Posts written by nith85

view post Posted: 3/12/2011, 18:25 The Return Incidents - >> 05
Londra, ieri notte, sulla sponda del Tamigi.


Era notte, una fredda notte nella Londra ipercaotica del 2011. Erano passate due settimane circa da quando Catherine era arrivata lì e, nonostante fossero accadute così tante cose in quel poco tempo, sentiva il desiderio di sapere come stavano sua madre, suo fratello.. Ginevra. Era dovuta partire all’improvviso e non era riuscita ad avere notizie dell’amica che non se la stava passando troppo bene. Voleva sentirla, le mancavano le notti passate insieme, e quel ricordo l’aveva fatta sprofondare nella malinconia.
Si trovava sulla sponda del Tamigi, seduta sul bordo dell’argine fatto di mattoncini chiari. Aveva in mano una bottiglia, un foglio e una piuma. Ricordava che l’amica le aveva insegnato un incantesimo per recapitare messaggi importanti, ma non era certa che sulla terra funzionasse. Non lo aveva mai nemmeno sperimentato su return..
Guardò l’incresparsi dell’acqua mossa dal vento e abbassò lo sguardo sulla lettera che aveva già scritto.

Diceva così:

"Cara Ginevra,
sono io, Catherine, e sono a Londra. Mi sento un po’ stupida a scrivere questa lettera dato che ho il presentimento che, purtroppo, non la leggerai mai. Non so se esistono modi per comunicare tra la terra e return, ma in questo momento, ho bisogno di credere che sia possibile. Pensavo al viaggio che ci eravamo ripromesse di fare assieme.. so che la troverai una scelta scontata ma mi piacerebbe poter visitare, con te, Tokyo. Ora più che mai sento il desiderio di conoscere quella città, dato che tutti, qui, pensano che sia quella la mia vera casa. Ma ci pensi? Nessuno immagina che vengo da un posto in cui gli umani non possono vivere. Un’isola deserta che mette a nudo anche le più letali delle creature, creature come noi.
Sai, ho conosciuto un ragazzo. Si lo so, mi ero ripromessa che non mi sarei più infatuata di nessuno e che ti sarei stata fedele per sempre.. ma con i maschi non vale, no? Dopotutto tu hai il tuo angelo e il tuo demone, anche io dovevo trovarmi un diversivo xD (<--questa si chiama emoticon, è molto usata qui sulla terra e significa farsi una risata). Ma, a tal proposito, come stai? Non faccio altro che pensare alla tua situazione e voglio credere che Dagon sia riuscito ad aiutarti. Non ce la faccio a stare qui e a pensare che tu possa avere bisogno di me. Purtroppo, non penso di poter riuscire a tornare a breve a casa, si sono verificate delle situazioni che richiedono la mia presenza qui e riguardano quel ragazzo di cui scrivevo sopra. Si chiama Stephan, è un lontano parente di Liz, e mio padre si è messo in testa di presentarli. Il problema è che lui è un cacciatore di vampiri -si hai capito bene, uccide i vampiri e ne ha ammazzato uno sotto i miei occhi con una tale disinvoltura..- e quindi forse non è una buona idea farli conoscere.. entrambi potrebbero restare scossi se conoscessero la verità uno sull’altra. Per questo me ne sto occupando io, anche se non riesco a smettere di guardare quei suoi occhi blu. E’ davvero carino e io non sono lucida quando sono con lui. Mi ha baciata e a stento sono riuscita a staccarmi.. non può funzionare.. io non posso restare sulla terra e lui non potrà mai raggiungere Return. Senza contare il fatto che lui quelli come noi, li ammazza. Questa cosa mi rattrista un sacco, perché è come se fossi divisa a metà.. una parte di me vorrebbe tornare a casa perché consapevole che non potrebbe mai funzionare tra me e lui, ma l’altra parte vorrebbe poter restare qui per poter vivere questa esperienza. Trovi che sia assurdo? Si anche io, ma non posso farci niente. Mi piace. Saranno le conseguenze dell’essere umani, adesso capisco come ti sentivi tu prima che le cose a return cambiassero. E’ una sensazione meravigliosa sentire il proprio cuore battere, poter mangiare cibo umano e credere che da un momento all’altro tutto possa finire. Ti fa vivere le emozioni più intensamente perché potrebbero cessare con un battito di ciglia. Unico problema: adesso ogni volta che mi imbarazzo le mie guance diventano viola. Mi conosci e puoi immaginare, quindi, che accade molto spesso.
Per il resto qui va tutto bene. Londra è bellissima e ci sono un sacco di negozi alla moda. Puoi dire a tuo padre che gli porterò un ricordo della sua città.. hai consigli? Io avevo pensato a un boa di struzzo. Mia madre dice che ne va pazzo. Scherzi a parte, mi mancate tutti. Tu, zio Charon, Anthea, tua madre e zia Elbereth. Salutali da parte mia e di loro che mi mancano. Per quanto riguarda mia madre e Ren, ho un favore da chiederti.. sempre che tu possa farlo. Prenditi cura di loro. So che gli manco e ti assicuro che mancano molto anche a me. Vorrei tanto poterli avere qui, ma so che non è possibile. Abbracciali e cerca di fargli sentire meno la mia mancanza, riampi le loro giornate e fai che Ren non morda nessuno, non è il caso di questi tempi a Return. Non raccontare alla mamma quello che ti ho scritto, non voglio si preoccupi. Io sto bene e poi c’è papà con me. Potete stare tutti tranquilli. Prima o poi tornerò a casa.. ho tante cose da dirti ma non voglio scrivere un poema, quindi mi riservo di aggiungere altro perché voglio raccontarti tutto a voce, mentre ci coccoliamo a vicenda nel tuo lettone.


Ti abbraccio ♥ Ti voglio bene
Catherine


P.S. Se scopro che mi stai tradendo con qualcun’altra, giuro che ti faccio tornare umana tutto d’un tratto!
P.P.S. Se devi rotolarti con qualche bel maschione, evita di farlo nel NOSTRO letto. Quello è solo nostro.
P.P.P.S. Quando torno a casa, vorrei che vivessimo insieme. Che ne dici?"


Finito di rileggere la lettera, chiuse gli occhi e la arrotolò. Non era riuscita a scrivere tutto quello che avrebbe voluto dire all’amica, ma glielo avrebbe raccontato di persona quando sarebbe tornata a Return. Le avrebbe fatto capire quanto le era mancata. Prese la bottiglia e ci infilò al suo interno la lettera e la piuma. Poi la chiuse con un tappo di sughero e pronunciò l’incantesimo che l’amica le aveva insegnato. Sospirò, voleva tanto poter averla lì e stringerla, ma non poteva lasciare Londra, non adesso che aveva conosciuto Stephan e non adesso che avrebbe potuto vivere quella vita che sempre l’aveva incuriosita. Sollevò per aria la mano in cui teneva stretta la bottiglia e poi la lanciò nel fiume.
C’era solo silenzio attorno a lei ed era alquanto strano in una città come Londra.
Guardò la luna e pianse.
Questa era una Catherine diversa. Era umana. E la cosa, non le dispiaceva affatto..

Catherine
view post Posted: 30/11/2011, 15:20 The Return Incidents - >> 05
24 Novembre, primo pomeriggio, stanza di Castiel. POG.

Adam

Una mattina ti svegli e ti ritrovi nella stanza del tuo amico angelo, senza ricordare nemmeno come ci si è arrivati. La sera precedente era come scomparsa dai suoi ricordi,forse ancora troppo storditi dal lungo sonno. Aveva gli occhi chiusi, ma sentiva bene di essere nella stanza di Castiel. Allungò entrambe le mani per afferrare le coperte e trascinarsele sul volto. Sentiva la luce attraversargli le palpebre e per la prima volta in vita sua, era una sensazione che gli dava fastidio. “Castiel, potresti chiudere le tende, per cortesia?” Aveva voglia di continuare a dormire e lasciarsi alle spalle tutti gli avvenimenti che si erano verificati nella sua vita, in così poco tempo. Erano stati tutti così dannatamente estenuanti che, se avesse potuto, sarebbe rimasto a dormire per mesi interi. Poi la sentì di nuovo, quella strana sensazione che gli opprimeva il petto e, ad occhi spalancati, prese ad annaspare nascosto sotto le coperte.

Castiel

L'angelo aveva vegliato tutta la notte su Adam, restando seduto, sembrava senza alcuno sforzo, su una poltrona girata verso il letto, in modo da poter cogliere, se necessario, qualsiasi reazione anomala dell'angelo. A sentirlo svegliarsi così un sorriso gli passa sulle labbra, così si alza, ubbidendo e chiudendo le tende che, essendo comunque chiare, lasciano filtrare quel po' di luce che basta per riuscire a vedere all'interno della stanza.
"Adam.." Alzandosi e avvicinandosi al letto per chiudere le tende, era rimasto vicino a lui e così facendo ora sentiva perfettamente quel respiro pesante e innaturale. Con un gesto secco gli leva le coperte, guardandolo, ancora una volta, sorpreso di quella reazione.
"Respira profondamente, ragazzo.. Avanti!"

Adam

Avvertiva la stessa sensazione che aveva provato la sera prima di fronte ad Ethan. Era come se avesse un peso sul cuore, impossibile da spostare. Guardò Castiel quando l’angelo scostò le coperte. Era pallido, come un cencio, sebbene si stesse sforzando per respirare. Era come se la morte si stesse piano piano impossessando di lui, impedendogli di svolgere quelle funzioni che un angelo, per metà fatato, era costretto a svolgere se voleva sopravvivere. Ripensò a come si era comportano la sera prima e cercò di controllare il respiro. Stringeva la mano sul suo petto, che si alzava e riabbassava a un ritmo sempre meno frenetico, afferrando la maglia nel pugno. Cosa gli stava succedendo? Non lo sapeva. Ma Castiel era lì e sapeva che lo avrebbe aiutato. “Sta passando..” Rimase in silenzio per tutto il tempo che gli fu necessario per riprendere un respiro regolare. Ciò avvenne ma.. era ancora pallido.

Castiel

L'angelo a primo impatto aveva pensato di nuovo che Adam stesse lottando con la sua parte angelica, come il giorno in cui l'aveva aiutato nella foresta. Ma ora gli sembrava ci fosse qualcosa di diverso. Si siede accanto a lui, sul letto, posandogli una mano sulla fronte per infondergli quella calma angelica che gli apparteneva, cercando di capire cosa stesse realmente succedendo all'angelo. Attende che Adam si riprenda, una parvenza di sorriso gli distende le labbra solo quando è sicuro che la crisi sia passata.
"Ancora la tua parte angelica, Adam?" Gli toglie la mano dalla fronte, scrutandogli il viso pallido con aria indagatrice. Sentiva una strana sensazione provenire dall'angelo, infatti si alza dal letto senza dire nulla, come se.. Non volesse stargli troppo vicino.

Adam

No. La sensazione che provava adesso non era la stessa che aveva avvertito quando cercava di trattenere la sua parte angelica. In quel caso riusciva a percepire il suo potere e la sua forza e sapeva si trattava di quello. Ma questa volta era diverso. Prese un bel respiro e si passò la mano sulla fronte appena Castiel tolse la sua. “No, questa volta non è per quello..” Le sue crisi erano dovute ad altro. Erano legate alla morte, la morte che Ginevra portava appesa al collo, ma lui non poteva saperlo. “E’ come se mi mancasse il respiro, mi sento.. come.. “ Fece una pausa, non troppo convinto di quello che stava per dire. “..un morto che vuole respirare a tutti i costi”. Si sollevò, mettendosi a sedere sul letto con la schiena poggiata sullo schienale e le gambe distese sotto le coperte. Sulla sua fronte sembravano essersi formare delle escoriazioni violacee, identiche ai segni che le sue dita avevano lasciato dopo essersi toccato.

Castiel

Si appoggia col la schiena al muro, poco lontano da dove stava prima, ma ora distante dal letto. Stavo pensando a cosa poteva essere successo al suo pupillo, ma nessuna spiegazione finora gli sembrava quella giusta. Certo poteva comprendere la voglia di primeggiare della sua parte angelica, su quell'argomento era più che ferrato. Ma spiegarsi cosa stava succedendo.. Bè, questo era più difficile.
"Come se tu fossi sott'acqua, insomma.." Cercava di capire, ma questi sintomi ancora non gli dicevano nulla. Lo guarda con la fronte aggrottata, quando nota quei strani segni sulla fronte. Sembrava quasi avesse preso una botta.
"Adam, la tua fronte.." si guarda in giro, non trovando specchi da prendere e portare all'angelo, doveva trovare come spiegargli quello che vedeva. "Hai presente quando viene data una sberla forte tanto da lasciare l'impronta della propria mano? Ecco.. Sulla tua fronte.. Ma non è rosso.. è viola, come se ti fossi picchiato talmente con tanta energia da farti venir fuori una botta.."

Adam

Guardò l’angelo che si allontanava. Ormai riusciva a respirare regolarmente, ma aveva avuto paura. Sospirò, sempre più preoccupato dato che nemmeno Castiel riusciva a spiegarsi il motivo di quegli spasmi.”Si, è come se avessi un peso sul petto che mi impedisce di respirare.. muovermi e parlare. Tu credi che possa essere una reazione a tutto quello che mi sta capitando ultimamente? Che possa essere solo stress?” Poteva essere così, ma lui aveva come la sensazione che ci fosse molto più di questo. Portò ancora una volta la sua mano alla fronte, non capiva perché l’amico lo stesse guardando così, ma poi Castiel fu chiaro e Adam si sforzò per alzarsi e cercare qualcosa con cui potersi specchiare. Afferrò lo stiletto di Castiel e se lo portò davanti al volto. Riusciva a vedere la sua immagine riflessa sulla lama ed era proprio come l’aveva descritta l’angelo più grande. “Cosa mi sta succedendo Castiel, cosa sono questi segni?” Perché di una cosa era certo. Quello non poteva essere stress. E ancor meno poteva essere la sua parte angelica.

Castiel

"è probabile, Adam, d'altronde non hai affrontato una situazione difficile, e poi.. Lo so cosa ti sta succedendo, la sento la tua parte angelica, vuole prevalere a tutti i costi.. Se non è stress sopportare tutto questo, non saprei come definirlo.."
sospirando lo guardò rimirare la propria immagine nello stiletto, aggrottando di nuovo la fronte come a studiare meglio quei segni. Non li aveva mai visti in vita sua e, di conseguenza, non sapeva a cosa farli corrispondere.
"Non ne ho idea, davvero.. Non ne ho mai visti di simili.. Ti ricordi di aver toccato qualcuno per caso? O di essere stato contagiato da qualcosa? Un veleno, magari.. O una maledizione.." L'angelo non ci andava troppo lontano, da qualcuno era stato veramente contagiato, solo che non poteva immaginare nè da chi nè da che cosa.

Adam

Annuì non troppo convinto. “Si Castiel, non è stata una situazione semplice da affrontare, ma non credo sia per quello.. altrimenti non saprei come spiegarmi questi segni sulla fronte” Continuava a guardarsi nello stiletto, infine lo abbassò e lo restituì al suo legittimo proprietario. “E non credo sia nemmeno per la mia grazia, io riesco a sentirla quando vuole prevalere.. e anche il mio corpo ne porta i segni quando ciò accade.. ma mai mi è successa una cosa del genere” Si lasciò cadere sulla poltrona e puntò lo sguardo vacuo di fronte a se.. non sapeva più che cosa pensare di se stesso, erano successe tante di quelle cose che faceva fatica a pensare lucidamente, da soldato. “Non che io sappia, l’unico con cui sono venuto a contatto quel giorno è stato Ethan.. e non credo che lui farebbe mai una cosa del genere” Infatti il fatato lo aveva aiutato, portandolo lì e prendendosi le conseguenze di quel gesto. “a meno che..” Un pensiero gli passò per la testa e la sollevo per guardare l’amico con aria preoccupata.

Castiel

"Allora togliamo subito dalla lista il patto tra te e la vampira e la tua parte angelica.. Cosa ci rimane, ora?" Lo guardò, altrettanto serio, pensando seriamente a cosa stava succedendo al suo potetto. Rimise lo stiletto al suo posto, nascosto nella cintola, ma di nuovo non si sedette vicino all'angelo, bensì rimase semplicemente in piedi, osservandolo.
"No, Ethan non avrebbe mai potuto far qualcosa di simile. Non ha poteri che ti potrebbero causare questo.. Nè tantomeno motivi per farti del male di proposito.." alza un sopracciglio, guardandolo come se si aspettase qualcosa.
"A meno che cosa? Ti è venuto in mente qualcosa?"

Adam

“Un pugno di niente, Castiel.. ci rimane un pugno di niente. Mi sono semplicemente sfiorato la fronte e guarda cosa mi è successo.. è come se il male si fosse impossessato delle mie mani.. “ Chiuse gli occhi, affranto e disperato. Adam non era un ragazzo che si lasciava andare facilmente ai contatti fisici, ma il fatto di esserne impossibilitato lo innervosiva. “fai bene a starmi lontano, Castiel.. forse dovrei lasciare la tua stanza prima che faccia del male anche a te. Non voglio avere altre colpe sulla coscienza..” si alzò per recuperare le scarpe e infilarsele. Poi sollevò la testa per guardare l’amico. “Forse si tratta della mia punizione.. sai che può essere così..” Dopo tutto quello che aveva farro con e per Ginevra, poteva essere. Ma si sbagliava..

Castiel

"Non essere così pessimista, Adam.. Sei un angelo, checchè tu ne dica, il male non è in te e non potrà mai esserlo.." Lo guarda come a dire che per lui la questione riguardo a questi concetti è chiusa e Adam non dovrebbe avere dei dubbi a riguardo.
"Non ti sto lontano per nulla, Adam, non sappiamo ancora di cosa si tratta, prendo le mie precauzioni.. Non devo?" Gli sorride, quasi a sdrammatizzare. Certo se Adam vuole andarsene, lui non glielo impedisce.
"Non lo nego, se così fosse.. Sai che non posso fare niente per impedirlo.." La bocca si increspò in un sorriso triste, ma sapevano entrambi che era così.

Adam

Si rialzò dopo essersi infilato gli anfibi e rimase in piedi, fermo, a fissare Castiel. Sapeva di essere un angelo.. ma allo stesso tempo avvertiva di essere qualcosa di più, dopotutto, ormai, era chiaro che anche lui era caduto vittima di tentazioni. “Non si tratta di pessimismo e ottimismo, Castiel. Semplicemente riconosco le mie colpe, so di non essermi comportato come avrei dovuto.. io non sono come te..” Girò la testa, gli faceva fatica ammetterlo, ma ormai era inutile nasconderlo. Non era un angelo puro, si era lasciato corrompere e nessuno avrebbe mai potuto farglielo dimenticare. Sistemò la camicia, pronto a lasciare quella stanza, ma senza ancora muovere un passo verso la porta. “No Cass, devi.. anzi te lo impongo. Non voglio che altri si facciano male a causa mia. Devo scoprire cosa mi succede prima di lasciarmi avvicinare da qualcuno. Credo che me ne andrò per un po’ dal castello..” Lo guardò, rassicurante. “Tranquillo, non ho intenzione di tornare a PoE, ma esiste un altro posto..” Voleva rifugiarsi nella casetta sull’albero. “Forse è giusto così.. dopotutto me lo merito” Sorrise amaramente e poi si avviò alla porta. “Grazie ancora una volta, fratello..”

