, opera con i mezzi che ha a disposizione senza arrivare al verdetto finale per forza.
"il che significa che non devo venir posto sullo stesso piano di un vampiro.." La segue con lo sguardo, iniziando a girare anche lui su sè stesso, tanto per non dare mai le spalle alla vampira che sa non essere pienamente in sè.
Catherine
Si fermò, con fare sorpreso, puntando gli occhi azzurri dell’angelo.
“Con le tue parole stai praticamente dicendo che voi, intendo gli angeli, avete facoltà di scelta.. io pensavo che solo gl’umani l’avessero. Sai.. tutta quella faccenda del peccato originale. Credo di averla letta da qualche parte..” Sorrise, alzando appena le spalle. Non le interessava niente del discorso sul libero arbitrio, lei sapeva di avere scelta e quello che voleva era proprio davanti ai suoi occhi. Continuò a guardare Castiel negli occhi, questa volta però con espressione più seria. Poi, in un attimo.. svanì.. lasciando all’angelo campo libero per guadare il laghetto. Era andata via? Impossibile.
Castiel"Dove vuoi andare a parare con questo discorso, Catherine? Lo so benissimo che in questo momento non te ne importa niente.." e la conferma gl'arriva quando la vampira sembra sparita nel nulla. Rimane di nuovo fermo, chiudendo gl'occhi e aspettando. Le ombre dietro a lui sembrano fremere, aspettando qualcosa, qualcuno.. o solo per sembrare mosse dalla leggera brezza fresca.
"Catherine?" la chiama, ma di certo senza aspettasi che la vampira gli risponda.
Catherine
Non rispose, sebbene lo stesse guardando dallo stesso ramo su cui si trovava al momento dell’arrivo dell’angelo. Bramava quel sangue, lo voleva più di ogni cosa al mondo e, anche se era certa che l’angelo non si sarebbe fatto mordere così facilmente come invece gli capitava con gli elfi, decise che era arrivato il momento di agire. Così, con un salto degno del miglior vampiro puro, gli saltò addosso, atterrandolo e fissandolo negli occhi, famelica.
“No, hai ragione.. non mi interessa affatto.” I suoi occhi scintillavano e, obbligandolo a piegare il collo con un gesto potente della mano, mentre era a cavalcioni sopra di lui, cercò di affondare i canini.
CastielSi accorge dello spostamento d'aria solo quando ormai si ritrova la vampira addosso. è un soldato millenario e ben addestrato, ma contro di lui c'è comunque un vampiro puro e soprattutto giovane. Se da un lato Catherine è più inesperta, dall'altro è più istintiva e, a volte, questo aiuta negli attacchi.
"Catherine, non mordermi.." non è una richiesta, nè una preghiera. è un ordine e un avviso per lei. Non teme che succeda quanto è successo ad Adam e Ginevra, perchè sa che a confronto del suo pupillo, lui è in grado di reagire. Ma è anche ciò di più puro che esista, è un angelo del Signore e il suo sangue finirebbe solo per far del male a una cretura come Catherine. Ma è troppo tardi perchè il suo viso viene girato con forza e la vampira riesce ad affondare i canini nel suo collo. Non una smorfia nell'angelo, non un gemito di dolore. Solo la militaresca lucidità che gli impone di reagire, portando veloce la mano alla cintura, approfittando della distrazione di Cathy, per impugnare il suo stiletto angelico e dirigerlo repentinamente verso il ventre della vampira.
CatherineSi, era una vampira inesperta ma questo lato di se sapeva benissimo cosa fare. Ascoltare ciò che le diceva l’istinto. Non badò alle parole dell’angelo, decise che l’unica cosa sulla quale doveva concentrarsi era il morso e la sensazione che avrebbe provato grazie a questo. Il momento in cui affondò i canini fu meraviglioso.. sentiva il sangue angelico fluirle nella gola e si sentiva viva. Il suo cuore sembrava battere all’unisono con quello dell’angelo, anche se era solo un’allucinazione dovuta a quel sangue. Chiuse gli occhi, tenendo una mano ferma sulla testa di Castiel. Cosa avrebbe dato per non staccarsi mai da lui.. sarebbe rimasta a nutrirsi per sempre di quel sangue tanto puro, divino. E anche se sapeva cosa era capitato alla sua amica Ginevra, non le importava.. le sarebbe per fino piaciuto poter dipendere in eterno da lui. Peccato però, che niente riusciva a distrarla.. nemmeno lo stiletto che si faceva strada sul suo ventre. Doveva bere.. doveva finire ciò che aveva iniziato e nulla l’avrebbe distratta. A parte la morte.. quella vera.
