Capitolo 1
Ricordo quel giorno come se fosse oggi...
...ricordo che ero troppo cinica per credere...
troppo realista...
per convincermi dell'esistenza delle favole....
dell'esistenza di Bru...
Dicono che le persone dall'apparenza forte in realtà non siano altro che quelle più deboli... bè io ero un po così... mi sentivo un pezzo di marmo, non mi emozionavo da molto tempo... ero umana questo si, ma era come se una sorta di blocco mi impedisse di essere felice per qualcuno, me compresa...
Anche in quell'occasione, quando la nuova casa e il negozio erano finalmente finiti...
C'era voluto parecchio tempo ma il risultato, diceva mio padre, era notevole... eppure io non avevo ancora visto nulla, mi aveva tenuta all'oscuro di tutto, voleva farmi una sorpresa... anche se dal mio punto di vista sembrava solo che volesse tenermi lontana, per non cadere in discussioni del tipo "Che carta da parati diamo al soggiorno? tulipano appassito o rosa gengiva?" ... eppure sapeva benissimo che non ero il tipo di persona a cui interessavano certe cose...
Comportandosi così sembrava solo una persona estremamente egoista...
La porta era aperta, infondo era pieno giorno perchè doveva essere chiusa? la varcai senza problemi, non pensavo a nulla, non mi interessava sapere quali assurdi vecchi mobili ammuffiti vendesse mio padre, mi interessava solo vedere come sarebbe stata la mia camera, anch'essa scelta da lui...
Rimasi immobile, non per lo splendore del negozio, dato che ricordava un soggiorno di una vecchia e rugosa rompi palle, una di quelle che se per errore finisci nel suo giardino non ci esci più, ma perchè non avevo alcun orientamento...
Cominciai a guardarmi attorno -Mamma mia è tutto incredibilmente... marrone...- dissi schifata tra me e me, sicura di essere sola, un oggetto colse la mia attenzione, era uno grande specchio dorato, uno di quelli da villona in stile '800, era massiccio, doveva pesare diversi chili se non tonnellate -Però... se è tutto oro ciò che luccica questo coso varrà una cifra...-
-Dipende da tuo padre.. basta che si trovi davanti una vecchia vedova e comincia a fare sconti a destra e a manca- aggiunse qualcuno che non riuscii ad identificare...
Era Eddward, il migliore amico di mio padre, che aveva l'insana abitudine di girovagare per casa nostra... abitudine che non ha perso mai...
Lo guardai con tono di rimprovero - Perchè te ne stai nascosto qui con questa aria da lavoratore in pausa pranzo? sembra che ti abbiano fatto sollevare non sò cosa...-
Edd- Cara piccola saputella...-
Rossy -Cara? PICCOLA? Hey! cos'è tutta questa confidenza?-
Edd-... tuo padre data la sua improvvisa mancanza di denaro non ha potuto pagarsi una ditta di traslochi...-
"Oh bè..improvvisa... se la è cercata lui..."
Rossy- E quindi lo hai dovuto aiutare tu?-
Edd- Se con il termine "aiutare" intendi portare scatoloni su scatoloni mentre lui lustra e pulisce casa come una sposina che attende il rientro del marito dal lavoro allora si...-
In quel momento immaginai mio padre con un grembiulino rosa e uno spolverino in mano... rabbrividì...
Rossy-Oh bè.. non ti ha obbligato nessuno...-
Edd- Lo sò... bè..una curiosità.. ti capita spesso di parlare da sola? prima ti ho sentita farneticare qualcosa sull'eccessività del colore marrone qui dentro... esistono dei bravi psicologhi che ti potrebbero aiutare sai?-
Rossy-COSA?! io ero al.. ehm... telefono-
"Diamine!! mi ha sentita! che figura..."
Alle mie spalle passi conosciuto seguiti da un -Ciao Rossana- cessarono quel momento di estremo imbarazzo, era mio padre...
-NON MI CHIAMARE ROSSANA! LO SAI CHE DETESTO QUEL NOME DA CARAMELLA SOTTO MARCA!!!- dissi saltandogli su furente...