Castiel

"Come vuoi, Adam, se hai bisogno di me.." allarga le braccia come a dire che.. Bè, lui è li e non si muove. "Sai dove trovarmi.. Promettimi solo che starai attento e che non peggiorerai la situazione con qualche colpo di testa.." Ma non lo dice seriamente con tono accusatorio, anzi.. Oggi sembra proprio voler far di tutto per rendere il suo protetto meno serio possibile.
"è un piacere aiutarti, Adam.." Lo lascia andare al suo destino, mentre ovviamente lui si occuperà della parte teorica della situazione, cercando qualche soluzione possibile.

Castiel&Adam
view post Posted: 22/11/2011, 15:28 The Return MEMORIES - >> 05
21/11/2011 - Londra.


<@Darius_><allora parto io. il buon Darius si trova, suppongo, nella casa che condivide con Liz da quando sono a Londra. E' un piccolo appartamento, con giardino, poco lontano dal cimitero in cui sono sepolti i parenti della compagna. In questi giorni sta passando le sue giornate a fare ricerche sui discendenti di Liz, per vedere se qualcuno della sua linea di sangue è a tutt'oggi in vita.Oggi per esempio è stato al municipio dove ha avuto notizie interessanti, che eprò ancora non ha rivolato perchè ovviamente io attendo lumi a riguardo çç>

<_Liz><la piccola Liz è affacciata alla finestra. Fa freddo, ma pare non importarle. Finchè può godere di questi sentori così umani, si espone pure al freddo come niente fosse. Ha i capelli neri sciolti sulle spalle che a causa del vento svolazzano di lato. E' tutta silenziosa. Da quando sono tornati dal cimitero non ha parlato poi molto.>

<_CatherineUman_><la vampirina invece è giunta a Londra circa 15 minuti fa conciata così http://data.whicdn.com/images/2596461/dnevqd_large.jpg con ai piedi un paio di ballerine nera e nient’altro. Dalla sua espressione si nota che non è affatto contenta di questo viaggio, in più ha freddo.. dato che non aveva calcolato che, da umana, avrebbe dovuto affrontare i cambiamenti climatici.. e non solo. Dulcinea sicuramente avrà inviato una lettera a Darius per avvisarlo dell’arrivo della figlia.. ma in ogni caso Polluce ha provveduto a catapultarla proprio fuori dalla porta di quella casetta> Uff.. <cosa aspetti a bussare non si sa, dato che sta morendo di freddo. Se Liz è alla finestra però, forse si accorgerà che fuori c’è la ragazzina che trema e si mordicchia il labbro dall’indecisione>

<@Darius_><la lettera l'ha ricevuta ma è nella cassetta della posta e lui non c'ha guardato.. magari lo ha fatto Liz.. se la ritroverà davanti senza saperlo, ma è bello così no? Lui è seduto in poltrona invece che sta continuando a guardare Liz, indeciso se raccontarle o meno quello che ha scoperto> ti ammalerai.. lo sai vero? non siamo più abituati ai cambiamenti climatici.. cerca di non esagerare <protettivo, lui>

<_Liz><lei si sporge appena dalla finestra notando la ragazzina che se ne sta in pensierosa attesa davanti alla palazina. Aggrotta la fronte. Nemmeno lei ha controllato nella cassetta della posta.> Non mi ammalerò, stai tranquillo.. E.. Mh.. C'è Catherine qui fuori? <alza una manina richiamando l'attenzione della ragazza.> Hei!

<_CatherineUman_><lei non si era accorta di Liz ovviamente, si fa più fatica ad accorgersi di queste cose quando non si hanno gli ipersensi vampirici a disposizione. Quando sente la sua voce, infatti, sobbalza.. portandosi una mano al fianco ancora ferito, che fa male> hei.. <sorride a Liz, Catherine non è arrabbiata con lei.. e comunque non è mai stata ostile nei confronti della vampira. Solleva l’altra manina per aria e saluta. Sio padre ancora non lo vede>

<@Darius_>posso, preoccuparmi comunque Liz? <lo dice sorridendo e poi, dato che gli pone quella domanda si alza pure lui per andare alla finestra> Catherine! <lui non immaginava davvero che sarebbe venuta.. non ha letto la lettera, quindi non sa.. e forse è meglio così, conoscendolo> vieni, ti apro! <e così facendo va, appunto, ad aprire la porta> Liz chiudi la finestra! <glielo urla dall'altra stanza.. è agitato>

<_Liz><a lei viene sinceramente da ridere quando gli urla di chiudere la finestra però ubbidisce e fa come dice lui. Giusto per non farlo preoccupare troppo. Poi lentamente si gira e va verso la porta aspettando che Catrine varchi la porta. Liz ci tiene a fare bella figura con la figlia del compagno, ecco.>

<_CatherineUman_><lei aspetta dietro la porta e spera che le aprano prima che congeli. Non ha quasi rivolto uno sguardo a Darius.. si sente ferita e il fatto di esser diventata completamente umana non l’ha aiutata a cancellare quel sentimento. Quando il padre aprirà la porta, si ritroverà sua figlia con la mano sul fianco e una serie di valige ai piedi, che da sola non riuscirà mai a portare in casa> Vorrei tanto poter dire sorpresa, ma suppongo che abbiate ricevuto la lettera della mamma.. <guarda Liz, sorridendo. Poi abbassa lo sguardo che va subito a posarsi sul pancino della donna e sospira. Non lo fa apposta per ferirla.. ma ha qualche problemino con quel bambino al momento> Posso entrare? Qui fuori si gela..

<@Darius_> <osserva le valige di Cathy e si chiede come possa avere così tanta roba. scuote la testa e la fa passare, per poi andare a prendere le valige e emetterle incasa> in realtà no.. che lettera? <si volta a guardare Liz> abbiamo ricevuto una letera da dulcinea? <si è nella cassetta delle lettere!> io, temevo non volessi raggiungerci.. <già insomma,sa che Cathy probabilmente ce l'ha con lui> vieni, accomodati.. vuoi un po' di the? avrai freddo immagino.. in questa veste..

<_Liz><lei scuote la testolina.> No, ma non abbiamo controllato nella cassetta della posta stamane.. Abbiamo perso un pò l'abitudine.. <quando Cathy le guarda il pancino lei si porta una mano sotto il seno. Ha un pancino davvero picciulissimo, solo chi sa potrebbe capire che è incinta. Per ora è ancora magra °°> Io penso al thè, allora.. Bello caldo, le notti di Londra non sono delle più calde.. Soprattutto in questo periodo..

<_CatherineUman_> <la debby si sta preparando psicologicamente al freddo di londra °°. Lei comunque si accomoda e si ferma nell’ingressino perché effettivamente non sa come muoversi e si sente appena un’intrusa> Lo sapevo.. vi sono piombata in casa senza preavviso.. mi.. dispiace, la mamma avrebbe dovuto scrivere prima forse.. ma.. <sospira, abbracciandosi da sola perché so.. le fa davvero freddo> veramente non sapevamo con precisione quando sarei partita.. <a suo padre ancora non ha rivolto una parola e adesso che ha notato il gesto istintivo di Liz, gira proprio la testa dall’altra parte per sondare la casetta> sembra carino qui.. era casa tua questa, Elizabeth? <darius, scusala ma non ha ancora intenzione di risponderti> thè? Ma.. posso berlo? <lei non è mai stata umana.. non sa cosa si può o cosa non si può fare °°>

<@Darius_> oh smettila Catherine.. ti ho chiesto io di venire, no? quindi averlo saputo con o senza preavviso non cambia niente.. dobbiamo solo preparare la tua stanza <annuisce a Liz per il the> ti ringrazio.. <poi torna a guardare la figlia> Catherine.. <lui è li, accanto a lei che la sta invitando a fare qualcosa.. tipo abbraccairlo, cosa che lui vorrebbe ma non sia zzarda a fare.. sospira> se vuoi sederti vicino al fuoco.. <c'è il salottino con due poltrone accanto al fuoco>

<_Liz> Oh, no, no, non era casa mia.. E' solo un appartamento che abbiamo affittato per il nostro soggiorno.. <annuisce appena.> Di nulla, arrivo subito.. <alza una manina in segno di dienigo e sorride appena con quel fare timidino che la contraddistingue.> Certo che lo puoi bene, sei umana.. Non devi temere nulla, il thè è molto buono e ti riscalderà.. <sparisce in cucina a preparare il thè alla piccola Catherine.>

<_CatherineUman_>Ah capisco.. è molto accogliente, davvero mi piace. <e ancora una volta si riferisce a Elizabeth, annuendo anche quando la donnina sparisce per andare a preparare il thè> mi fido.. sono certa che sarà buonissimo. Ho sempre desiderato poter assaggiare cibi.. come dire.. per umani.. <poi cala il gelo nella stanza, nonostante il fuoco del camino. E’ rimasta sola con suo padre che le sta rivolgendo la parola.. che la invoglia a girarsi verso di lui. Quando lo fa, Darius capirà subito che il suo sguardo è ostile.. che è ferita e delusa.. e a momenti ha anche gli occhi lucidi perché le manca terribilmente poterlo abbracciare ma è come pietrificata. Poi deglutisce, che strana sensazione dover respirare> Già.. mi hai chiesto tu di venire.. con una lettera.. <ecco xD>

<@Darius_><appoggia le valige in fondo alle scale e poi si sposta nel salottino pure lui. l'ha capito che Cathy ce l'ha su con lui, non è scemo. e quando lei lo guarda sospira, tristemente> mi dispiace.. so che avrei dovuto dirtelo di persona.. dirti di Liz e ti tutto ilr esto ma, è stata una cosa decisa in poco tempo.. <la guarda facendo un passo verso di lei< mi dispiace Catherine.. per come mi sono comportato l'ultima volta che ci siamo visti, perchè non sono stato un bravo padre ma credimi.. desideravo davvero averti qui con noi e poterti abbraccaire da.. essere vivente.. <perchè ilc alore di due corpi che si abbracciano èq ualcosa di meraviglioso. e lui vuole stringere a se sua figlia, facendole capire quanto tenga a lei>

<_Liz><lei torna dalla cucina con tre tazzi di thè fumante con tanto di teiera che ricorda moltissimo quelle usate nell'epoca vittoriana. Appoggia il vassoio su un tavolino e sospira guardando i due e tutta la tesione che c'è. Vorrebbe fare qualcosa, ma è qualcosa che va oltre le sue competenze. Però alla fine ci prova lo stesso.> Quando un padre è vicino ad una figlia, è la gioia più grande che esista.. Io.. Non sono nessuno per doverlo dire, ma.. Mettete da parte gli screzi.. Almeno per stavolta.. <poi torna a farsi piccina piccina. Lei dopo essere tornata dal cimitero sente la mancanza di suo padre in maniera atroce quindi parla con coscienza di causa, ecco.>

<_CatherineUman_> <lei ascolta suo padre ma non riesce a farsela passare. Insomma si è sentita come abbandonata proprio nel momento in cui aveva più bisogno di lui.. non riesce ancora a capire che Darius ha dovuto andare via per salvare il figlio che aspetta da Liz, o più semplicemente non vuole capirlo. Lo guarda, tristissima> Sai qual è la cosa che mi fa più male? <adesso le stanno per scendere le lacrime e lei non riesce a controllarsi, da umana. Ha perfino le guancine rosse rosse adesso> Mi avevi promesso che mai, mai mi avresti abbandonata.. e invece l’hai fatto alla prima occasione. Cosa succederà quando lui o lei nascerà? Cosa accadrà quando potrai goderti l’infanzia di un figlio che con me non hai potuto vivere? <è gelosa, marcia. Ma lei è attaccatissima a suo padre.. e ha paura di perderlo. Quando Liz rientra in stanza lei abbassa la testa e cerca di asciugarsi le lacrime con la manina. In cuor suo sa che la vampira ha ragione, che dovrebbe godersi il rapporto con suo padre, dato che può.. ma non riesce a guardare al futuro con gioia, non ancora> Io amo mio padre più di me stessa.. più di chiunque altro.. <solleva la testa, ma non guarda Liz stavolta, guarda Darius. Il desiderio di stringerlo e farsi coccolare è enorme, ma non riesce a muovere nemmeno un passo al momento>

<@Darius_>non ti ho abbandonata Catherine, non dire una cosa simile, te ne prego.. <gli fa male, male che sua figlia pensi una cosa simile. si lascia cadere sulla poltrona mentre sente, come in lontananza le parole di Liz.. e le accuse di Cathy sul figlio che avranno sono come una pugnalata al petto> io.. avrei desiderato crescere anche te.. se avessi saputo che eri mia figlia.. <rialza la testa verso Cathy.. è vero, lui alla fine gli è stato vicino pur non sapendo che fosse sua figlia.. ma ha perso gran parte della sua infanzia e la cosa gli dispiace parecchio.. ma putroppo la colpa non è sua> sei mia figlia Catherine.. e lo sarai per sempre.. sei la mia prima figlia.. è grazie a te se so cosa significa essere padre.. e credi che una volta che io e Liz avremo un figlio non sarà più così? come puoi dire una cosa simile.. sai quanto io tenga a te.. <liz ti prego, fa qualcosa °°>

<_Liz> <sospira mentre ascolta le loro parole e vede l'espressione di Cat e poi di Darius. Liz è sempre stata una persona sensibile e anche se non ha i superpoteri capisce ciò che possono provare i due e si sente di troppo.> Io.. Credo che dobbiate stare soli.. <annuisce appena però sorride guardando Catherine.> Al momento, io sono di troppo.. Però.. Credo anche che dobbiate mettere da parte tutto il rancore.. Potreste pentirvi in futuro di tutte le parole non dette e di tutti i gesti che avreste potuto compiere e non avete fatto.. <prende la sua tazza di thè fra le mani e il tepore la fa stare meglio poi a piccoli passi si avvicina alla porta che dà sulla zona notte.>

<_CatherineUman_> <adesso piange, ma è proprio una fontana. Dopotutto è una ragazzina che, in veste umana, ha tutti gli ormoni in subbuglio> Tu come lo definiresti lasciare la propria figlia con una lettera? Proprio nel momento in cui più aveva più bisogno di te? <sta parlando in terza persona, ma al momento le viene anche difficile pensare a quello che dice. Butta fuori tutto di getto> Lo sai cosa sta succedendo a return? <è a londra appunto per questo> Sai che sto avendo dei seri problemi con il mio istinto? <spalanca gli occhi, ma non sta urlando.. anzi dice tutto appena con un filo di voce e tra i singhiozzi> Lo sapevi perché avevi visto cosa mi era successo con Ciel, quella volta nella foresta.. non riuscivo a controllarmi e tu cosa hai pensato di fare? Andartene. Per proteggere chi? Me? Non penso proprio.. <si volta, dandogli le spalle ma trovandosi faccia a faccia con Elizabeth. Al momento la cosa la imbarazza perché si rende conto di esser arrivata in casa e di aver iniziato a piangere come una bambina inveendo contro Darius e un pochino anche contro il loro figlio> Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questo Liz. Io.. non sono arrabbiata con te.. so che vi amate e.. non è mai stato un problema.. <infatti non ha mai fatto paranoie del genere a Liz e non vuole che adesso si senta di troppo. In ogni caso abbassa la testa a sentire le ultime parole di darius. E’ sempre di spalle al padre> Se ci tieni, dimostramelo.. perché io adesso vedo solo un uomo che parla tanto.. ma continua a starsene seduto su quella poltrona.. <no, adesso si mette pure a dettar legge -_->

<@Darius_> <ascolta Cathy e la osserva emtnre piange e davvero non capisce.. non sa come si gestiscano certe situazioni.. non l'ha mai capito.. cathy è tutta speciale.. e non si sa mai quel che pensa. ma le parole di liz gli fanno capire che deve far qualcosa. quindi quando cathy è voltata lui si alza in piedi e si avvicina e le appoggia una mano sulla testolina accarezzandogliela> mi dispiace.. non sonos tato in grado di dimostrati quanto tenga a te.. <e direi che alla fine, se cathy glielo lascia fare lui l'abbraccia.. Liz sei passata in secondo piano ._. ma adesso è importante che lui faccia pace con sua figlia> perchè credi che ti abbia chiesto di venire a Londra, sciocca figlia eh? perchèc redi ti abbia voluto portar viad a return? <si, quando ha deciso di andare via per salvar liz ha pensato che portando con se anche cathy le avrebbe risparmiato i casini vampirici di return.. e la lontananza da quel luogo le avrebbe fatto decisamente bene>

<_Liz><a lei non importa di essere passata in secondo piano. Sorride solo, dolcina, sparendo nei meandri della camera. Aspetterà Darius quando avrà finito con Cathy. Ed io vado a nanna *_*>

<_CatherineUman_> <quando avverte la mano del padre sulla spalla le lacrime si bloccano. Non lo aveva sentito alzarsi e avvicinarsi.. e non è semplice abituarsi ad esser colte di sorpresa. Gira la testa per scorgere il viso del padre. Lei è un disastro dato quanto ha pianto, ma non è importante> Si, dispiace anche a me.. <perché c’è rimasta malissimo e soprattutto perché non l’aveva vista in quest’ottica. Lascia che suo padre l’abbracci, senza ricambiare ancora> Mi hai fatta sentire sola.. va sempre a finire nello stesso modo. Qualcuno arriva e si porta via le persone che più amo al mondo.. <e successo con Ephram e adesso pensa sia lo stesso con suo padre> E anche se tu non sei di mia proprietà, papà.. anche se so che è un discorso egoista e sbagliato.. senza senso.. <singhiozza> io non voglio perderti.. non voglio dividerti io.. <si, ciao. Ricambia l’abbraccio, facendosi piccola piccola tra le braccia di Darius>

<@Darius_> <la lascia sfogare, alla fine è suo padre, se non lo fa lui, chi può farlo. e dato che Liz è andata a letto lui può concentrarsi sulla figlia> sono tuo padre, nessuno può portarmi via da te.. se è successo, significa che chi penavi fosse tuo, non lo era Cathy.. <sospira e le bacia la testolina> so che forse non è lo stesso ma.. dulcinea ha avuto un altro figlio, no? E tu l'hai persa tua madre? Forse, non siete più legate di prima, adesso? Ed è quello che accadrà anche a noi Cathy.. la nostra è una famiglia allargata, non convenzionale, è vero.. ma pensa se Nebi, la figlia di Liz, fosse gelosa di Liz, come tu lo sei di me.. non ti darebbe fastidio? Io so che tu vuoi bene a Liz, e che l'hai accettata.. allora eprchè non riesci ad accettare ilf atto che avrai un altro fratellino o sorellina? Non mi allontanerà da te.. ma se possibile, ci legheràa ncora di più.. guarda dove siamo, ora,grazie a lui.. <a londra, con cathy umana *_*>