CastielL'angelo si accorge che inizialmente non è facile per lui riuscire a staccare Catherine e, sppur contro voglia perchè la vampira la conosce, ne va della sua vita. Infila ancora più in profondità lo stiletto, che essendo di fattezza angelica e intriso di quanta più fede esista al mondo, è come se Catherine di immergesse in un bagno di acqua santa con tante croci consacrate al posto delle paperelle di gomma. Direi che non le farà bene, per niente. Ma è l'unica arma che ha lui per scrollarsela di dosso, se non contiamo che le sue ali diventano in un lampo di luce di nuovo bianche e piumose, tanto da dargli la spitna per rialzarsi e, possibilmente se Cathy si è staccata dal suo collo, levarsela di dosso.
CatherineLei continuò a bere, come se inizialmente quel bruciore al ventre nemmeno esistesse. Ma la sensazione di benessere durò soltanto un altro attimo. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo. Un minuto prima sembrava essere in pace con se stessa, adesso invece quel sangue era diventato veleno puro che la costrinse a staccarsi dal collo dell’angelo senza la minima cortesia, portando con se pezzi di pelle. Il sangue le schizzò sul viso mentre il dolore lancinante la costrinse ad piegarsi su se stessa restando con le ginocchia sull’erba. Non poteva parlare, ma lo sguardo che rivolse a Castiel era di puro e immenso odio. Dalle sue orecchie, dalle narici, dagli occhi e perfino dalla bocca, rigettava il sangue divino che l’aveva portata fino all’estasi. E tutto con il dolore immenso che quel colpo intriso di vera fede, le aveva provocato. Un urlo scacciò il silenzio attorno a loro e mentre sentiva che le forze la stavano abbandonando, cercò di alzarsi per sferrare un calcio nel petto dell’angelo. Probabilmente non sarebbe servito a niente, ma perlomeno avrebbe dovuto placare la rabbia che le montava dentro.
“Maledetto.. angelo..” la voce sembrava come fatta di fuoco, un ruggito che non aveva nulla a che vedere con il canto melodioso di prima. Era una vampira ed era stata appena trafitta dalla luce divina. Crollò nuovamente sulle ginocchia, rigettando sull’erba tutto il sangue che aveva bevuto da Castiel.
CastielSi porta veloce una mano al collo, senza nascondere un gemito di dolore quando Catherine si porta via con sè anche la sua pelle. La guarda iniziare a rigettare da ogni poro il suo sangue, sfilando lo stiletto per nasconderlo di nuovo nella sua cintura, al suo posto al sicuro.
"Catherine, eri stata avvertita.. Il mio sangue non può farti bene, è veleno per te.." e ancora di più lo è stato lo stiletto, intriso di tutta quella fede che con la maledizione vampirica imposta a Catherine ci va veramente a nozze. Rimane in piedi davanti a lei, illuminata dal tenue bagliore che le sue ali emanano, gl'occhietti chiarissimi puntati in quello spettacolo sanguinolento.
"Diamine, Catherine, ti avevo avvertito.." Ma non se ne va finchè non è sicuro che la vampira non gli muoia li davanati, perchè ora se può aiutarla lo farà.
CatherineEra incapace di parlare con tutto il sangue che le riempiva la bocca per poi ricadere sull’erba. Aveva un colore innaturale, quasi nero, segnale che le diceva quanto questo le avesse fatto male se fosse rimasto in circolo nel suo corpo già morto. Tuttavia, continuava a provare odio per la creatura che l’aveva privata di quel nutrimento tanto speciale, tanto puro. Non riusciva a dimenticare quanto fosse stato bello nutrirsi di lui, anche se adesso stava male. Non si era mai sentita così. Chinò la testa, incapace di assistere allo spettacolo di luce che emanavano le sue ali. La accecavano adesso che sul suo viso, e tutto intorno alle labbra, si scorgevano le sagome di quelle vene violacee che si stavano svuotando.
“Il vostro corpo mi diceva di prendervi.. il vostro cuore urlava nelle mie orecchie. E’ questo l’unica cosa che i vampiri ascoltano e voi.. avete mandato tutto a puttane.. ma..” La sua voce continuava a sembrare innaturalmente roca, quasi fosse indemoniata. Anche se era ridotta a un sibilo.
“ve la farò pagare Castiel.. ma adesso devo proprio salutarvi..” Ferita quella parte della vampira si stava assopendo, lasciando il posto alla vampira dolce e delicata che Castiel aveva conosciuto. Fu come se la creatura malvagia si fosse addormentata lasciando distesa sul prato, una vampira addormentata, ancora visibilmente scossa per quello che il suo corpo aveva dovuto affrontare.
Castiel"Ti avevo avvertita, Catherine.." Lo ripete ancora una volta, guardando l'esile corpo della vampira accasciarsi. Sospira e, una volta assicuratosi che non può più nuocergli, la solleva in braccio. E' stanco anche lui, non è stato facile liberarsi di lei, ma da buon angelo soldato pensa prima a mettere al sicuro Catherine, in seguito prenderà accorgimenti per la sua di ferita. Dove andranno non è ben chiaro, sicuramente in un luogo dove riuscirà a tenere al sicuro entrambi.
Catherine&Castiel