Jeck, mio padre, era un'uomo di 35 anni estremamente pignolo, quando venni al mondo aveva appena 18 anni, circa la mia età... non parlava mai del periodo in cui aveva amato mia madre, non parlava mai nemmeno di lei, anche se io non mi interessavo a dirla tutta, la vedevo come una specie di dio che mi aveva abbandonata a me stessa... anche se sapevo che non aveva deciso di morire così giovane dovevo dare la colpa a qualcuno per giustificare la mia eterna tristezza... altrimenti sarei impazzita
-Forza vieni a vedere la casa Rossy- disse mio padre uscendo dal negozio...
"Ma che sono un ospite io?!?"
Lo seguì farfugliando confusa -Ma scusa, la casa e il negozio sono attaccati, non c'è una porta che li collega? è scomodo passare sempre per fuori!-
Jeck -Certo che c'è, ma voglio farti vedere che effetto fà entrare da dove entrano tutti...-
Rossy-Devo commuovermi?-
Jeck-Io lo ho fatto...-
Rossy- Bè ti sei commosso anche quando ti è morto l'albero di mele...-
Jeck-Uffa! scusa se mi piacciono le mele!-
Rossy- Oh bè... in tal caso non mi oppongo più...-
Erano queste le discussioni tipo tra me e mio padre... assurde... non avevano ne capo ne coda... non parlavamo quasi mai seriamente...
Quando entrai in casa esclamai sarcastica -MA! CAVOLO PAPA'! QUESTO FA' SFIGURARE IL PALAZZO REALE!- mi guardò severo, feci una faccia scema e continuai a gesticolare -Queste sedie in stile Barocco sono una figata!- si diresse verso la cucina e disse serio -Come ho fatto a crescere una figlia così cretina....-
Mi lanciai letteralmente sul sofà e dissi sdraiandomi -Mmmh... il divano non è molto comodo...-
Jeck-Bè non è fatto per dormirci...-
Rossy-No? ma non mi dire? e a cosa serve? riscalda?? dove và messo il legno? e il fuoco dov'è???-
Jeck-Uffa... intendevo dire che se devi dormire puoi andare direttamente a letto... non ti obbligherò a cenare se non ne hai voglia-
Rossy-Si giusto.. così risparmi le cibarie...dato il fatto che sei al verde-
Jeck-Siamo...-
Rossy-Parla per te...-
Rimasi sdraiata per qualche minuto, continuavo a guardarmi attorno, mio padre nell'arredare aveva un gusto estremamente femminile... ma allo stesso tempo elegante e ricercato...
M fissava... con il suo solito sguardo mortificato... con gli occhi bassi... e con l'aria di uno che nella vita ha sbagliato tutto... mi sembrava di stare ad anni luce da lui in quei momenti... e sempre mi ritrovavo e pensare tra me e me "Che hai papà? perchè non mi dici a cosa stai pensando? perchè mi fai sentire così sola?"
Ovviamente non ricevevo mai nessuna risposta... non che mi leggesse nel pensiero... ma anche se glielo avessi chiesto sapevo che avrebbe rigirato la domanda...
-Forza, ti faccio vedere camera tua...-la freddezza con cui intonò quella frase interruppe ogni mio pensiero... percorse delle scale a chiocciola senza preoccuparsi che io lo seguissi o meno...
Giunti nella mia presunta camera per poco non svenni... mio padre indicò 5 scatoloni e disse mortificato -Ti ho portato qui le cose che ritenevo più importanti per te...-
-PER QUALE ASSURDO MOTIVO HAI DECISO TU COSA PORTARE NELLA MIA NUOVA STANZA?!?! E' LA MIA NUOVA STANZA!!!- lo attaccai ferocemente, sviò il discorso e si diresse al centro della camera, avrei giurato che da lì a 5 secondi avrei sparato raggi infuocati dagli occhi...
-Lo sò che l'arredamento fà schifo, ma mi ero dimenticato di acquistarti la camera.. così la ho ordinata per telefono... ma ovviamente non è arrivata in tempo ...- pronunciò quelle parole con tale leggerezza che per poco non gli lanciai dietro tutti i 5 scatoloni da lui composti...
-UN'ATTIMO! la-hai-ordinata-per-telefono?!?!?- dissi con sguardo intimidatorio
Jeck-Bè si perchè? non avevo tempo di tornare indietro a sceglierla...-
Rossy-Scusami un attimo grande padrone del viaggio astrale, ma come hai fatto a decidere i mobili? ?-
Jeck-Gli ho detto che era per una ragazza di 17 anni, acida e scorbutica... decideranno loro...-
Rossy- Acida...? Scorbutica...? ci saranno limoni ovunque magari?-
Jeck-Hai un 50% di possibilità...-
Improvvisamente mi zittii, lo avrei ammazzato di una morte violenta, solo il fatto che era mio padre mi fermava...