<_CatherineUman_> <e lei infatti si sfoga, stringendo la maglia di Darius nei pugni e riscaldandosi in quel abbraccio paterno. Non le è completamente passata, ma ascoltarlo parlare del loro rapporto in quel modo.. un pochino la rasserena> non è la stessa cosa.. <solleva la testa per guardarlo, senza sciogliere l’abbraccio però, sia mai> io vivo con la mamma, mi godo l’infanzia di Ren quasi come fosse mio figlio. Ma con il figlio di Liz sarà diverso.. perché io mi sentirò un’estranea quando sarò con voi.. tu dedicherai tutte le tue attenzioni a lui e non vedo come questo potrà avvicinarci.. <è un film che si sta costruendo da sola nella sua testa, ma semplicemente perché per lei suo padre è suo padre, tutto il resto viene dopo.. perfino Dulcinea °°> Io lo so che andrà a finire così, papà.. lo so.. tu non sarai mai solamente mio. <ha già provato la sensazione con Ciel e non le è piaciuto per niente. Tira su con il nasino e appoggia nuovamente la testa sul petto paterno> Questo viaggio sarà solo un sogno dal quale presto mi sveglierò.. e che realtà mi aspetta una volta che ognuno sarà tornato a casa propria? <è una bambina, non sembra mica che ha 18 anni in questo momento -_-. Si muove appena, ma subito sobbalza> Ahi.. <le fa male la ferita al ventre e infatti si porta una mano lì.. sembra stia sanguinando un pochino, si è sforzata troppo>

<@Darius_>ti rendi conto che stai facendo tutto da sola Cathy? non sei mai stato un'estrania per me o Liz, e non lo sarai quando il bambino sarà nato.. ti ho chiesto di venire a stare a Londra con noi.. insomma.. se davvero tu fossi un'estranea non loa vrei fatto, no? <sospira e scuote la testa> un.. sogno? ma che stai dicendo? questa è la realtà.. e ne farai parte finchè sarai tu a volerlo.. Catherine, sei mia figlia, e lo sarai per sempre.. non importa quanti bambini nasceranno.. nessuno ti toglierà la'more che nutro epr te.. <ma non finisce di parlare perchè appunto nota che la figlia ha dolore> che ti è successo? ti sei fatta male? <l'aiuta a sedersi sulla poltrona, che non è il caso stia in piedi>

<_CatherineUman_> <si, fortuna Darius si è accorto che è abbastanza fuori di testa al momento. E’ accecata dalla sua gelosia e riesce solo ad immaginare un futuro in cui i suoi fratelli avranno il primato e lei verrà messa da parte. Ma Catherine è ancora una bambina in questo senso.. deve crescere> IO lo spero papà, spero che ciò che dici sia la verità.. non sopporterei che tu mi mentissi.. come non sopporto che tu mi abbia lasciata a return con una lettera.. non da te papà.. <che lo faccia sua madre, un po’ se lo aspetta visti i precedenti.. ma da darius no, è per questo che se lo fa lui ci rimane malissimo. Si lascia accompagnare alla poltrona e poi si solleva il vestito. Ha le calze ma si noterà subito una benda che si sta macchiando di rosso> Già.. un.. un.. angelo del paradiso.. <eh, auguri>

<@Darius_> <la osserva senza dire niente per un po'.. gli controlla anche al ferita e poi la guarda> guarirai.. un po' più lentamente ma guarirai.. adesso è il caso che ti accompagni nella tua stanza, e tu ti metta a dormire.. domani parlere, ok? voglioc he mi accompagni in un posto.. e voglio andare on te.. <senza liz quindi> andiamo.. <e la prenderà in braccio accompagnandola fino alla sua stanza, dove le sistemerà la ferita senza chiederle altro.. e solo quando Cathy sarà tranquilla lui andrà da liz in camera, a dormire>

<_CatherineUman_> <lei annuisce, ormai non riesce più nemmeno a parlare> Non abbandonarmi mai più così, papà.. <è l’ultima cosa che riesce a dire, prima di lasciarsi trasportare da Darius ovunque egli vorrà>


Darius, Liz & Cathy
view post Posted: 16/11/2011, 19:21 [PG GIOCANTE] Catherine - >> 05
Secondo potere acquisito per la vampirella tenerella ^_^
view post Posted: 16/11/2011, 13:26 The Return Incidents - >> 05
Questa mattina, all'alba. Foresta comune. Return.

ZV



Su quel letto chiazzato di sangue, l’angelo soldato dormiva ancora. Il sole stava per sorgere e fuori il vento ululava tra le fronde degli alberi. Sarebbe stata una mattinata grigia, quella a Return. Dopo il rosso della notte, probabilmente la pioggia sarebbe scesa sull’isola per lavare via tutto e restituire quelle varie sfumature che andavano dal bianco al nero e che erano sinonimo della normalità. Ma probabilmente, per i protagonisti di quello strano trio, niente sarebbe stato più.. normale. Non per Adam. Niente sarebbe riuscito a lavargli via la colpa. Niente gli avrebbe restituito la pace. E con questo che doveva fare i conti adesso che Ginevra non dipendeva più da lui. E nemmeno da Dagon.
Aveva lottato contro se stesso per portarla indietro. Aveva vissuto sulla sua pelle, ancora una volta, l’esperienza della separazione che, in questo caso, era molto simile alla morte. Ci erano andati vicini quella notte, lei era giunta davanti alle porte degli inferi e loro due, un angelo e un demone, il bianco e il nero, l’avevano riportata indietro.
Era l’alba quando l’angelo riaprì gli occhi. La notte che aveva appena trascorso era stata difficile e lo aveva steso, letteralmente. Non ricordava esattamente a che ora aveva chiuso gli occhi, ma adesso vedeva filtrare luce attraverso le finestre della casa sull’albero e ciò poteva voler dire solo una cosa: Ginevra e Dagon erano andati via. Voltò la testa per assicurarsi che il demone l’avesse portata via, ed era proprio così. Dagon era stato perfetto. Lei era libera. Quello che aveva dovuto affrontare, affinchè ciò avvenisse, gli ritornò nella mente ancora stordita dal sonno. Era andato incontro alla morte per lei, aveva sperimentato quel dolore sulla sua pelle e aveva dovuto sopportare, ancora una volta nella sua vita, cosa volesse dire separarsi da qualcuno di importante, molto importante. Dopotutto se aveva agito in quel modo per la vampira era perché sentiva qualcosa per lei, forse non ancora amore, ma sicuramente le era legato tanto da disobbedire a regole per lui, un tempo, importanti. Sul letto c’erano ancora macchie di sangue e l’odore nella stanza era acre e forte. Era odore di morte.
Chiuse gli occhi.
Stesa sul pavimento giaceva il corpo dell’elfa che aveva dato nutrimento a Ginevra. Adam non riusciva a dimenticare quello sguardo azzurro e implorante. Quel sorriso che gli aveva regalato prima di morire. Come aveva potuto lasciare che un delitto tanto orribile venisse compiuto? Aveva agito in nome dell’istinto che gli urlava di salvare Ginevra ma, quella creatura non aveva colpe. La colpa era sua e mai avrebbe trovato pace per questo. Sospirò, passandosi una mano sul volto. Era devastato, nonostante avesse dormito. Ma non era la stanchezza che si leggeva sul suo viso. Era la pena. Riaprì gli occhi, si alzò e decise che si sarebbe occupato di quella povera creatura. Come minimo meritava una sepoltura degna. La prese tra le braccia, dopo averle tolto il giubbino di pelle dal volto, ormai era rigida e fredda, ma era ancora molto bella. Scese le scale con lei in braccio, prestò molta attenzione onde evitare di cascare con la creatura priva di vita tra le braccia. Non riusciva a pensare ad altro se non a lei e alle sue urla terrorizzate. Ginevra si era salvata, questo era quanto.. ma a quale prezzo? Sarebbe dovuto morire lui al posto di quella ragazza. Anche lui era puro e avrebbe potuto lasciare bere Ginevra da se stesso. Perché non ci aveva pensato? Perché forse non avrebbe funzionato.
Erano queste le sue riflessioni mentre si occupava del corpo della ragazza. Inutile raccontare nei dettagli quello che fece, ma dopo poche ore, si ritrovò seduto su un masso a fissare il punto in cui aveva sepolto l’elfa. La terra era ancora smossa e sopra, vi aveva posato un fiore colto da un cespuglio lì vicino. Non era molto lontano dalla casetta sull’albero, eppure in quel momento si sentiva lontano da tutto e tutti. Era troppo fresco il ricordo di quella notte e la sofferenza di Adam si era trasformata in puro tormento. I suoi occhi erano di un azzurro intenso, il suo ciondolo a forma di ali, appeso al collo, sembrava vibrare, come se quelle volessero spuntare sulla sua schiena senza che lui potesse averne il controllo. Era strano tutto questo, non gli era mai successo prima. Solitamente riusciva sempre a gestire la sua forma angelica ma, davanti a quella tomba, l’angelo spingeva per uscire. Iniziò a sudare freddo e strinse le mani a pugno. Era difficile lottare contro una forza tanto potente ma non voleva liberarsi di quella parte di se stesso, altrimenti sapeva, che non sarebbe più riuscito a controllarsi, a controllare le sue emozioni. Si distese per terra accanto alla buca,ormai coperta di terra, in cui si trovava l’elfa e si rannicchiò su se stesso. Riuscì a contenere un urlo ma forse sarebbe stato meglio se si fosse lasciando andare a quello sfogo perché la forza che stava usando per trattenersi gli faceva vibrare ogni muscolo, perfino quelli del cervello. Respirava affannosamente e con le unghie scavava nella terra graffiandosi i polpastrelli. Non riusciva a stare fermo e si dimenava come scosso da un fulmine. Aveva le convulsioni e non era affatto piacevole. Sentiva la schiena umida e un dolore lancinante percorrergli i lati della spina dorsale.. lì sulle scapole. Il quel punto, sulla maglietta, apparvero macchie di sangue. Non aveva il dorso nudo eppure si riusciva a scorgere il bagliore che le ali producevano ogni volta che lui le lasciava uscire. Ma era diverso perché in quel momento lui stava lottando per contenerle e faceva più male del solito. Si girò, finendo a pancia in giù. Respirava terra ma non riusciva a smettere di farlo. Faceva male, molto male e non poteva farci niente. Alla fine urlò, quando le ali riuscirono a squarciare la maglietta e a mostrarsi nel loro immenso candore. Non era finita però, perché lui sentiva che stava per liberarsi completamente della parte angelica e più lottava per impedirlo, più si faceva male. Se non fosse riuscito a controllarsi si sarebbe ritrovato in balia delle sue emozioni e a quel punto, sarebbe stato un vero problema evitare di lasciarsi andare completamente. Pensò a Ginevra, era lei il motivo per cui, in quei giorni, aveva disobbedito alle regole divine. Non riusciva a smettere di pensare a lei e al modo in cui lo faceva sentire così.. umano. Strinse i pugni sul terreno e raccolse un po’ di terra. In parte anche lui era fatto di quella.. gli umani erano nati dalla terra.
“Basta, ti prego..”
Era quella la sua punizione? Volevano privarlo della grazia per quel che aveva fatto? Per aver lasciato morire un’innocente? Credeva che fosse la ragione più probabile. E in parte era così. Lui non lo sapeva ma, si stava punendo da solo per quel che aveva compiuto.
All’improvviso sentì una mano che gli toccava una spalla. Non riusciva a capire di chi si trattava eppure, gli sembrava una stretta amica.. qualcuno che volesse tenerlo ancorato lì.. in quel corpo. Aprì gli occhi e scorse due meravigliosi occhi azzurri, simili ai suoi in quel momento.
Era Castiel.
“Adam, resta qui.. “
Sentiva la sua voce e il suo incoraggiamento, ma era difficile lottare contro se stesso, non dopo ciò che era avvenuto quella notte.
Castiel continuò a tenergli la mano sulla spalla e a stringere. Sapeva che l’amico aveva bisogno di aiuto, mai più di allora e lui era lì.. pronto ad aiutarlo.
“Non è fuori da te stesso che devi trovare una ragione per restare.. ma è dentro di te. Cercala Adam.. cercala..”
Una lacrima scivolò sulla guancia dell’angelo minore. In quella lacrima era contenuto il dolore per quello che aveva commesso. Gli angeli non piangevano mai,ma in quel caso, quella goccia che si versò sulla terra sotto la quale si trovava l’elfa, significava qualcosa di più che un semplice pianto. La terra sembrò illuminarsi sotto di loro e Adam sembrò implodere di luce. Era riuscito a non lasciare andare la sua grazia e ci era riuscito per merito di Castiel. Le ali scomparvero e gli occhi del mezzo angelo fatato, tornarono verdi ma.. erano ancora sofferenti.
“Portami via di qui..”
Era stremato e non riusciva nemmeno a reggersi sulle sue gambe, voleva tornare a casa. Castiel lo aiutò, regalandogli un sorriso comprensivo.
“Grazie, Castiel..”
“Adam.. famiglia non vuol dire avere solo lo stesso sangue..”

No, voleva dire molto di più e Adam lo sapeva. Avrebbe sempre potuto contare su Castiel e ora più che mai, sapeva anche di avere estremo bisogno di lui.


Adam con la cortese partecipazione di Castiel*

*Grazie Serena ♥
view post Posted: 15/11/2011, 12:34 The Return MEMORIES - >> 05
Questa notte al castello di Point of Evil

<_Catherine_> <la vampirina http://weheartit.com/entry/9696840/in-set/99450-catherine è esattamente conciata, acconciata e seduta come nella foto.. con l’unica differenza che nella stanza regna il buio dato che è sera. Si trova nel salone principale del castello di PoE e ha in mano la lettera di Darius che sta rileggendo per la centesima volta. Sta meglio, fisicamente.. anche se ha ancora la ferita al ventre. Praticamente manca poco alla sua partenza e spera che, restando lì.. riuscirà a beccare la sua amica che è da un po’ che non riesce a trovare nella sua camera. Avrà fortuna? Lo scopriremo solo vivendo *_*>

< Ginevra > <e infatti la giovane vampirina ha fortuna perchè una signorina con questo musino qui http://data.whicdn.com/images/1601713/greg...ams_5_large.jpg ma con un vestito corto nero addosso sta rientrando ora nel castello. è notte inoltrata, quindi con la camla che le ci vuole ora per compiere ogni minimo movimento si prende in tempo nel recarsi in camera. Peccato che non possa sfuggirle l'amichina, così si avvicina a lei silenziosa.. Sicuramente la percepirà prima Cathy, dato che le arrivreà vicino tra un mese forse *_*>

<_Catherine_> <lei l’avverte si, ma non si scompone perché le fa fatica alzarsi dato che comunque lo squarcio al ventre non si è rimarginato del tutto. Non sa però che anche Ginevra sta messa malino.. quindi si limita a sollevare lo sguardo dalla lettera e a fissare fuori dalla finestra> Qualcosa mi dice che sei arrivata al limite.. <no, veramente gliel’ha detto qualcuno! Uno a caso çç> se ci metti tanto tempo a saltarmi addosso.. vuol dire che, probabilmente, sei perfino messa peggio di me.. <ginny sicuramente non saprà dell’incontro ravvicinato tra Cass e Cathy. Gira la testolina, in attesa di riuscire a scorgere la vampira in astinenza>

< Ginevra > <e pian piano probabilmente Ginny riuscirà a farsi vedere, entrando nel cono dell'unica luce che sopporta, ovvero quella della Luna. Non dice nulla, parla solo quando le arriva vicino, sedendosi con estremo sollievo vicino alle sue gambine> Credo di averlo superato il limite quando non posso nemmeno farmi sfiorare senza scattare come una molla.. <sospira, allungando una manina per farle pat pat sulla coscetta. Se non snasa Ginny l'odore di Angelo.. Infatti arricia il naso, scritando il corpo esile dell'amica> Che.. Ti è successo, Catherine?

<_Catherine_> <quando la scorge nota subito che c’è qualcosa che non va. Ed è grave. Quelli non sono gli occhi di Ginny e perfino il suo colorito è diverso, Aggrotta la fonte e ritira appena le gambine per far più spazio all’amica> Mi stai dicendo che nemmeno io posso sfiorati? <questa non è una cosa buona e giusta> Sei messa davvero peggio di me allora.. <sospira, certo che son due personcine a modo queste due vampirine. Richiude la lettera e la sistema sul divano, sotto il suo sedere.. magari ne parlerà dopo con Ginny di questo> Cosa mi è successo? Diciamo che ero gelosa di te che te la facevi con un angelo di PoG e ho deciso di provare anche io.. peccato che il mio non era affatto desideroso di farsi piantare i canini nel collo.. <riesce anche a fare dell’ironia -_->

< Ginevra > <infatti è iper pallida, colorito che fa risaltare ancora di più gl'occhi di un blu profondo, quasi nero> Certo che TU puoi, ma i diretti interessati alla causa è meglio mi stiano lontani o.. Non so cosa potrebbe succedere.. <vedi ieri che si è scomposta con Dagon vicino o l'altro giorno che non si è lasciata toccare nemmeno da ADam, non se non lo chiede lei per farsi aiutare almeno. Guarda sistemare il pezzo di carta, ma al momento è più interessata a sentire cos'ha da dire la vampira sulla sua storia> Certo che nemmeno tu scherzi a stupidità, lo sai Cathy? Mi sembrava di sentire odore di Angelo.. Ti ha fatto del male? Non si chiamano sai tutti Adam qui.. <nel senso che non son tutti come l'angelo che ha conosciuto lei, ovvero buoni pacifici e desiderosi di provar nuove avventure *_*>

<_Catherine_> Uhm.. capisco. Quindi sei giunta al limite della sopportazione davvero. Insomma ti capisco, dev’essere penoso dover dipendere così da due persone. Un angelo e un demone poi.. pessima accoppiata.. <ma visto che almeno lei ha il permesso di toccarla, allunga una mano per accarezzarle quella guancia pallida> ti rimetterai.. sai ho conosciuto Dagon.. e mi sembrava davvero intenzionato a far qualcosa per aiutarti.. <lei ha visto perfino il bisturi, ma non sa che servirà proprio per aiutare Ginevra> Lo so Ginevra, se fossi stata capace di intendere e volere non mi sarei mai azzardata a fare una cosa simile. Ho dei problemi seri a controllare me stessa ultimamente e non credo sia dovuto a quello che ci sta accadendo in questi giorni.. <poi con la stessa manina con cui l’ha accarezzata, si solleva il vestito per mostrarle la benda che le fascia il ventre> Sei mai stata colpita dalla pura fede divina? Beh.. io te lo sconsiglio vivamente..

< Ginevra > Più che penoso è.. Estremamente faticoso, ce li ho.. Ce l'ho, perchè ora è solo uno <dagon, dato che l'ultimo da cui ha bevuto è stato Adam> perennemente addosso anche se non siamo fisicamente vicini.. <sospira, ma più ci pensa e peggio è, quindi scaccia via tutto con una manina, come se fosse così facile> è intenzionato a farlo, entrambi lo sono CAtherine.. Sono stati.. DEgli ottimi compagni di aventura, se posso definirli così ora.. Non sarei viva se mi avessero lasciato allo sbaraglio.. <infatti.. China la testolina per osservare il taglio, facendo una smorfia cone a dire "chissà che male che ti ha fatto" e poi scuote la testolina> Mi dispiace, se io non fossi in questo casino ti avrei impedito di rischiare così tanto.. avremmo passato la serata a.. Spettegolare anzichè leccarci le ferite a vicenda.. <ora si prende la colpa pure per questo? °°>

<_Catherine_> Ne sei assuefatta Ginevra ed è normale che sia così. E’ una situazione difficile e complicata ma.. almeno esiste un rimedio e per lo meno i due pare si siano assunti una parte di responsabilità anche loro. Anche se non credo che ti aiuteranno solo per questo.. insomma, va bene l’angelo, ma Dagon avrebbe anche potuto infischiarsene quindi.. suppongo che se ti abbia aiutata è perché sa che persona meravigliosa sei.. <le sorride, anche se è un sorriso un po’ spento e poi prende la mano dell’amica per portarsela sulla ferita> E’ stato il dolore più grande che abbia mai dovuto sopportare ma non credo che tu avresti potuto impedirmelo, Ginevra. Quando ho detto che non ero in me ero seria. Non lo dicevo tanto per dire.. io.. <sospira, non sa cosa le sta accadendo ma Castiel le ha messo il tarlo> Credo di avere.. qualcosa dentro di me che si appropria del mio corpo..

< Ginevra > Già.. E dire che uno per colpa mia è tutto fuorchè un angelo <oddio, adam a poe c'è andato da solo, ma lei ci ha messo del suo per deviarlo *_*> e l'altro, non lo so.. DEvo aver avuto un sacco di fortuna.. <si perchè con dagon è partita male, nel senso che come l'ha conosciuto ha dovuto anche prenderlo in giro. Sospira, pensando un attimo a cip e ciop e poi riconcentrandosi su di lei>Di qualcuno che veniva posseduto ancora non ne avevo sentito parlare, Catherine.. Ma mi sembra assurdo anche per quest'isola.. Hai.. Hai dei vuoti di memoria? <sta cercando di fare mente locale su quanto lei ne sappia acculturandosi in biblioteca> Ti ricordi cosa hai fatto quando ti svegli?

<_Catherine_> La colpa non è mai del singolo individuo, Ginevra.. almeno non lo è in questo caso.. <e comunque non è nemmeno colpa di Ginevra se Adam in parte è fatato, quindi molto propenso a voler sperimentare emozioni che siano diverse da quelle che in paradiso gli son sempre state *imposte*> Beh si ad incontrare Dagon sei stata parecchio fortunata. Voglio dire.. ma che razza di figo è? <la guarda con espressione appena maliziosa. Insomma con Ginny certi commenti può lasciarseli sfuggire, anche se poi quando si trova con i diretti interessati è una frana -_-. Poi sospira,chiudendo gli occhi e annuendo> Beh a quanto pare io sono il primo caso a return. Perché si.. ogni volta l’unica sensazione che provo è il vuoto.. accompagnato dalla morte che ho lasciato attorno a me. <ergo, non ricorda niente sul come l’ha provocata quella morte> Mi sembra di impazzire se ci penso.. <non so chi sia messa meglio tra le due> forse mia madre ha ragione quando dice che partire è l’unica soluzione sensata..

< Ginevra > <ma lei sa anche questo solo che ora.. Come avranno capito romai anche i muri, sta tornando lucida con il fatto che deve per forza di cose concentrarsi a NON bere da ogni collo che le capiti sotto tiro, quindi iniziando a ragionare si da mille e più colpe. Poi gli viene da ridere a sentirla tanto che si copre il visino con una mano> Cathy! Puoi non ricordarmelo quando gli vorrei saltare addosso a ogni ora del giorno? <ahahaah non la aiuti così eh! infatti le va un momento per riprendere la concentrazione zen e pensare ad altro che non sia Dagon e tutto quello che a lui concerne> Hai provato a cercare niente sulla possessione, Cathy? Perchè o è questo o hai una specie di doppia identità come si legge spesso nelle favole.. <fa spalluce> Dovresti chiedere a tua.. Aspetta, dove? Cosa? Te ne stai andando? <no eh, da chi va lei poi a farsi consolare? ò_ò>

<_Catherine_> <spalanca gli occhi, rendendosi conto che ha toccato un argomento indelicato con Ginny in quello stato> Porca pupazza! Scusa è che con qualcuno dovevo pur esternarlo..<quando la sente ridere però, si mette a ridere pure lei e finalmente si abbassa il vestitino dato che per mostrare la ferita a Ginny era praticamente rimasta in mutande> Comunque, quando ti sarai ripresa.. io un pensierino ce lo farei al tuo posto.. <si, però adesso basta la torturi così! <si rifò seria e alza le spalle> No, non ho fatto alcuna ricerca ma.. l’ho raccontato alla mamma e credo che se ne occuperà lei adesso.. <riprende la lettera che le ha scritto Darius. In sostanza dice che Liz è incinta e che per salvaguardare la creatura si son trasferiti a Londra per un po’ e hanno invitata anche lei a farlo. Aspetta che Ginny legga, prima di aggiungere> è per questo che mia madre ha deciso che sarebbe perfetto se io lasciassi return per un po’.. <dal tono in cui lo dice, Ginny capirà bene che Catherine non ne ha nessuna voglia xD>

<ginevra> Cathy, per l'amor di chi vuoi tu, BASTA! <che lei di pensieri se ne fa anche troppi e sbagliati se continuano a parlare di questo.> Bè dovresti occupartene anche tu.. è di te che si tratta, io sarei di curiosa e preoccupata di sapere quel che mi succede.. <poi prende la lettera, leggendo velocemente per un paio di volte fino ad afferrare bene il concetto. Le restituisce il foglio, guardandola sconsolata> Quindi vai.. E per quanto, Catherine? Sulla terra le gravidanze durano un'infinità di tempo, lo sai? <le sistema meglio contro, carezzandole la gambina che è la cosa più vicina a lei per il momento> Devi? Non voglio andare conto i tuoi genitori.. Ma io ho bisogno di te.. QUI.. <eh..>

<_Catherine_> Va bene la smetto, promesso.. pensa a me e a come ci divertiremo quando saremo tornate normali.. <allunga anche lei una mano e le accarezza il braccio, le era mancata Ginevra in questi giorni> si, infatti è quello che penso io.. ma sai come diventa testarda mia madre quando pensa di aver ragione. Ha deciso per me.. e non ha voluto sentire ragioni. Devo andare a Londra e sinceramente non so quando tornerò. <sbuffa, questa storia non le sta bene per niente anche perché è arrabbiata parecchio con Darius> Anche io ho bisogno di me qui.. scappiamo insieme? <si, così restate pazze a vita *_*>

<ginevra> Lo so e d'altronde.. Non ha tutti i torti.. è di tuo padre che si parla e di quello che sarà tuo fratello.. O sorella.. Non puoi fare finta di niente.. Devi andare.. Credo.. <crede? Ovvio, non vorrebbe mica staccarsi da lei, se potesse> FAcciamo così: quando tornerai ce ne andremo io e te da qualche parte, va bene? Così compenseremo la mancanza.. Io starò bene.. TU starai bene e ci divertiremo più di quanto immagini.. <allunga una zampina per carezzarla il guancino>

<_Catherine_> Io lo ho già un fratello.. <è gelosa, pensa che le ruberanno il padre :o> e non so perché mio padre abbia deciso di averne un altro. Io non gli bastavo più? <si acciglia, riesce a sembrare buffa quando si arrabbia per queste cose> E non dire niente! <non vuole sentirsi dire che sta sbagliando perché pensa di avere le sue ragioni a pensarla così> mi ha lasciata qui con una lettera.. quindi.. <quindi pensa di esser giustificata se è arrabbiata. Poi annuisce> Questa è una promessa.. guarda che ci conto.. <si, se ne vanno a tokyo *_*>

<ginevra> Cathy ma ti senti? <ha aperto bocca prima si ascoltare l'avvertimento della vampira, dunque le viene da ridere e alla fine si sforza di spostarsi accanto a lei per abbracciarla> Ora.. Sarà l'alba tra poco e io fino domani sera non devo muovermi.. Quindi ora come due vere impedite ci alzeremo da qui e questa notte.. Giorno.. dormiamo insieme, va bene? Così al tramonto mi darai l'imbocca al lupo e ci saluteremo come si deve.. <le ammicca, allungano il mignolino per fare giurin giurello sul loro viaggio>

<_Catherine_> Certo che mi sento.. è so per certo che ho ragione. Poi son ferita quindi non hai il permesso per contraddirmi.. <ecco appunto, lasciala bollire nella sua gelosia Ginevra. Poi si scotterà da sola *_*. Ascolta il progetto dell’amica e annuisce> Direi che mi piace questo progetto.. era da un po’ che non dormivano assieme.. mi stai tradendo troppo in questo periodo e io non ho ancora <!!!> trovato nessuno con cui consolarmi! <ridacchia e poi cerca di mettersi in posizione per alzarsi> Come si deve.. perfetto çç <la guarda ammiccante allungando il mignolo per sigillare la promessa. Poi direi potranno fare da sole dato che ci metteranno secoli per arrivare in camera e io devo andare *_*>
view post Posted: 14/11/2011, 18:11 [PG TEMPORANEO] Ferenc - >> 05
E io che mi perdo questi PG son da picchiare!
Bellissmo kayetta e poi che gran pezzo di gnocco èçè
view post Posted: 12/11/2011, 18:22 The Return Incidents - >> 05
Mercoledì sera, castello di PoE.. dopo il tramonto..

I'm A broken rose..



divisori17



Dulcinea

Seduta in camera sua, su un divanetto in velluto grigio, si trovava la vampira http://weheartit.com/entry/16853663 . Stava aspettando qualcuno, molto probabilmente sua figlia che,ormai, non rientrava da giorni. Era preoccupata, ma nonostante ciò, aveva deciso che sarebbe stata dura con lei quando sarebbe rientrata. Probabilmente non era mai stata una buona madre, e di questo se ne dispiaceva amaramente perché i suoi figli erano l’amore della sua vita. Ma questa volta, Catherine aveva esagerato disobbedendo alle poche regole che sua madre le aveva imposto. Non era rincasata e non dava sue notizie da giorni. Non poteva lasciargliela passare liscia.
“In cosa ho sbagliato, Ren? In che cosa abbiamo sbagliato?”
Aveva tra le mani la lettera che Darius aveva spedito a sua figlia. Era ancora sigillata, nonostante Dulcinea desiderava sapere cos’avesse di tanto urgente Darius da far sapere a Catherine per mezzo di una epistola. Il piccolo Ren http://data.whicdn.com/images/15935811/gre...1x375_large.jpg , dal canto suo, guardava sua madre mentre cercava di mettersi a gattoni, invano, sul grande tappeto al centro della stanza. Era troppo piccolo per capire, eppure fu lui il primo a voltarsi in direzione della porta come se avesse colto la presenza di qualcuno. Dulcinea sospirò. Era Catherine.

Catherine

Si era svegliata in infermeria sola e avvolta dalle tenebre. Castiel era stato bravo nel sigillare ogni finestra affinchè nemmeno un raggio di sole potesse entrare nella stanza in cui lei stava riposando. Sentiva ancora il dolore lancinante al ventre, ma di quei tempi i vampiri erano in grado di guarire molto più velocemente rispetto alle altre creature. Si alzò e cercò di mettersi seduta sulla barella tenendo una mano premuta sul ventre. Non sanguinava più, lo sentiva.. ma faceva male. Soffocò un urlo di dolore. Doveva farsi forza e raggiungere camera sua. Aveva bisogno di sua madre, di suo padre e, anche se sapeva che sarebbe stato difficile confidare loro tutto, era convinta che fosse l’unica cosa giusta che potesse fare. Sollevò lo sguardo puntandolo verso la porta dell’infermeria. Non era molto lontana e se fosse riuscita a percorrere quel breve tratto di strada sulle sue gambe, dopo avrebbe potuto contare sul supporto delle pareti e dello scorrimano, sulle scale, per raggiungere la sua stanza. Strinse i pugni e facendo leva con questi sul lettino, si alzò con un gemito di dolore. Riuscì a raggiungere la porta con passi lenti, aveva rischiato di cadere ma aveva ragione. Da lì fino alla sua stanza fu decisamente più semplice.
Le difficoltà maggiori le avrebbe dovute affrontare una volta aperta quella porta che aveva di fronte. Le sue condizioni erano pessime http://weheartit.com/entry/14797031/in-set...uliot-catherine
: il vestito era completamente coperto di sangue, i capelli arruffati, gli occhi spenti e il colorito pallido tendente al violaceo. Non si era più nutrita da quando aveva rigettato tutto il sangue di Castiel. Facile capire quindi, che non riuscì nemmeno a portare la mano sulla maniglia. Si era sforzata troppo per arrivare fin lì e adesso le sue gambe, chiedevano pietà.
E cadde, producendo un tonfo.

Dulcinea

Un tonfo. Silenzio.
“Catherine!”
Si alzò di scatto dal divano e raggiunse la porta per aprirla. Quello che vide non le piacque. Sua figlia stesa sul pavimento, completamente ricoperta di sangue putrido e un odore di sangue ancora fresco che sembrava proprio provenire da lei. Era ferita e pallida. Era successo qualcosa di grave. La prese tra le sue braccia, restando per qualche momento accucciata con lei tra le braccia, sul pavimento. Le carezzava la testa.
“Oh bambina mia, non hai più niente da temere, c’è la tua mamma adesso con te.”
Tutta la disapprovazione che aveva provato per il comportamento della figlia, adesso era svanita in quell’abbraccio. La sentiva debole e dolorante e il suo colorito sembrava confermarlo. Cercò di ragionare lucidamente: per prima cosa doveva portarla in casa, dove Ren guardava verso la porta le due donne della sua vita, e poi doveva farla nutrire. La sollevò, tenendosela sempre stretta al petto ed entrò chiudendo la porta con un piede. Perfino il piccolo Ren pareva capire che fosse accaduto qualcosa e, facendosi forza sulle braccia piccine, si mise a gattonare verso le due, fermandosi poi in prossimità del divano. Catherine sembrava priva di sensi, ma Dulcinea sapeva che non era così. La adagiò sul divano e le accarezzò la fronte più fredda del solito.
“Catherine.. “
Sospirò, chiudendo gli occhi. Non sapeva cosa dire, voleva solo farle mille domande per sapere cosa fosse successo e quindi cercare di aiutarla il qualche modo, ma la vampira minore sembrava non avere più nemmeno la forza per parlare.

Catherine

E sua madre non aveva torto. Provava una sofferenza mai provata fino ad allora e riusciva a malapena a tenere gli occhi socchiusi. Parlare in quello stato le sembrava impossibile e l’unica cosa che fece fu lasciarsi sfuggire una lacrima. Era dispiaciuta per essersi presentata in quello stato da sua madre, per aver preoccupato perfino il suo fratellino ancora così piccolo. Ma era l’unico posto dove si sarebbe sempre sentita al sicuro. Era casa sua. Si portò una mano alla ferita quando la madre la fece stendere sul divano. Lo sforzo l’aveva fatta sanguinare un’altra volta e sapeva bene che non poteva perdere altro sangue. Sua madre avrebbe dovuto farla bere al più presto.. sentiva la sua voce lontana.. sempre più lontana.

Dulcinea

Vedere sua figlia versare quella lacrima la indusse a ragionare lucidamente. Non poteva farsi prendere dal panico e dal dolore, e un vampiro sapeva bene come fare per spegnere tutte le sue emozioni. Le raccolse la lacrima con un dito.
“Lotta Catherine, non lasciare che il dolore prenda il sopravvento su di te. Sei una vampira, la più pura della tua specie. Guarirai.. molto presto.”
Si rimise in piedi e si allontanò dal divano. Sentiva i gemiti della figlia, ma davanti a se aveva la gabbia in cui teneva rinchiusi i pipistrelli vampiro. Erano animali in grado di succhiare il sangue alle creature.. era quanto di più vicino al sangue elfico che ella stessa si sarebbe mai potuta permettere. Avrebbe ucciso per sua figlia, sfidando le regole di Manuel.. ma non aveva abbastanza tempo per la caccia. La gabbia d’argento si aprì controllata dalla sua volontà. Non poteva toccarla ma non le sarebbe servito perché poteva controllare i metalli. Afferrò una delle sue bestie, quella più succulenta, e dopo aver richiuso la gabbietta, tornò da sua figlia per avvicinare il pipistrello alle sue labbra.
“Adesso tocca a te, Catherine.. senti il cuore che pulsa.. senti il suo sangue.. ti sta chiamando e vuole solo te”
Ren ormai era ai piedi del divano e cercava di sporgersi il più possibile. Voleva vedere la sorella, voleva aiutarla anche lui e a modo suo, con i suoi versi, glielo stava dicendo.

Catherine

Tutto era sfocato nella sua mente: suoni, colori, si confondevano tra loro aumentando il suo dolore. La voce di sua madre andava e veniva a tratti.. anche se avvertiva la sua presenza al suo fianco cosi come avvertiva la presenza di Ren. Sapeva da sola, però, che avrebbe dovuto lottare, ma più continuava a sanguinare più sentiva le forze abbandonarla. Non sarebbe riuscita a mordere nessuno in quello stato, anche se avvertiva la presenza del pipistrello, del suo sangue e del suo cuore che le martellava nella testa, non riuscì a spalancare la bocca per morderlo. Sua madre avrebbe dovuto fare molto di puù di questo.. lei non poteva farci niente.. era esausta.