Smisi di guardare quella specie di porcile che aveva lo scopo di deprimermi e fissai l'esterno da una finestra...
Mio padre mi disse preoccupato -Avanti sarà una bella zamera vedrai...- non lo guardai nemmeno dissi solo -Vattene prima di farmi esplodere definitivamente...-
Mi voltai, non c'era più...
***
Cominciai a cercare in quegli scatoloni cose assurde che nemmeno usavo ma che mi piaceva tenere nella mia vecchia camera... speravo non avesse buttato nulla... ma mi sbagliavo.. aveva letteralmente fatto piazza pulita, mi aveva lasciato solo i vestiti e qualche cd, poi nel fondo di uno scatolone c'era un biglietto con scritto :"Figlia mia non disperare, i teeneger di oggi vivono solo di musica, moda e droga" era ovvio lo avesse scritto mio padre... rimasi a fissarlo, sembrava tanto un movimento Hippie.. ma poi gli sembravano cose da scrivere a una 17enne? sembrava un'incitamento alla mala vita...
Giunse presto la sera, dopo essermi fatta una doccia rigenerante constatai che ero troppo affamata per seguire il meschino consiglio di mio padre...così decisi di cenare con lui... fù l'ennesima cena deprimente...
Io che rigiravo lo stesso pezzo di carne surgelato su se stesso svariate volte... lo aveva cotto male ed era rimasto durissimo... lui che ogni tanto si schiariva debolmente la gola... non sembravamo padre e figlia in quei momenti...sembravamo due 14enni al primo appuntamento, non parlavamo, il silenzio regnava sovrano.
Improvvisamente alzai lo sguardo per chiedergli il perchè avesse lasciato nella vecchia casa tutti i miei oggetti personali, ma non riuscì ad esprimermi, rimasi bloccata... sconvolta...
I suoi occhi... la sua testa... di nuovo quella maledetta espressione da cane pentito... chissà a cosa pensava... cosa consumava la sua felicità in quel modo .. i suoi occhi si erano spenti... di nuovo
Mi alzai dalla sedia bruscamente, gli stavo per urlare una frase del tipo -PAPA'! COSA TI SBATTE IN QUESTO MODO!- ma mi fermai... sapevo che avrebbe rigirato il discorso come era solito fare, ne ero convinta... così dissi spegnendomi pian piano -... vado in camera mia... se così si può chiamare... la cena era uno schifo... come sempre, comprati un ricettario...- seppur fosse una battuta non rise, non disse altro che -Ok-.
***
Nel momento tale in cui decisi di stendermi per poi addormentarmi sentì suonare il campanello, guardai l'ora "Le 11... chi osa destare la nostra famiglia a quest'ora della notte...?" guardai fuori dalla finestra cercando di intravedere chi fosse ma non mi era possibile, una grosso albero se ne stava lì indisturbato...ignorando il fatto che mi impediva di curiosare...
Sentì un essere vivente salire le scale, non mi voltai, dissi solo -PAPA'!? chi mazzo c'è?-
-Hey!- disse un’entità, mi ammutolii, odiavo scambiare qualcuno per qualcun'altro...
Era Leonard, in amicizia Leo... il mio unico amico, era un ragazzo molto semplice, dava l'impressione di essere tenebroso e taciturno, ma in realtà chiacchierava un sacco, mi sfiniva... era un bel ragazzo, lo ammettevo, ma non avevo mai minimamente pensato che ci fosse la possibilità di qualcosa di più intimo tra me e lui, sarebbe stato impossibile ci conoscevamo troppo bene... lui ogni tanto se ne saltava fuori con frasette da film come: -Noi 2 siamo come fratelli vero? non ci tradiremmo mai-, che poi non capivo... in che modo potevo tradirlo se non avevo altri amici oltre a lui?
Leo-Wow, stra gorda la nuova casa Rò!-
Rossy- Oh bè... mi è costata una cifra...-
Leo-Certo -
Leo-Ma come sei combinata?-
Mi guardai... ero in pigiama...