Dulcinea

Capì che Catherine non sarebbe riuscita da sola a mordere quella bestia. Nonostante le sue parole e lo sforzo che stava facendo per non azzannare il pipistrello lei stessa, la figlia non riusciva nemmeno a mostrare i canini.. quelle due piccole lame taglienti che facevano parte di lei, sempre. Ma non adesso. Guardò Ren, che si allungava per cercare di raggiungere la sorella, ma era ancora troppo piccolo per reggersi sulle sue gambe. Tornò a guardare Catherine e capì quale era l’unica cosa che le restava da fare. Doveva farla bere come faceva nutrire Ren, doveva aiutarla a come faceva quando era ancora troppo piccola per poterlo fare da sola. Con l’unghia recise la vena che pulsava sul collo dell’animale. Era il sangue di una bestia che aveva in circolo sangue elfico. Non l’avrebbe rimessa in sesto completamente ma l’avrebbe sicuramente aiutata. Avvicinò il pipistrello alle labbra appena socchiude della figlia lasciando gocciolare il sangue all’interno della bocca.
“Spera che funzioni, Ren..”
Chiuse gli occhi e attese..


Catherine

Era arrivata al limite, non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto in quelle condizioni. Certo, non sarebbe potuta morire, era un vampiro puro, ma l’assenza di sangue avrebbe potuto costringerla per sempre a un’esistenza di stenti, priva di qualsiasi cosa. Ma qualcosa stava succedendo. Sentiva le labbra inumidite e il nettare scorrerle nella gola. Era un sapore rugginoso, forte, pizzicante.. non buonissimo.. ma sembrava funzionare. Sentiva di poter riuscire a muovere le braccia tanto che non le sembrò nemmeno di sforzarsi quando allungò la mano per afferrare la bestia e si attacco al suo collo con le labbra, succhiando come un bambino succhia dal seno materno. Era un po’ quello che stava accadendo, dato che sua madre non sembrava voler mollare l’animale. Riuscì ad aprire gli occhi e poteva guardare sua madre che le carezzava i capelli. Non riusciva a staccarsi dal collo del pipistrello, sentiva di averne ancora bisogno anche se sapeva che l’animale stava per morire e questo le avrebbe provocato altri, gravi, problemi. Le forze le erano tornate in parte ma, toccava ancora a Dulcinea aiutarla. Dopotutto.. lei era ancora una bambina e quella scena sembrava confermarlo.

Dulcinea

Osservava la figlia. Il sangue stava circolando nel suo corpo e riusciva a vedere quelle venuzze bluastre, che le ricoprivano il viso, scomparire man mano sotto il colorito pallido che stava riacquistando colore. Sorrise quando vide le sue labbra chiudersi attorno al collo dell’animale. Stava bevendo e ci stava riuscendo da sola. Fissò gli occhi di Catherine che si stavano illuminando. Le lacrime erano pronte a scendere ma fu pronta a ricacciarle indietro. Le accarezzò i capelli neri e setosi come i suoi, anche se in quel momento erano tutti arruffati. Si accorse, però, che il pipistrello stava morendo e che Catherine non aveva alcuna intenzione di allontanarsi. Con delicatezza, ci pensò lei a scostarlo dalla sua bocca.
“Basta così, Catherine.. Dopo ne avrai un altro, ma adesso..”
Era arrivato il momento di sapere.
Uccise il pipistrello agonizzante, torcendogli il collo, e lo appoggiò su un tavolino lontano dalla portata di Ren che, seppure avesse già avuto la sua cena, sembrava insaziabile in quei giorni. Poi tornò a guardare sua figlia. La sua espressione era chiara. Doveva parlare.

Catherine

Lasciò ricadere la testa all’indietro che si posò sul morbido cuscino. Continuava ad aver voglia di sfamarsi ma non sarebbe riuscita a reggersi sulle sue stesse gambe e forse non ci sarebbe riuscita per un bel po’. Sospirò, presa da un profondo sentimento di tristezza e chiuse gli occhi per non fissare quegli occhi che imploravano conoscenza.
“Grazie, mamma..”
Non era certo questo che Dulcinea voleva sentirsi dire, e lei lo sapeva. Ma non era semplice parlare di quello che era successo. Era stata una stupida a credere di poter bere da un angelo senza subirne le conseguenze ma.. dopotutto.. non era lei a controllare il suo corpo quando ciò era successo. Girò la testa, e quando aprì gli occhi aveva davanti lo schienale del divano.
“Suppongo che tu voglia sapere per quale motivo tua figlia si sia presentata dietro la porta di casa ridotta a brandelli..”
Era esattamente ciò che Dulcinea voleva sentirsi dire. Ma Catherine non riuscì ad aggiungere altro. Non ancora. Un singhiozzo ruppe il silenzio.. per ora sua madre avrebbe dovuto ascoltare il suo pianto.

Dulcinea

Catherine stava meglio.. ed era quello che le importava di più. Ma non bastava. Era necessario che lei sapesse, per i vampiri quelli erano tempi duri e se qualcuno aveva attaccato sua figlia lei si sentiva in diritto di sapere.
“Mi ringrazi per cosa? Per averti aiutata? Sei mia figlia Catherine.. sangue del mio sangue. Cosa avrei dovuto fare? Lasciarti fuori dalla porta agonizzante?"
Ren ormai era esausto dal tentare di arrampicarsi sul divano, così si diresse verso la lettera che la madre si era lasciata cadere quando era corsa ad aiutare la figlia. Ma Dulcinea riuscì a recuperarlo, prima che se la portasse alla bocca cancellando con la sua saliva quelle parole che per Catherine dovevano essere importanti. Se lo sistemò sulle gambe e gli tolse la lettera di mano. Per il momento avrebbe dovuto aspettare. Prima doveva scoprire cosa era successo.
“Credo che sia il minimo che tu possa fare, Catherine. Hai disobbedito alle poche regole che ti ho imposto e ti sei ripresentata a casa in condizioni che.. “
Sospirò, aveva creduto per il peggio. Ren, adesso riusciva a vedere la sorella e tentò di allungarsi verso di lei. Ma sua madre lo mantenne fermo.. Catherine si stava sfogando ed era giusto che lo facesse senza che nessuno la disturbasse.

Catherine

Ascoltò sua madre ma continuò a piangere. Sarebbe stato difficile parlare in quelle condizioni.. quindi passarono dei minuti prima che riuscisse a fermarsi. Aveva dentro tanta rabbia per quel che aveva fatto. Ce l’aveva con se stessa ma allo stesso tempo era consapevole che non sarebbe mai riuscita a controllare quella.. cosa.. se non avesse chiesto aiuto a chi ne poteva sapere più di lei.
“Mamma..”
Era proprio arrivato il momento.
“Ho morso un angelo e, come puoi ben vedere a lui evidentemente non andava di esser disturbato”
Non era stata propriamente lei a mordere Castiel. Una parte di se, forse lo avrebbe voluto ma non era colpa della sconsideratezza che avevano i vampiri in quei giorni se si era lasciata andare a quel richiamo. C’era qualcosa di più e lei adesso, forse, sapeva cosa fosse.
“Io credo di avere qualcosa dentro di me. Un qualcosa che non riesco a controllare e non si tratta di semplice istinto.. mamma..Io.. non ne sono sicura ma tutto è successo da quando la regina mi ha donato il suo sangue”
Questa rivelazione avrebbe sconvolto Dulcinea ma doveva saperlo perché forse lei sarebbe stata l’unica a riuscire a saperne di più dalla regina.

Dulcinea

Non riusciva a credere alle sue orecchie. Catherine era stata tanto avventata da mordere un angelo nonostante sapesse quello che era capitato a Ginevra. Non poteva pensare che sua figlia fosse tanto stupida.
“Cosa? Hai.. hai morso un cosa?”
No, non poteva essere. La sua Catherine non era così e nessuno meglio di sua madre lo poteva sapere meglio. La guardò, con sguardo severo mentre cercava ancora di tenere a bada Ren che voleva raggiungere la sorella.
“Cosa vuol dire che hai qualcosa dentro di te? Sei un vampiro Catherine è logico che sia così. Si chiama desiderio.. intenso in tutte le sue forme..”
Avrebbe voluto aggiungere altro, ma la sua espressione si fece di ghiaccio nel sentir parlare di Lilith. Cosa c’entrava lei con sua figlia? E perché le aveva donato il suo sangue tanto letale, ma tanto potente se regalato nelle giuste dosi?
“Continua..”

Catherine

Allungò entrambe le braccia per far distendere Ren accanto a se. Erano entrambi molto esili da poter riuscire a stare entrambi distesi sul divano. Fece solo attenzione alla ferita che adesso, lo sentiva, stava lottando contro la morte del suo corpo per rimarginarsi. Il piccolo incassò la testa sulla spalla della sorella e chiuse gli occhi. Era quello il suo posto.
“Io veramente speravo che potessi dirmi tu qualcosa a proposito. Io.. non so cosa mi sia successo ma, ogni volta che questo qualcosa si impossessa di me non riesco più a ricordare cosa faccio. Quando mi sveglio ho di fronte a me il vuoto.. la morte.. e la consapevolezza di averla procurata.. mamma io..”
Chiuse gli occhi, le faceva fatica raccontare come si sentiva ma era sua madre e, insieme a Darius, era l’unica in grado di capirla veramente.
“Cosa mi sta succedendo, mamma?”
Riaprì gli occhi.. erano imploranti.

Dulcinea

Rabbia. Odio. Istinto.
Avrebbe voluto correre da Lilith in quel esatto momento ma chiuse gli occhi, furenti, e rimase seduta.
“Sei stata una stupida.. stupida e.. Cristo Catherine! Per quale ragione mi stai parlando di questo solo ORA?”
Pensava che sua figlia si fidava di lei e sapere che le aveva tenuta nascosta una cosa tanto importante la fece sentire.. delusa. Riaprì gli occhi e puntò lo sguardo in quello della figlia. Erano così diversi quegl’occhi in quel momento.
“E’ chiaro quello che ti sta succedendo Catherine.. il tuo istinto lotta per farti essere la predatrice che sei e pare che Lilith, abbia deciso di darti una bella spinta..”
Oh, ma le avrebbe dovuto dare una spiegazione per questo. Non avrebbe certo perso occasione per fare una visita alla sua *amica*, non adesso che sapeva che aveva influenzato la vita di Catherine.
“Sei fortunata che non abbia deciso di ucciderti..”
Il sangue di Lilith poteva essere letale, ma aveva anche sperimentato sulla sua pelle che sui vampiri poteva avere effetti, diversi.. dopotutto era la loro.. madre originaria.
“Temo di non saperlo nemmeno io con esattezza, ma lo scoprirò molto presto.. stanne certa.”
Guardò la lettera e poi decise. L’avrebbe aperta e letta per sua figlia.
“Questa te l’ha mandata tuo padre..”
Iniziò a leggerla e man mano che proseguiva i suoi occhi si velavano di tristezza. Darius stava per avere un altro figlio e questo la spiazzava, soprattutto perchè adesso se ne era andato. Lei ci soffriva ma sapeva che per Catherine sarebbe stato anche peggio. Sospirò e, senza leggere ad alta voce la parte finale, guardò la figlia.

Catherine

Sua madre aveva ragione. Se quello che diceva corrispondeva alla realtà, Lilith sarebbe stata l’unica che avrebbe potuto dirle cosa le stava succedendo. Ma si sentiva affranta, per averla delusa escludendola in quel modo dalla sua vita. Dopotutto era sempre stata lei a rimproverarla per averle mentito, ma in fondo.. si era comportata nello stesso modo adesso. I ruoli avevano preso le loro giuste posizioni. Lei era tornata ad essere la figlia e sua madre, la madre.
“So di averti delusa mamma.. mi dispiace io.. pensavo che mi sarebbe passata ma.. va sempre peggiorando.”
Gli episodi di violenza erano aumentati da quando qualcosa era successo a tutti i vampiri di return. Ma il suo problema non aveva a che fare solo con questo. Sbarrò gli occhi, quando sua madre le mostrò la lettera di suo padre. Aveva deluso anche lui e si era perfino dimenticata di andare a cercarlo per scusarsi.
Ma..
Non riusciva a credere a quello che sua madre stava leggendo. Liz era incinta e Darius aveva deciso di portarla a Londra per salvaguardare il frutto del loro amore. Per salvaguardare suo figlio. Non lei.. un altro. I suoi occhi brillarono per la rabbia.
“Mi.. mi ha lasciata qui.. con una lettera..”
Non riusciva a crederci. Suo padre, il suo adorato padre le aveva fatto questo. Proprio adesso che aveva più bisogno di lui. Chiuse le mani a pugno e la ferita sembrò pulsare. Le faceva male ma non era quello il suo dolore più grande in quel momento.
“Perché?”
Guardò sua madre, in cerca di risposte che forse nemmeno lei avrebbe potuto darle.
"Perché?”
Urlò, con un’insana voglia di fare a pezzi qualsiasi cosa. Perfino Ren aprì gli occhi per guardare la sorella, incredulo di scorgere tanta vitalità in quel corpo ferito.

Dulcinea

Capiva la rabbia di sua figlia, ma comprendeva anche Darius. Lei era madre e sapeva che un genitore avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvare il proprio figlio.
"Non ti ha lasciata.. Catherine. Sei sua figlia non potrebbe mai.”
Sapeva che nessuno sarebbe stato in grado di controllare la rabbia di Catherine in un momento tanto delicato, ma non le faceva bene perché aveva ancora bisogno di tempo per rimettersi in forza.
"Perché cosa? Anche io ti ho dato un fratello, dovresti esser felice di sapere che anche tuo padre si è rifatto una vita. Cosa ti aspettavi?”
Faceva male anche a lei. Era passato diverso tempo da quando la sua relazione con Darius era giunta al capolinea. Si era innamorata di un altro, dal quale aveva anche avuto un figlio.. eppure faceva male. Chiuse gli occhi e poi le porse la lettera.
“vuole che lo raggiunga a Londra e io credo sia una buona idea..”

Catherine

“Mai!”
Avrebbe preferito morire o restare agonizzante per sempre pur di non partecipare a quell’idillio che si stava svolgendo a Londra, lontano da lei.
“Scordatelo, perché io.. io.. ho chiuso con lui..”
Amava suo padre, con tutta se stessa e adesso.. aveva solo paura che qualcun altro prendesse il suo posto nel cuore del vampiro.
“Lui mi metterà da parte perché ci sarà.. quel bambino. Io.. non voglio.”
Non spettava a lei poter decidere, ma non poteva lasciare che sua madre decidesse sul serio di lasciarla partire. Non avrebbe mai potuto sopportarlo. Lei non odiava Elizabeth, non aveva nulla contro di lei ma era convinta che quel figlio avrebbe allontanato Darius per sempre dalla sua vita. Pianse e si strinse a Ren come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Era suo fratello anche lui, ma era diverso perché lei partecipava alla crescita di quel fagottino pallido. Lei viveva con sua madre mentre.. mentre Darius avrebbe cresciuto quel figlio come non aveva fatto con lei.
Pianse ancora.

Dulcinea

Era dura doverla costringere a lasciare Return. Non avrebbe mai voluto separarsi da sua figlia, ma visti gli ultimi avvenimenti le sembrava la cosa più sensata da fare per il suo bene.
“E invece è proprio quello che farai.. piccola mia vampira sconsiderata. Ti servirà per capire che un genitore non potrà mai metter da parte un figlio. Mai. E io sono certa che tuo padre ti ama più di qualunque altra cosa.”
Si sentiva in colpa perché era consapevole che la gelosia di Catherine, derivava in parte dal non aver potuto godere di un padre durante la prima infanzia. Era stata lei a separarli, credendo di fare il loro bene.. ma si era sbagliata e adesso doveva rimediare.
“E’ deciso. Scriverò io stessa a Darius per avvertirlo della tua partenza, appena sarai abbastanza in forze per lasciare return, partirai. E non voglio sentire una parola di più a riguardo.”
Si alzò per sottrarre Ren dall’abbraccio di Catherine. La figlia aveva bisogno di riflettere da sola, perché solo il tempo e l’affetto di Darius l’avrebbero potuta convincere che nessuno avrebbe mai potuto ledere il rapporto di un padre con la propria figlia.
Lei lo sapeva.. e in cuor suo, doveva saperlo anche Catherine.


Dulcinea, Catherine & Ren.
view post Posted: 8/11/2011, 21:25 The Return Incidents - >> 05
Oggi, dopo il tramonto..

Catherine

Era appena tramontato il sole a a Return e questo poteva voler dire solo una cosa: tutte le creature della notte erano a caccia. Nei pressi della cascata c’era un silenzio inverosimile, solo il rumore dell’acqua che si infrangeva sulla parete rocciosa, per poi finire nel laghetto, produceva un suono che aveva qualcosa di magico ma allo stesso tempo acuiva il silenzio lì attorno. Seduta su un ramo di un salice, che si trovava proprio a ridossi dell’argine del laghetto, sembrava esserci una creatura. Era immobile, le gambe che pendevano dal ramo e i lunghi capelli neri, abboccolati, ricadevano sulla schiena. http://weheartit.com/entry/14797031/in-set...uliot-catherine Vestita di bianco e con la pelle ancor più chiara, aveva un’espressione assente, come se fosse rapita da quel silenzio fino a perdersi dentro di esso. Qualcosa non quadrava.. forse quella non era la vampira timida e dolce che tutti conoscevano, anche se aveva le sue sembianze. In quei giorni sull’isola tutti i vampiri avevano qualcosa di diverso ma.. non era solo quello. Dentro di lei si nascondeva una predatrice che solo il sangue della regina poteva risvegliare. Era una creatura nata dalla notte e, probabilmente, stava aspettando qualcuno.

Castiel


Nella stessa sera in cui una vampira attendeva la sua prede, un angelo passeggiava lungo le sponde del fiume, nei pressi della cascata. Non era li per nessun motivo particolare, se non quello di trovare conforto nella meraviglia che la natura di quel luogo offriva la notte. L'acqua e la stessa vegetazione era rischiarata dalla luna e a lui quel bagliore magico e quasi ultraterreno era sempre piaciuto.
che ci fosse un'altra creatura nelle sue vicinanze lo sentiva, ma non dava segno di preoccuparsene, soprattutto perchè in quell'isola, d'altronde, non si è mai soli e, sebbene sia spesso guardingo e su chi va la, ultimamente aveva provato a fidarsi anche delle creature meno vicine a un angelo, come ad esempio draghi o vampiri. Chissà che questa notte non si imbatta proprio in una della creature che lui conosce.

Catherine

Il vento leggero continuava ad accarezzarle la pelle. Era una sensazione unica come lo stesso profumo che lo stesso vento le portava alle narici. I suoi occhi erano chiusi, adesso, concentrata a non perdersi il minimo movimento che la creatura angelica -che l’altra parte di se aveva già conosciuto- compiva sotto i suoi piedi. Era una sensazione particolare perché se da un lato non vedeva l’ora di assaporare quel sangue tanto particolare, dall’altro sapeva che sarebbe stato molto più divertente.. giocare.
Appoggiò le mani sul ramo e dopo aver aperto gli occhi, che erano di un colorito ambra intenso, inclinò la testa da un lato mentre cantava una melodia che ella stessa aveva scritto, con voce sottile e cristallina. L’angelo l’avrebbe udita e forse anche riconosciuta. Peccato che lei non era più la gracile vampira che aveva conosciuto. Non lo era adesso e.. chissà quando sarebbe tornata tale.

Castiel

Infatti il fine udito dell'angelo percepisce subito le dolci note del canto della vampira, tanto che si ferma poco lontano dal salice, puntando subito i suoi occhi chiarissimi in direzione delle fronde più nascoste della pianta. Rimane per qualche istante fermo, chiedendosi appunto dove avesse già sentito quella voce.. Poi, ricordandosi della vampira amica di Anthea, si avvicina senza alcun timore al salice, alzando lo sguardo per individuare la figura della vampira poco più in alto.
"Catherine.. Se dico che questa melodia è a dir poco angelica, spero tu non ti offenda.." Magari no, peccato che non è proprio la Catherine che lui si aspetta quella che canta ora.

Catherine

Restò sul ramo, consapevole che l’angelo non poteva vederla se nascosta dalle lunghe fronde. Il suo sguardo in quel momento bramava sangue e non poteva mostrarsi così o l’angelo avrebbe capito troppo presto cosa stava per accadere. Sapeva anche che la stava ascoltando e lei continuava a deliziarlo con la sua voce melodiosa, tipica di molti vampiri. Amava quella canzone anche se era conscia del fatto che la vera Catherine l’aveva scritta per un amore perduto, cosa che la vampira di adesso trovava sciocca. L’amore non esisteva.. solo il sangue valeva la pena di provocare sofferenza. Si interruppe, poco dopo le parole dell’angelo e continuando a guardare di fronte a se, gli rispose dopo aver ritirato i canini affilatissimi. “Perché dovrei offendermi.. è la verità dopotutto. E’ proprio vero che gli angeli non possono mentire..” Lui non poteva cogliere i suoi gesti, era troppo veloce in quello stato. E probabilmente non si sarebbe accorto che lei era arrivata alle sue spalle se non gli avesse sfiorato la schiena con un dito.. quasi come fosse una carezza. “Ciao Castiel..”

Castiel

Annuisce alle sue parole, infondo è vero che per natura lui non può mentire, anche se quel complimento a una creatura simile a Chaterine avrebbe potuto dare fastidio. D'altronde, un vampiro è ciò che più lontano possa esserci da un angelo.
"Paragonando la tua voce alla nostra, pensavo di cogliere.. Rammarico.. O stizza, ma così non è stato, quindi, sono contento tu l'abbia recepito come un complimento.." Si gira esattamente quando lei gli sfiora la schiena con un dito, togliendo Catherine dall'impiccio di essere nel bel mezzo dell'ombra ingombrante che nient'altro sono che le sue ali in forma *nascosta*.
"Buonasera a te, Catherine.." Si accorge di qualcosa? Ovviamente, d'alronde sulle sue spalle porta innumerevoli millenni di esperienza. Catherine al momento è una vampira pura, ma lui è un soldato con infiniti combattimenti alle sue spalle. Sa cosa sta succedendo ai vampiri? Probabile anche questo. Ma non sembra momentanemanete abbia intenzione di andarsene da li.

Catherine

Certo un vampiro è quanto di più lontano dalla luce possa esistere, ma in quel momento a Catherine interessava altro, piuttosto che una conversazione filosofica su luce ed ombra. “Rammarico, dici? Oh no.. Castiel, no..” un sorriso si palesò sulle sue labbra, niente di angelico questa volta, anzi.. era tutt’altro. “Un complimento è pur sempre un complimento.. e forse non sai che noi vampiri adoriamo essere.. adorati.” Una risata questa volta, ruppe il maestoso silenzio. Era la risata di una bambina che aveva tutta l’intenzione di fare la predatrice, dato che l’altra parte di se teneva spesso celato quell’aspetto dell’esser vampiro. Le piaceva il modo in cui l’angelo la guardava. Sapeva che aveva colto quella diversità che si manifestava in lei e ciò non fece altro che accrescere il suo desiderio. “Io vi piaccio, Castiel? Intendo la mia razza? Perché non mi sembrate per nulla spaventato..” sbatte le ciglia lunghe e nere e si spostò al suo fianco per posargli una mano sulla spalla e quindi sporgersi oltre questa. Voleva ammirare ancora l’ombra di quelle ali maestose che l’angelo celava nell’ombra. “Perché le nascondete? Ciò che è bello deve sempre essere mostrato..”

Castiel

Castiel coglie ogni sfumatura delle diversità che la vampira presenta, non gli sfugge nulla, ma ancora sembra mostrare una calma assoluta.
"Lo so benissimo, Catherine, eccome se lo so.. Ecco perchè con voi bisogna dosare le parole.. Una in più o una sbagliata potrebbero scatenare l'ira della vampira più docile.." Che sia un'allusione proprio di quello che sta succedendo a lei? Probabile.
"Sono un angelo, Catherine.. Non ripudio nessuna razza senza prima averla conosciuta.. Certo ammetterai che continuare ad attentare alle gole delle più delicate e innocenti creature, non fa di voi i miei beniamini.." Infatti. Osserva ogni suo movimento, rimanendo calmo anche quando la vampira gli si apposta sulla spalla. Le ali, o meglio l'ombra di queste, ha appena un fremito, ma continuano a rimanere tali e a non palesarsi nella loro forma originaria.
"Perchè al momento sono molto più utili in questa forma, non trovi?" Perchè glielo chiede? Perchè ha ovviamente capito le sue intenzioni.

Catherine

Lei continuava a sembrare una bambina capricciosa, che voleva semplicemente quello che più desiderava al momento. Ma non sembrava esser turbata dalla calma di Castiel. Lui era un angelo del paradiso e non poteva aspettarsi altro. “Su questo ti sbagli, le parole per noi non hanno molto peso. Piuttosto ci interessa quello che sentiamo provenire da..” tornò davanti a lui posando, con un gesto leggero, ma per certi versi sensuale, il dito pallido e sottile sul cuore dell’angelo. “da qui. E’ quello che sento provenire da voi.. è una sensazione che non si può descrivere a parole. Vi dico solo che il vostro cuore, è in grado di svegliare anche le vampire più docili..” Lo guardò per un momento seria, con lo sguardo fisso nel suo. Poi una risatina cristallina accompagnò la mano che, dal petto, si spostò fin sulla guancia dell’essere celestiale. “Uhm.. credo di non capire questo ragionamento. Voglio dire.. a voi è concesso uccidere creature solo perché ve lo ha ordinato qualcun altro.. e noi non possiamo farlo per semplice sopravvivenza? Io se non mi nutro.. non *vivo*..” Cercò di assumere un’espressione dispiaciuta, lasciando allontanare la mano dalla guancia di Castiel. Poi si voltò, dandogli le spalle. “io continuo a pensare che dovreste mostrarle.. non credo vi sarebbero comunque d’impiccio”

Castiel

Guarda il ditino scivolare sul suo cuore, segue il movimento con il capo, ma ancora una volta sta fermo, anche se ora lo sguardo che punta su Cathy è un po' più serio. Non si capisce se voglia farla arrendere per sfinimento mostrandosi ipercalmo o cosa. Però quando lei fa risalire la mano ha un leggero sussulto, un po' perchè al tocco di una qualsiasi creatura non è abituato, un po' perchè è in parte sulla difensiva ora.
"A noi è concesso uccidere solo se questo è il limite, l'ultimo gradino da scavalcare per raggiungere lo scopo prefisso.. Non per sopravvivere.." La guarda voltarsi,a retrando di un passo e, ancora, con le ali ridotte ad ombra.

Catherine

La vampira non si scompose di fronte a quella calma innaturale. Certo, avrebbe preferito sentire la paura nella sua preda, sentimento che l’avrebbe fatta scattare al suo collo in poco più che un secondo. Ma quella calma le dava il tempo per continuare a parlare con l’angelo, come se il suo obiettivo non fosse lo stesso, ovvero quello di bere quel sangue.. “Quindi mi stai dicendo che è più naturale uccidere perché ve lo ordina qualcuno.. perché è necessario per la lotta tra bene e male, piuttosto che farlo per salvare la propria esistenza? Farlo per scelta propria..” Tornò a guardarlo con aria imbronciata. “non è proprio il discorso che ci si aspetta da un angelo, consentimelo..” Alzò le spalle e prese a girargli attorno, lentamente, lo stava studiando cercando di non incantarsi a guardare l’ombra di quelle ali ombrose.

Castiel

"Catherine.. stai rigirando le mie parole come più ti piace, te ne accorgi almeno? Ho detto che ci è *concesso*, non ordinato.."
che sono due cose ben diverse. Se lui non vuole farlo, non lo fa, nessuno lo obbliga, opera con i mezzi che ha a disposizione senza arrivare al verdetto finale per forza.
"il che significa che non devo venir posto sullo stesso piano di un vampiro.." La segue con lo sguardo, iniziando a girare anche lui su sè stesso, tanto per non dare mai le spalle alla vampira che sa non essere pienamente in sè.

Catherine

Si fermò, con fare sorpreso, puntando gli occhi azzurri dell’angelo. “Con le tue parole stai praticamente dicendo che voi, intendo gli angeli, avete facoltà di scelta.. io pensavo che solo gl’umani l’avessero. Sai.. tutta quella faccenda del peccato originale. Credo di averla letta da qualche parte..” Sorrise, alzando appena le spalle. Non le interessava niente del discorso sul libero arbitrio, lei sapeva di avere scelta e quello che voleva era proprio davanti ai suoi occhi. Continuò a guardare Castiel negli occhi, questa volta però con espressione più seria. Poi, in un attimo.. svanì.. lasciando all’angelo campo libero per guadare il laghetto. Era andata via? Impossibile.

Castiel

"Dove vuoi andare a parare con questo discorso, Catherine? Lo so benissimo che in questo momento non te ne importa niente.." e la conferma gl'arriva quando la vampira sembra sparita nel nulla. Rimane di nuovo fermo, chiudendo gl'occhi e aspettando. Le ombre dietro a lui sembrano fremere, aspettando qualcosa, qualcuno.. o solo per sembrare mosse dalla leggera brezza fresca.
"Catherine?" la chiama, ma di certo senza aspettasi che la vampira gli risponda.

Catherine

Non rispose, sebbene lo stesse guardando dallo stesso ramo su cui si trovava al momento dell’arrivo dell’angelo. Bramava quel sangue, lo voleva più di ogni cosa al mondo e, anche se era certa che l’angelo non si sarebbe fatto mordere così facilmente come invece gli capitava con gli elfi, decise che era arrivato il momento di agire. Così, con un salto degno del miglior vampiro puro, gli saltò addosso, atterrandolo e fissandolo negli occhi, famelica. “No, hai ragione.. non mi interessa affatto.” I suoi occhi scintillavano e, obbligandolo a piegare il collo con un gesto potente della mano, mentre era a cavalcioni sopra di lui, cercò di affondare i canini.

Castiel

Si accorge dello spostamento d'aria solo quando ormai si ritrova la vampira addosso. è un soldato millenario e ben addestrato, ma contro di lui c'è comunque un vampiro puro e soprattutto giovane. Se da un lato Catherine è più inesperta, dall'altro è più istintiva e, a volte, questo aiuta negli attacchi.
"Catherine, non mordermi.." non è una richiesta, nè una preghiera. è un ordine e un avviso per lei. Non teme che succeda quanto è successo ad Adam e Ginevra, perchè sa che a confronto del suo pupillo, lui è in grado di reagire. Ma è anche ciò di più puro che esista, è un angelo del Signore e il suo sangue finirebbe solo per far del male a una cretura come Catherine. Ma è troppo tardi perchè il suo viso viene girato con forza e la vampira riesce ad affondare i canini nel suo collo. Non una smorfia nell'angelo, non un gemito di dolore. Solo la militaresca lucidità che gli impone di reagire, portando veloce la mano alla cintura, approfittando della distrazione di Cathy, per impugnare il suo stiletto angelico e dirigerlo repentinamente verso il ventre della vampira.

Catherine

Si, era una vampira inesperta ma questo lato di se sapeva benissimo cosa fare. Ascoltare ciò che le diceva l’istinto. Non badò alle parole dell’angelo, decise che l’unica cosa sulla quale doveva concentrarsi era il morso e la sensazione che avrebbe provato grazie a questo. Il momento in cui affondò i canini fu meraviglioso.. sentiva il sangue angelico fluirle nella gola e si sentiva viva. Il suo cuore sembrava battere all’unisono con quello dell’angelo, anche se era solo un’allucinazione dovuta a quel sangue. Chiuse gli occhi, tenendo una mano ferma sulla testa di Castiel. Cosa avrebbe dato per non staccarsi mai da lui.. sarebbe rimasta a nutrirsi per sempre di quel sangue tanto puro, divino. E anche se sapeva cosa era capitato alla sua amica Ginevra, non le importava.. le sarebbe per fino piaciuto poter dipendere in eterno da lui. Peccato però, che niente riusciva a distrarla.. nemmeno lo stiletto che si faceva strada sul suo ventre. Doveva bere.. doveva finire ciò che aveva iniziato e nulla l’avrebbe distratta. A parte la morte.. quella vera.

Castiel

L'angelo si accorge che inizialmente non è facile per lui riuscire a staccare Catherine e, sppur contro voglia perchè la vampira la conosce, ne va della sua vita. Infila ancora più in profondità lo stiletto, che essendo di fattezza angelica e intriso di quanta più fede esista al mondo, è come se Catherine di immergesse in un bagno di acqua santa con tante croci consacrate al posto delle paperelle di gomma. Direi che non le farà bene, per niente. Ma è l'unica arma che ha lui per scrollarsela di dosso, se non contiamo che le sue ali diventano in un lampo di luce di nuovo bianche e piumose, tanto da dargli la spitna per rialzarsi e, possibilmente se Cathy si è staccata dal suo collo, levarsela di dosso.

Catherine

Lei continuò a bere, come se inizialmente quel bruciore al ventre nemmeno esistesse. Ma la sensazione di benessere durò soltanto un altro attimo. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo. Un minuto prima sembrava essere in pace con se stessa, adesso invece quel sangue era diventato veleno puro che la costrinse a staccarsi dal collo dell’angelo senza la minima cortesia, portando con se pezzi di pelle. Il sangue le schizzò sul viso mentre il dolore lancinante la costrinse ad piegarsi su se stessa restando con le ginocchia sull’erba. Non poteva parlare, ma lo sguardo che rivolse a Castiel era di puro e immenso odio. Dalle sue orecchie, dalle narici, dagli occhi e perfino dalla bocca, rigettava il sangue divino che l’aveva portata fino all’estasi. E tutto con il dolore immenso che quel colpo intriso di vera fede, le aveva provocato. Un urlo scacciò il silenzio attorno a loro e mentre sentiva che le forze la stavano abbandonando, cercò di alzarsi per sferrare un calcio nel petto dell’angelo. Probabilmente non sarebbe servito a niente, ma perlomeno avrebbe dovuto placare la rabbia che le montava dentro. “Maledetto.. angelo..” la voce sembrava come fatta di fuoco, un ruggito che non aveva nulla a che vedere con il canto melodioso di prima. Era una vampira ed era stata appena trafitta dalla luce divina. Crollò nuovamente sulle ginocchia, rigettando sull’erba tutto il sangue che aveva bevuto da Castiel.

Castiel

Si porta veloce una mano al collo, senza nascondere un gemito di dolore quando Catherine si porta via con sè anche la sua pelle. La guarda iniziare a rigettare da ogni poro il suo sangue, sfilando lo stiletto per nasconderlo di nuovo nella sua cintura, al suo posto al sicuro.
"Catherine, eri stata avvertita.. Il mio sangue non può farti bene, è veleno per te.." e ancora di più lo è stato lo stiletto, intriso di tutta quella fede che con la maledizione vampirica imposta a Catherine ci va veramente a nozze. Rimane in piedi davanti a lei, illuminata dal tenue bagliore che le sue ali emanano, gl'occhietti chiarissimi puntati in quello spettacolo sanguinolento.
"Diamine, Catherine, ti avevo avvertito.." Ma non se ne va finchè non è sicuro che la vampira non gli muoia li davanati, perchè ora se può aiutarla lo farà.

Catherine

Era incapace di parlare con tutto il sangue che le riempiva la bocca per poi ricadere sull’erba. Aveva un colore innaturale, quasi nero, segnale che le diceva quanto questo le avesse fatto male se fosse rimasto in circolo nel suo corpo già morto. Tuttavia, continuava a provare odio per la creatura che l’aveva privata di quel nutrimento tanto speciale, tanto puro. Non riusciva a dimenticare quanto fosse stato bello nutrirsi di lui, anche se adesso stava male. Non si era mai sentita così. Chinò la testa, incapace di assistere allo spettacolo di luce che emanavano le sue ali. La accecavano adesso che sul suo viso, e tutto intorno alle labbra, si scorgevano le sagome di quelle vene violacee che si stavano svuotando. “Il vostro corpo mi diceva di prendervi.. il vostro cuore urlava nelle mie orecchie. E’ questo l’unica cosa che i vampiri ascoltano e voi.. avete mandato tutto a puttane.. ma..” La sua voce continuava a sembrare innaturalmente roca, quasi fosse indemoniata. Anche se era ridotta a un sibilo. “ve la farò pagare Castiel.. ma adesso devo proprio salutarvi..” Ferita quella parte della vampira si stava assopendo, lasciando il posto alla vampira dolce e delicata che Castiel aveva conosciuto. Fu come se la creatura malvagia si fosse addormentata lasciando distesa sul prato, una vampira addormentata, ancora visibilmente scossa per quello che il suo corpo aveva dovuto affrontare.

Castiel

"Ti avevo avvertita, Catherine.." Lo ripete ancora una volta, guardando l'esile corpo della vampira accasciarsi. Sospira e, una volta assicuratosi che non può più nuocergli, la solleva in braccio. E' stanco anche lui, non è stato facile liberarsi di lei, ma da buon angelo soldato pensa prima a mettere al sicuro Catherine, in seguito prenderà accorgimenti per la sua di ferita. Dove andranno non è ben chiaro, sicuramente in un luogo dove riuscirà a tenere al sicuro entrambi.


Catherine&Castiel
view post Posted: 8/11/2011, 12:53 [PG GIOCANTI] Anteros&Deimos - >> 05
Ok esser inquietanti, son inquietanti.. ma visti i genitori, non mi aspettavo certamente altro.
Però.. wow son tanto bellini tutti bianchi! *________*
view post Posted: 8/11/2011, 12:51 [PG GIOCANTE] Elaine - >> 05
Va Lara!! che potere ultrafigo *________*
view post Posted: 4/11/2011, 21:31 The Return MEMORIES - >> 05
Ieri sera, dopo il tramonto..