Rossy-Non mi guardare!!!-
Leo-Oh bè capirai...-
-AH! UNO STUPRATORE!- urlai con sorriso ebete, finsi di scappare, lui cercò di fermarmi e accidentalmente sentì le sue gambe tra le mie...
Persi l'equilibrio, caddi lentamente... gli scivolai così vicino che sentì l'odore dei suoi abiti, dei suoi capelli, della sua pelle, profumava di albicocca
... credo accadde in quel momento... è stupido ammetterlo, ma in quel istante sperai di cadergli addosso e che, come nei più squallidi film sentimentali, ci dessimo un bacio accidentale... era una cosa incredibilmente infantile, ma infondo avevo solo 17 anni... non capivo perchè pensavo quelle cose, non le avevo mai pensate... rimasi talmente sconvolta da me stessa che restai a terra con sguardo perso per minuti...
-Tutto ok?- chiese Leo rammaricato, mi alzai in fretta e furia e con una faccia da fumetto dissi secca -Si!- mi guardò confuso e chiese sarcastico -Ma che hai?-
Rossy- Un ematoma grande come la tua mano perchè?-
"Uh sono brava a rigirare le domande"
Leo-Sembri a disagio...-
Rossy-Oh bè... io... cioè.. non sono a disagio... ho solo temuto mi potessi aver visto la... le...mu...le mutande...Si! sai che flash!...-
Leo- E ti intimorisce questa cosa? ti ricordo che a 3 anni ti ho vista completamente nuda...-
Rossy- io ho visto te! Ne sono rimasta fortemente sconvolta sai?... ho ancora problemi mentali-
Leo- E te ne sei accorta solo ora?...-
Rossy-Oh bè... direi di no... COMUNQUE! ora è meglio che vai a casa tua! ho sonno e devo.. ehm.. dormire...-
Ci salutammo frettolosamente e se ne andò.. rimasi immobile al centro della stanza... mi chiedevo perchè avessi pensato una cosa del genere su Leo... perchè volevo un suo bacio... ero talmente immatura? mi bastava un buon profumo e un minimo di contatto carnale per desiderare un un ragazzo?
“Non gli ho nemmeno chiesto che voleva, lo ho mandato via così bruscamente”
Mi stesi sul letto, cercai di addormentarmi ma fù impossibile, mezz'ora più tardi mi stavo ancora rigirando fra le coperte chiedendomi come potevo essere così scema da voler rovinare l'unica amicizia che avevo per un solo bacio...
Sentì un rumore provenire dal piano di sotto, mi alzai di scatto, rimasi ad ascoltare
"Diamine i ladri la prima notte no!"
Improvvisamente sentì una sorta di melodia.. era antica... sconosciuta... bellissima, sembrava provenire da un carillon,
"Almeno hanno un ottimo gusto musicale"
Scesi le scale con passo furtivo... anche in quel caso ero di marmo... non avevo paura, sembrava sapessi che in realtà non mi sarebbe successo nulla...
Giunsi al piano di sotto, rimasi dietro alla porta che collegava il soggiorno al negozio in silenzio, sentivo che la melodia proveniva da lì... la spalancai appena, vidi i mobili d'epoca di mio padre avvolti da una strana luce..
Rabbrividì, non capivo che stava succedendo non potevo capire... irruppi nella stanza urlando nervosa -CHI VA LA'?-.
Lo specchio che avevo visto al pomeriggio, quello dorato e massiccio emanava una luce stupenda... al posto del mio riflesso c'erano solo un'insieme di colori... mi sembrava di intravedere un castello ma non ne ero sicura...
Un urlo femminile mi fece risvegliare da quella sorta di sogno in cui ero finita... l'urlo in questiono proveniva dallo specchio...
Mi scostai veloce senza distogliere lo sguardo da quel bagliore tanto vivace... un qualcosa venne scaraventato fuori dallo specchio, chiusi gli occhi per paura di essere abbagliata...
Quando li riaprì non c'era più nessun genere di luce, ma solo una ragazza...
In quel momento ero convinta di avere un angelo li a pochi metri dal mio sguardo incredulo... l'ultimo angelo rimasto sulla terra, quello più puro di tutti... sceso dal cielo per me... solo ed esclusivamente... per me...
Indietreggia sconvolta, non capivo...
La melodia cessò di suonare.
Continua...