Adam: <il mezzo angelo/mezzo fatato così conciato https://i75.photobucket.com/albums/i284/Hel...20Fuller/12.jpg si trova nella foresta di PoG, esattamente sul versante del fiume. E’ seduto sull’erba con la schiena poggiata contro una roccia e i piedi scalzi. Il motivo per cui si trova al fiume è che ha ancora nella mente i ricordi della conversazione avuta con Dagon e, dato che sa che Ginevra può leggere la sua mente e, soprattutto, non si ferma solo perché c’è da attraversare il confine ha deciso di fermarsi lì dove i poteri della vampira non possono funzionare. Quindi sa di esser al sicuro e, mentre pensa a quello che gli ha proposto il demone, aspetta.. perché è praticamente certo che lei andrà a cercarlo molto presto>

Ginny <e come l'angelo si aspetta, una vampira sfasata fa capolino dall'ansa del fiume che tocca le terre del male. Per l'occasione indossa un vestito chiaro, qualcosa che non si vedrà mai più su di lei http://27.media.tumblr.com/tumblr_l0ezrjtb...bq8vuo1_400.jpg ma che oggi la divertiva indossare per andare a trovare Adam. Si sistema una ciocca nei capelli acconciati, salutandolo con la manina ma rimanendo dall'altra parte, sta facendo la preziosa come una bambina, o semplicemente vuole farsi ammirare..>

Adam: <lui la sente arrivare ma non solleva ancora la testa per guardarla. Sta cercando di far sparire quelle fiammate di luce azzurrina che gli attraversano gli occhi e deve cercare di restare concentrato sul suo io angelico. Però sa che è lei e infatti alza una mano facendole cenno di avvicinarsi con un dito. Ha i capelli che gli scivolano sulla fronte, per cui lei non si accorgerà di niente> Sto diventando sempre più bravo nel capire quando verrai a cercarmi, non trovi? Credo sia il tuo sangue che chiama il mio.. <alza un angolo delle labbra e finalmente si decide a guardarla, adesso che i suoi occhi sono tornati verdi. La fissa con aria seria, quando vede che è vestita di chiaro, ma non dice niente. La trova molto bella.. ma Dagon gli ha fatto capire una piccola cosina sulle donne çç>

Ginny Non è così difficile capire che ho bisogno di te, Adam.. <buongiorno alla simpatia. Cos'ha? Niente, semplicemente più beve da loro e più ha bisogno di loro. Sono passati due giorni da che ha avuto il sangue di Dagon ed è veramente troppo ora per lei, tanto che è nervosa come una tigre in gabbia, anche se questo non le ha fatto di certo mancare di acconciarsi per l'occasione. Compie un balzo, di quelli vampirici, arrivando giusta di fronte ad Adam, fermandosi con una mano sui fianchi e una che scivola morbida vicino a questi, se lui è seduto, potrà vederle pure i polmoni dato che l'abito ultimamente le va bene solo se è di misura ristretta>

Adam: A quanto pare hai fatto un bagno di simpatia, oggi.. Ginevra. <ecco appunto, solo che a lui la cosa sembra divertirlo. Ormai ha ben capito che l’unica cosa che può fare al momento è quella di dargliela vinta e farsi bere> Suppongo che tutto questo è perché non riesci a starmi troppo lontana.. cioè, non da me.. ma da quello che ti interessa di me. <ovvero il sangue. Piega una gamba e la guarda da testa a piedi. E’ mozzafiato oggi e la sua espressione si fa un po’ più cupa perché non riesce a capire cosa sta provando in questo momento. Chiamasi attrazione *_*> Il bianco ti dona.. <ma che signor complimento! Mwhahaha le indica con la mano lo spazio vuoto tra le sue gambe, vuole che ci si accomodi> comunque se vuoi.. io sono pronto.. prima che i tuoi occhi cambino colore..

Ginny <non gli risponde, alza solo gl'occhi al cielo stizzita, lei può far l'antipatica, ma se glielo fan notare le da fastidio ._.> Chi l'ha detto che voglio solo il tuo sangue? <oddio credo finora sia stata ben chiara che le farebbe piacere avere un po' tante cose, oltre al sangue> Dici? Secondo me no, ma sarà in sintonia con gl'occhi bianchi che mi verranno da qui a un paio d'ore.. <appunto. ormai ha imparato a fare i conti con la cecità, o forse nemmeno troppo dati gli stati in cui versa, semplicemente è un'ubriaca che non si accorge di cader dalle scale se non quando si chiede dove si è fatta un livido. Si accomoda tra le gambe di Adam, in maniera tutto fuorchè signorile, tanto che senza chiedere nulla gli avvolge le gambine intorno al torace, guardandolo con un sopracciglio alzato> Com'è che sie così accondiscendente oggi? <eh *_*>

Adam: Non credo che tu mi abbia mai chiesto altro, sai? Se non fosse per quello, per caso, verresti mai a cercarmi fino a PoG? <scuote la testa, tornando poi fermo a guardarla>Io non credo Ginevra. <le accarezza appena i capelli, quando lei si siede e si attorciglia su di lui. Le mette una ciocca dietro l’orecchio e solo dopo un lungo silenzio riprende a parlare> Io invece trovo che ti stia bene.. si addice di più a me. <e con questo fa una sottile allusione al fatto che il nero sta bene invece quando è con l’altro. Le mette un dito sotto il mento e la fissa negli occhietti ancora violetti> A cosa servirebbe dimenarmi? <sospira, inclinando appena appena il collo per scoprirlo> te lo dico io: a niente..

Ginny Perchè certe cose non si chiedono, Adam, si fanno capire con implicite allusioni che tu <gli punta un dito sul nasino> Devi saper cogliere.. <capito? muahahah gli sorride quando le dice così mentre le sistema i capelli, stringendosi un pochino di più con le gambine a lui, io voglio sapere come si sente la parte angelica di Adam in certi momenti *_* Se Sir D non la fulmina ora, non la fulmina mai più> Lo so anch'io che non servirebbe a nulla.. <guarda il suo collo scoperto, avvicinandosi col visino a questo. Socchiude gl'occhi, annusando il profumo della sua pelle, ma andando poi a mordicchiargli il lobo dell'orecchio, sussurrando a bassa voce> Mi piaci di più quando opponi un po' di resistenza, ho più voglia di morderti.. <e non solo di morderlo, si intende. Ormai non ha il minimo pudore di alludere a certe cose. Charon le impedirà di frequentare zia Dulci..>

Adam: E tu credi davvero che io sia in grado di coglierle? Dimentichi chi hai di fronte, Ginevra.. e non dovresti farlo mai.. <e lei è davvero fortunata perché lui non è un angelo puro, quindi è in grado di far prevalere, certe volte e in certe occasioni, la sua parte fatata. Anche se comunque non riesce mai a isolarsi del tutto> E allora perché dovrei opporre resistenza? Sono un tipo pratico e mi piace non perdere tempo con cose inutili.. <e la sua non è un’allusione.. è serio anche se Ginevra è libera di interpretarlo come le pare> Mi vorresti di più se ti prendessi a calci? < ridacchia, mentre lei gli morde il collo> posso sempre provarci sai? <non lo farebbe mai, ma è implicito che sta scherzando> Cosa vuoi esattamente da me, Ginny? <adesso è serio e mentre sente il suo respiro sul collo, le sue mano salgono ad accarezzarle le braccia per poi posarsi entrambe sul collo di lei>

Ginny Chi ho di fronte, Adam? <si allontana per un momento dal suo collo per guardarlo in faccia, divertita> Ho di fronte un ragazzo.. Molto bello.. Che è legato a me.. <e torna ad avvicinarsi sempre di più al suo visto stavolta, tanto per baciarlo in coclusione alla frase> Non di certo un angelo.. <quando deve prenderlo in giro però lo chiama angioletto -_-" Ritorna finalmente al collo, baciandoglielo con leggerezza, tanto per dargli fastidio, mordicchiandoglielo non così forte da fargli uscire già sangue> Te, ovviamente, ecco cosa voglio da te.. TE.. <e tanto per farglilo capire, lo morde, come si deve ma ancora con delicatezza, orami questa cosa ha imparato a farla senza squarciare nessuno>

Adam: Tutti noi siamo belli, indipendente da quale schieramento facciamo parte.. <ok, questa è un’allusione bella e buona, ma lui comunque si prende il bacio, allontanandosi poi un po’ dal suo volto per guardarla negli occhi> Se avessi di fronte a te l’angelo in questi momenti, credo che nessuno dei due avrebbe potuto avere aria per raccontarlo.. ma a quanto pare, in questo, sei una ragazza molto fortunata.. <appunto perché quando deve farsi mordere è capace di fare semplicemente il fatato *_*> Vuoi me.. e mi hai ogni volta che ti pare.. <si, ma non come vorrebbe lei xD> .. io però ho un cervello Ginny e il fatto che sono pronto a farti bere non vuol dire che ti lascerei sempre fare ciò che ti pare.. sei stata una sciocca a mordere Dagon.. <ecco, questo doveva proprio dirglielo. Solo che adesso tace, perché lei lo morde e lui continua a tenerle le mani sul collo, lasciandosi sfuggire una smorfia solo nel momento in cui i canini bucano la pelle. Per il resto.. anche lui pare essersi abituato a questo, almeno alla parte che riguarda il dolore fisico>

Ginny <lei le allusioni fa finta di non coglierle, è furba *_* ora come ora si impegna a morderlo e a fare solo quello anche se viene disturbata dal suo continuo ciarlare, tanto che beve meno del solito perchè si stacca, tenendogli una mano sul collo e guardandolo piuttosto seriamente> Grazie, papà Adam.. Ricordati una cosa, ti do un consiglio da amica: quando sei con una ragazza, qualsiasi cosa di intimo tu sia facendo con lei <e per lei lo è anche semplicemente morderlo, dato il legame che condividono> Evita di aprire la bocca per dirle cosa non ti va bene di lei.. <ah com'è permalosa, oggi veramente non si può trattare, il bello è che ora, pur essendo stizzita, non riesce ad allontanarsi da lui, perchè essendosi appena nutrita del suo sangue, vorrebbe tutto fuorchè tenerselo lontano *_*>

Adam: <lui però si accorge che lei evita l’argomento e infatti sospira, sentendosi ignorato> Sai che non devi ringraziarmi per questo.. è come se tu fossi felice di dipendere da me, e so bene che non lo sei.. <e lui? Ne è felice? Non si sa. Solo le prende il viso tra le mani una volta che lei gli libera il collo e la guarda, non gli fa mica niente la ramanzina> Io ti dirò sempre quello che penso, Ginevra.. qualsiasi sia la cosa che stiamo facendo. Hai detto poco fa che non vuoi che io sia accondiscendente.. e sto semplicemente cercando di accontentarti.. <torna ad appoggiare la schiena sulla roccia, e con essa anche la testa> Te lo ripeterò un milione di volte che sei stata sciocca ma voglio che tu sappia che farò qualsiasi cosa pur di tirarti fuori da questa situazione.. <anche trovare un accordo con il nipote di satana *_*> adesso vieni qui.. <sa che non hanno finito e per una volta sembra essere lui stesso a cercare quel contatto che di solito hanno dopo il morso.. molto strana questa cosa °° sarà mica geloso? Mwhahaha dopo aver visto Dagon mi sa di si!>

Ginny Non ti stavo ringraziando, la mia era ironia.. <rimane con il visino tra le sue mani, non fa niente per spostarsi, cambia solo diverse espresioni mentre lui parla, a seconda che lei sia d'accordo o meno> Come minimo, ricordati che siamo in tre in questa situazione, non sono da sola.. <e quindi sono in tre ad essere una simpatica combricola di persone sveglie. Sospira, come se rimanere vicino a lui le costasse immensa fatica, e si accoccola di nuovo tra le sue gambe, avvicinandosi col viso per baciargli le labbra> A proposito.. Vi siete incontrati? <dato che sono al fiume non riesce a leggergli il pensiero e le scoccia non sapere ò_ò>

Adam: Non l’ho mai dimenticato.. soprattutto perché è in momenti come questo <adesso che la tiene stretta tra le braccia> che mi ricordo che tempo un’ora al massimo e avrai già bisogno di lui.. <le bacia le labbra, anche se è un po’ affiaccato> Tu cosa penseresti se fossi io a lasciarmi mordere da un altro vampiro? <probabilmente andrebbe su tutte le furie e questo Adam lo sospetta. Resta in silenzio a guardarla allontanando le mani dal viso di lei> Si.. ci siamo incontrati.. <e quindi? Non aggiunge altro>

Ginny Che saresti uno scemo.. Dopo quello che hai combinato con me, spero ti sia entrato un po' di sale in zucca, Adam.. <disse quella che ne aveva più bisogno. Gl'occhietti di Ginevra, comunque, si stanno facendo mano a mano che passano i minuti opachi, per ora niente di allucinante, solo perdono la solita luminosità> E...? <gli punta un ditino sulla testa> Non posso leggerti qui, siamo al fiume.. Se non parli non riesco a indovinare, non sono ancora veggente.. <e per l'amor del cielo, non lo sarai mai. Intanto però gli mette ora lei le manine sul viso, continuando a fargliele scivolare dalle guance al petto, così tanto per dar fastidio>

Adam: <inclina la testa e la guarda come se avesse fatto centro!> Quindi ti sei risposta da sola.. non è poi così assurdo che io ti dia della sciocca. Io non ho mai detto di non esserlo stato, ma qui l’unica che sapeva che aveva bevuto da un angelo prima di mordere un demone eri.. tu.. <e la indica portandole un dito sul petto e poi lo lascia scivolare sotto il suo mento per sollevarle appena la testa> Abbiamo cercato invano una soluzione, Ginevra.. ma a quanto pare non esiste e dovrai continuare a dipendere da entrambi.. oppure puoi uccidermi.. <abbassa lo sguardo a fissare le mani di lei sul suo petto. Avverte come una strana sensazione di calore.. sarà anche per il fatto che non può essere sincero con lei, ha scelto apposta il fiume, ma forse son proprio quelle carezze ad accaldarlo çç>

Ginny Adam, non puoi paragonare le due cose.. Se tu ti lasciassi mordere da un altro vampiro, non ti succederebbe niente di simile.. <per fortuna °° Sospira e continua ad accarezzarlo, fermandosi quando li sente> Ottimo! Siete veramente due geni voi due messi assieme, seriamente.. <ha parlato lei poi, che non ha alba di come togliersi da questa situzione. Poi lo guarda, alzando un sopracciglio> Non tentarmi, potrei farlo seriamente se mi dovessi stufare.. <:O scherza? Non è ben chiaro, perchè dal tono sembra piuttosto seria>

Adam: Quindi io in ogni caso, non sarei sciocco quanto lo sei stata tu.. anche se ti concedo il fatto che non sapevi a cosa saresti andata incontro.. <ma pensa quanto è clemente. Le accarezza il profilo del mento con il dito e torna a fissarla negli occhi, che adesso son diventati più opachi. Lui non vorrebbe lasciarla andare.. ma sa che tra poco dovrà> Pensi che dipenda da noi? In te sono mescolate l’essenza dell’inferno e quella del paradiso.. e nessuna delle due parti può fare qualcosa se entrambe continueranno a convivere dentro di te.. e visto che non puoi morire di fame temo sarai costretta a uccidermi davvero se un giorno ti stuferai di questa storia.. <la tira a se mettendole una mano dietro la nuca e la bacia. Come si deve.. non lo aveva forse ancora fatto da quando era tornato a PoG.. almeno non così come fa adesso. Poi si stacca appena e le parla sempre a fior di labbra> .. ma non sperare che io ti renda la cosa una passeggiata.. <ucciderlo, intende>

Ginny Stiamo facendo a gara a chi sarebbe più scemo? <ridacchia, stusciandosi con la guancina contro la sua, per poi tornare a guardarlo> Magari invece sarò proprio io quella a tentare il suicidio, che ne sai tu, Adam? <oggi veramente non si capisce se scherza o meno, è un sacco misteriosa e soprattutto fuori di testa. Certo è che il bacio le fa passare la voglia di uccidere e di uccidersi ma bensì aumentare quella di far altro, tanto che non gli risponde a parole, bensì a gesti, facendogli ben intendere che è il momento di chiuder la bocca e aprire la zip>

Ginny&Adam
view post Posted: 3/11/2011, 15:24 The Return MEMORIES - >> 05
Ieri notte..


<_Adam_> <allora Adamangelo http://weheartit.com/entry/16799475/via/Nith85 conciato così con un paio di jeans scuri, ha deciso che era ora di allontanarsi da PoE. In realtà avrebbe aspettato ancora un po’ ma aveva urgenza di trovare un certo demone che, come lui, fa da rifornitore ad una certa vampira. E’ seduto su uno scoglio in spiaggia.. con un biglietto in mano che appunto indica ora e luogo dell’appuntamento. E’ serio in volto e mentre ripassa le poche righe scritte, il suo sguardo sembra illuminarsi di blu per una frazione di secondo>

<@Dagon_> <la spiaggia è affollata questa sera. Dagon si sta allenando poco lontano da tutti coloro che hanno deciso di passare la serata vicino al mare, ma quando i suoi microchip captano nei paraggi il nome di Adam, si ferma e si guarda attorno> il ragazzino è serio.. <probabilmente ha mandato ad Adam un qualche biglietto dicendogli dove avrebbe potuto trovarlo e quando, ma non credeva che l'angelo si sarebbe presentato così velocemente. E' conciato in questo modo qui http://weheartit.com/entry/15264185 e solleva una mano in direzione del -ormai non più sconosciuto- ragazzo, prima di raggiungerlo>

<_Adam_> <lui di presenze infernali ne capta parecchie per questo i suoi occhi assumono, di tanto in tanto, un colore che da sull’azzurrino. Ma questa sera deve cercare di concentrarsi solo sulla creatura che interessa a lui. Solleva la testa dal biglietto, sentendo vociferare. Non ha idea di che faccia abbia Dagon, anche se è piuttosto famoso ai piani alti visto la bella famiglia che si ritrova *_*. Quando incrocia il suo sguardo, si fa serio e salta giù dallo scoglio sul quale era seduto per avvicinarsi al demone che ha sollevato la mano verso di lui> Dagon.. <non è una domanda, è certo ormai si tratti di lui. Però gli sventola il biglietto davanti> suppongo che questo me lo abbia mandato tu.. <piacere, Adam *_*>

<@Dagon_> <si ferma ad un metro di distanza, naturalmente attorno al collo ha un asciugamano che ora usa per asciugarsi il petto mentre guarda il ragazzo sventolare il bigliettino> Adam.. sì, il biglietto l'ho mandato io, è firmato da me.. <alza le spalle e si rimette l'asciugamano sulla spalla> non credevo venissi a cercarmi così velocemente. Questo significa che la situazione ti sta parecchio a cuore.. <accenna un sorriso, non che lui muoia di felicità a fare il flebo-man, ma non prova per Ginevra quello che prova l'angelo e sopratutto non si impietosisce così facilmente di fronte alle tragedie altrui. Anche se questa in parte lo riguarda>

<_Adam_> <lui ha il giubbino a coprirgli i buchi sul collo perché non è una cosa per cui un angelo dovrebbe andar fiero e lui ne è consapevole. Rimette il foglietto nella tasca dei jeans e torna a guardare Dagon> Non avrei dovuto forse? Stavo scrivendo un biglietto come quello che mi hai inviato tu quando un elfo ha bussato alla mia porta.. <lui è fermo lì impalato davanti al demone. Avverte delle sensazioni stranissime perché Dagon è la creatura più potente degli inferi che il mezzo angelo abbia mai incontrato di persona. Però non mostra paura.. anzi il suo atteggiamento sembra infinitamente calmo. Ancora per ora> Dopotutto se lei non han ben chiaro il casino nel quale ci ha cacciati tutti, per me e te dovrebbe essere tutto chiaro.. invece..


<@Dagon_> <vicino ad un piccolo arbusto secco ci sono i suoi abiti, che lui raccoglie e indossa iniziando dalla canottiera nera> mh.. <mentre si veste pare riflettere cosa rispondere al ragazzo, anche se sa perfettamente in quale casino si sono cacciatu tutti> io avevo detto a Ginevra di non mordermi. Ammetto che non mi sono nemmeno impegnato più di tanto ad allontanarla da me, ma non sapevo che lei si nutrisse anche di te, altrimenti ti assicuro che avrei evitato di farmi infilare i suoi adorabili dentini nel collo.. <mentre si abbottona i jeans lo guarda in viso> niente di personale, ma immagino per te sia lo stesso, dopotutto..

<_Adam_> <lui lo guarda rivestirsi e, fosse stato una ragazza lo avrebbe implorato di non farlo. Lo ascolta però, annuendo alla parte che il demone non sapesse di lui> Credo che la colpa qui sia attribuibile solo al sottoscritto perché tu non sapevi di me e lei non sapeva cosa ciò avrebbe comportato.. ma non è questo il punto.. <no infatti, non è di colpe che devono parlare adesso, ma al massimo di una possibile soluzione> Nessun offesa.. anzi.. qui non si tratta delle persone me di quello che io e te rappresentiamo. E’ un abominio.. <e a lui questo pensiero lo tortura. Fissa gli occhi di Dagon, sempre molto calmo> In ogni caso se hai da proporre qualcosa credo sia questo il momento e la sede adatta.. <perché lui non sa proprio come risolverla la situazione. Ne conosce solo una.. ed è la morte vera *_*>

<@Dagon_> <accenna un sorriso> sei veramente un gentiluomo, Adam.. ma raramente la colpa, quando succede qualcosa di simile, è solo di una persona. Ginevra non è una santa, anche se non è questo il punto.. <una volta vestito si mette a braccia conserte e lo fissa> non ho una soluzione. L'unica volta che ad una vampira è passato per la testa di mordermi, è successo un macello infernale e sono riuscito a farle passare l'assuefazione pulendole le vene dal mio sangue.. ma in questo caso, capirai da te che non è possibile. Siete legati da un patto che in uno strano modo ha coinvolto anche me, e mi auguro vivamente tu sappia come si spezzi un legame del genere.. <alza le spalle> è praticamente impossibile.

<_Adam_> <scuote appena la testa , tornando poi fermo prima di parlare> Non si tratta di galanteria.. sono solo realista. Se qui c’è qualcuno che doveva tenere a bada la situazione quello sono io, ti pare? < fra tutti e tre quello che appartiene al bene è lui. Ma nonostante questo lui di soluzioni indolore non ne conosce. Sospira, abbassando lo sguardo sulla sabbia mentre stringe le mani a pugno> Ho lasciato che tutto questo accadesse.. e mi pare logico che adesso sia io a dover risolvere la questione.. ma.. dalle mie parti certe questioni si risolvono solo con la spada.. <leggi pure la morte definitiva> Adesso io non so cosa ti leghi a Ginevra ma io preferirei evitare di arrivare a tali conseguenze e continuare a portare il peso sulla mia schiena, offrendole ciò che vuole da me. C’è solo un piccolo intoppo.. io non so come annullare la sua assuefazione da sangue demoniaco.. queste cose non sono di nostra competenza.. bensì.. vostre.. <quindi Dagon, lui non sa proprio a chi poter chiedere> se ti è già capitato dovresti esser almeno capace di farmi un nome.. ti chiedo solo questo.. <la sua voce si fa appena più cupa. Non ama il dover scendere a *patti* con demoni.. ma in questo caso è davvero necessario>

<@Dagon_> E come pensavi di tenere a bada una situazione più grande di te, se posso chiedere? <scuote appena la testa> Adam, potevi immaginare che Ginevra avrebbe morso altre persone, sbaglio? E potevi anche pensare che queste persone sarebbero rimaste coinvolte nel vostro legame, nel caso in cui Ginevra fosse rimasta assuefatta. <sbatte le palpebre> io mi chiedo come ti sia saltato in mente, non è nemmeno la tua donna.. non puoi gestire un patto di sangue con un vampiro come lei <bello libero e svolazzante> senza fare casino, mi segui? Non ho alcun nome da farti, perché per ripulirle il sangue dovremo fare in modo che non beva più da me e nemmeno da te. Vuoi lasciarla morire di fame? <solleva le sopracciglia> mi pare di capire bene che non hai nessuna intenzione di farla soffire.. e fino a che le darai da bere, soddisferai la sua voglia e le farai automaticamente venire voglia di cercare me.. è un circolo dal quale non c'è via d'uscita se non la morte di uno di voi due.

<_Adam_> <torna a guardarlo, sempre con quello sguardo serio e anche un po’ colpevole> Ad esempio cercando di stare lontano da posti che non mi appartengono. Perché se siamo finiti in questo guaio è solo perché non sono riuscito a tenere a freno.. <l’istinto che aveva sempre tenuto a bada da angelo> .. le gambe. Non so quanto ti abbia raccontato lei, nei dettagli, ma se fossi stato la persona che vedi adesso di fronte a te.. mi sarei ben guardato dal legarmi a un vampiro.. <serra le labbra, in un moto di rabbia che cerca di placare anche se non è semplice farlo in spiaggia. Resta in silenzio per un po’ tenendo sempre lo sguardo fisso su Dagon>So cosa deve fare per sopravvivere ma.. lei non è come tutti gli altri.. sono stato io a costringerla a mordermi e a darmi il suo sangue <:o> e sono io che devo tirarla fuori da questa situazione. Non è giusto che debba dipendere da noi due.. e se non esiste altra via d’uscita.. <pensa un attimo alla soluzione di togliersi di mezzo. L’idea di uccidere lei nemmeno gli sfiora il cervello. Poi aggrotta la fronte, alterato> .. immagino tu sappia che certe regole me lo impediscono.. <gli angeli non possono suicidarsi, finirebbe dritto dritto in braccio a Manuel e poi.. beh poi c’è Eve e sa che morirebbe se la lasciasse da sola> Tu dovresti sapere come farla smettere di essere assuefatta da te.. perché se non le fa bene non bere da noi, non le fa nemmeno bene averci entrambi dentro.. <e non voglio battute sconce ò_ò>

<@Dagon_> <allarga le braccia, lasciandole poi ricadere lungo i fianchi> tuttavia lei non ha avuto rispetto di te, ne della tua condizione. Sei finito a Point of Evil, lei sapeva che lì eri debole quindi evita di darti tutta la colpa, perché non la hai. Avrebbe dovuto dirti di no, questo è quanto. Io vivo nel modo in cui tu ti sei sentito a PoE praticamente da una vita, eppure ho quasi <quasi> sempre avuto rispetto per le persone. Ginevra è un vampiro giovane Adam, è ribelle, non puoi domarla ne tirarla fuori da una situazione in cui, credimi, lei vuole starci con entrambe le scarpe. Se la salverai oggi dal mio sangue, lei ci ricadrà domani col sangue di qualcun altro e tu ci finirai sempre in mezzo. E' questo che vuoi? <scuote la testa> non le fa bene bere da noi, ma non posso pulirle le vene dal mio sangue perché non è più solo il mio sangue, è il *nostro* sangue.. e fino a che tu la farai bere io non potrò fare assolutamente niente..

<_Adam_> <quasi gli da fastidio che Dagon parli così di Ginevra. Dopotutto lui è legato a lei in maniera più *intima* dato che ha il suo sangue in corpo, ha sempre l’istinto che gli urla di proteggerla. Aggrotta la fronte, infatti.. trattenendosi dal puntare il dito contro il demone> E’ quello che mi ripetono tutti, che la colpa è al 50 e 50.. ma vedi, non è così semplice. Lei è un vampiro e vive a PoE.. come te e per quanto possiate rispettare il prossimo non è certo una componente che appartiene al vostro carattere per natura. Io avrei dovuto evitare di offrirle così spudoratamente il mio sangue.. sapendo che l’avrei fatta dipendere per sempre da me.. <lo fissa immobile e in silenzio. Anche se Gabriele gli ha detto che il suo cuore è ancora puro, lui si sente macchiato.. e in un certo senso ha ragione dato che non è un angelo in tutto e per tutto> Mi stai semplicemente dicendo che non abbiamo scelta? <un luccichio azzurrino gli attraversa lo sguardo e, rendendosene conto per la prima volta, si volta dandogli le spalle onde evitare di palesare la sua forma proprio davanti a un demone. Non gli era mai successo prima a return e questa cosa lo spaventa> Non possiamo arrenderci così.. deve esistere un modo. <sospira, passandosi una mano tra i capelli. E’ disperato..>

<@Dagon_> Senti, Adam.. <alza le mani, come a voler mettere in chiaro qualcosa> parliamoci chiaro, fino a che continuerai a giustificarla e a difenderla in questo modo pietoso io non ti aiuterò a fare proprio niente. Quindi stammi a sentire bene, Ginevra è una vampira ed in quanto tale la donna più infedele, sensuale, lussuriosa e peccatrice che tu incontrerai mai sulla tua strada.. è una brava ragazza ma fino a che troverà nel suo cammino ragazzi come te che le faranno passare ogni errore, per quanto piccolo sia, non riuscirà mai a capire cosa vuol dire essere nei guai. E credimi, prima si stuferà del casino in cui si è cacciata, meglio sarà per tutti e tre. <sospira> un vampiro deve imparare a resistere alla sete di sangue, perciò quello che faremo io e te sarà portarla ad assuefarsi fino a dover praticamente vivere con noi e quando questo accadrà, quando non ne potrà più di doverci venire a cercare ogni poche ore.. allora noi la porteremo in un qualche luogo comune e puliremo il suo sangue poco a poco.. <come? Non glielo dice *_*> naturalmente non glielo devi dire e siccome lei ti leggerà la mente quanto ti vedrà, dovrai fare in modo di non pensarci nemmeno, intesi? Non deve scoprire che il nostro intento è quello di farla stufare della situazione. <ma a lungo andare la cosa le peserà, per forza. Solo che magari scoprendolo finirebbe col non voler dare loro la soddisfazione di ammettere di esser stufa della sua 'vita'> Sbatte le palpebre quando lui si volta> di un pò, perché ti brillano gli occhi mentre mi parli? <ahahahahahahhah!>

<_Adam_> <resta voltato fino a quando si accorge che la voce di Dagon si fa più seria. Lui è ben consapevole di non sapersi comportare con le ragazze. Ma in questo caso la colpa è soprattutto del legame che esiste tra lui e la vampira> Razionalmente sono conscio che quanto mi dici è la verità. Ma ogni volta che io avverto un pericolo per lei.. sarei pronto a buttarmi tra le fiamme per salvarla. Non è una cosa che posso stabilire razionalmente.. siamo legati.. dal sangue e chi meglio di te potrebbe sapere cosa vuol dire tutto ciò? <si ammutolisce, ascoltando attentamente l’ultima parte del discorso. Crede di aver capito, almeno in parte, le intenzioni di Dagon e non sa se la cosa gli piace> Vuoi portarla a dipendere più di quanto non lo sia già da noi per poi.. <assottiglia lo sguardo, puntandolo negli occhi del demone> ti rendi conto che per lei sarebbe una tortura? <e lui non sa se sarebbe capace di sopportarlo, a livello empatico proprio. Stringe i pugni> E’ così.. disumano.. <chiude gli occhi, cercando di azionare il suo cervelletto e metter da parte le viscere.. il sangue. E’ un silenzio tagliente e se io passassi di lì e li vedessi a fissarsi così.. mamma mia, i brividi èçè> Ci sto.. ma solo perché penso che possa funzionare.. <poi abbassa lo sguardo, dato che è stato beccato> non c’è bisogno che io ti rammenti che sono un angelo, vero? <è come se lui gli chiedesse il motivo per cui i demoni hanno gli occhi rossi. E’ fatto di luce *_*>

<@Dagon_> Ti sembrerà pazzesco, ma io non mi sono mai legato al sangue di nessuno. Perché sono abbastanza consapevole dei pericoli che si corrono nel fare una cosa del genere. E' peggio di un matrimonio sai? Perché non puoi un bel giorno svegliarti e dire 'basta, ne ho le palle piene, me ne vado' e ti liberi della tua donna come se fosse spazzatura.. <fa nono col dito> il sangue chiama a se il sangue, sempre e per sempre. <si avvicina un attimo all'orecchio di Adam e abbassa la voce> finchè morte non vi separi.. <e detta da creature che vivono in eterno non è cosa da poco. Si rimette composto> Adam non c'è altra soluzione, deve arrivare a stufarsi da sola, perché se tu stasera andassi da lei e le dicessi 'senti, Ginevra, ho intenzione di far sì che le tue vene si ripuliscano', ti riderebbe in faccia e ti salterebbe addosso. E tu non saresti capace di resistere e probabilmente nemmeno io, non senza farle del male.. <spingendola via in malomodo cosa che vuole evitare> ah, la luce angelica.. <lui rabbrividisce sul serio, poi si passa una mano tra i capelli e annuisce> funzionerà.. per tua fortuna non ha morso il primo imbecille di PoE passato per strada.

<_Adam_> E invece pensi che io non fossi consapevole? Siamo parte dello stesso universo, Dagon.. anche se stiamo dalle parti opposte. <infatti lui sapeva benissimo cosa sarebbe accaduto legandosi a Ginevra, il problema è che gli stava bene dato che non era in se perchè che si trovava a PoE> solo che me ne sono reso conto quando sono tornato dove sarei dovuto stare sempre.. e ormai era troppo tardi per tornare indietro.. <sospira, lasciando che lui si avvicini per parlargli all’orecchio e a quelle parole chiude gli occhi. Sarà difficilissimo per lui resistere dal dare il suo sangue a Ginevra quando verrà il momento. Ma su questa cosa pensa che Dagon abbia ragione> Le faremo del male comunque, Dagon.. non c’è bisogno di mentire con me. Lo so che ne soffrirà e io con lei.. ma per lo meno abbiamo una piccola speranza di riportarla alla normalità.. <infila le mani nelle tasche dei jeans senza smettere di guadare il demone> Già.. puoi ben immaginare che sto contravvenendo a molte delle regole che invece dovrei rispettare. Quindi.. vedi di far funzionare questa cosa.. anche se dovrai legare me per evitare di soddisfarla.. <ed è serio>

<@Dagon_> <gli scappa appena da ridere> vedo di far funzionare questa cosa? Poi, desideri anche un bicchiere di thè e dei pasticcini per caso? <rotea gli occhi> immagino sia chiaro che se sto arrivando ad un compromesso con te in quanto creatura di Point of Good, il motivo principale è Ginevra, oltre al fatto che non voglio farle da flebo in eterno, no? Non c'è bisogno di specificare che non sto facendo un favore alla tua bella presenza, quindi se non funzionerà non avrai che da prendertela con te stesso e con la tua sconsideratezza.. <infila le mani nei jeans e gli passa di fianco, pronto ad andare via, ma prima di avviarsi si ferma per sussurrare qualcos'altro> legarti? Giuro che non vedo l'ora.. <figuriamoci *_* però poi si mette a ridere, non ha intenzione di fargli del male ma la battuta con una frase servita in quel modo, doveva farla> ci vediamo presto, Adam! <e se ne ritornerà al castello a docciarsi e dormire>

<_Adam_> <solleva un sopracciglio quando lui ride e torna serio e cupo come a inizio serata> Ed è lo stesso motivo per cui io mi sto affidando nelle mani dell’ultima delle creature di cui mi fido.. <è il nipote di Satana *_* mica pasta e ceci. Ginevra dovrebbe ben capire che entrambi stanno facendo qualcosa di estremamente pericoloso pur di salvarla. Uno sforzo non poco considerevole. Punta gli occhi del demone e sono quasi completamente azzurri.. ma è un azzurro quasi trasparente> Se non funzionerà verrò a prenderti a calci personalmente prima di fare i conti con la mia sconsideratezza.. non fare mai lo sbaglio di sottovalutare il tuo avversario.. <perché nonostante sia stato un imbecille a lasciarsi coinvolgere in questa storia, quando si tratta di combattere Adam sa fare il suo lavoro, era un soldato. Ma in ogni caso nemmeno lui ha intenzione di scontrarsi con Dagon, non almeno fino a quando hanno un obiettivo in comune. Reagisce solo alle sue provocazioni. Poi si ricompone e lo fissa con un angolo delle labbra sollevato, quansi come se gli avesse detto che gli vuol bene ._.> a presto, Dagon.. <e lui tornerà a PoG prima che sua sorella inizi a preoccuparsi>

<@Dagon_> E fai bene a non fidarti, purtroppo per te però non hai altra scelta.. <dopotutto a lui poco cambia, certo è una rottura doversi trovare un giorno si e un giorno no senza forze, ma stare con Ginevra DOPO il rifornimento certo non gli fa schifo, anzi. Però vuole aiutarla, lei non lui.> Se verrai a prendermi a calci ti bloccherò dalla testa ai piedi e ti farò a pezzi Adam, le tue minacce non mi fanno affatto paura.. non mi fa nemmeno paura mio padre, pensa un pò.. il nonno forse, ancora ancora mi mette un pò di soggezione.. <fai te, è il Diavolo! E dopo se la ride, come se niente fosse, per Dagon parlare di Satana è un divertimento ._. Fa spallucce e solleva una mano salutarlo quando ormai però gli da le spalle> ciao ciao!

Edited by nith85 - 3/11/2011, 17:24
view post Posted: 2/11/2011, 21:43 [PG GIOCANTI] Adam & Eve - >> 05
Adam: non sono il tuo burattino, signorina!
Ci crediamo tutti!!! mwhahahah.. povero angelo..
803 replies since 22/2/2009